LA DURA LEGGE DEL GOL

Abbiamo cercato per giorni qualcuno disposto a dirci che la fusione con Parma non si deve fare. Forse siamo riusciti a trovarlo. Davide Reboli parla con la Batusa per l’ultima puntata di “Quo vadis, Piacenza”, la nostra inchiesta sul futuro della Provincia.

TESTO: FILIPPO MERLI

Gli ultras piacentini non potranno più fare a botte con i parmigiani. “E chi lo dice? La statua della Batusa?”. La possibile unione tra le due province potrebbe portare un clima di distensione tra le due tifoserie rivali. “See, come no”. Anzi, si potrebbe fare un bel gemellaggio. Uniti in provincia e uniti allo stadio. Pace fatta. Tutti amici. “Alt. Ferma qua. In Provincia fanno quello che vogliono loro, ma allo stadio decidiamo noi”. Interrompiamo Davide Reboli nel bel mezzo di un trasloco. Le mani con gli anelli di metallo adesso servono per smontare tavoli e armadi. “Senti, vuoi che ti dica la mia sulla possibile unione tra Piacenza e Parma? Bene. Allora ti dico che il giallo e il blu sono colori bellissimi, ma noi abbiamo già il bianco e il rosso. Quindi, che se li tengano. Il calcio non è la politica. Il calcio è un’altra cosa. I gemellaggi si fanno quando lo decidono i tifosi. Chiaro?”. Eppure qualche anno fa le tifoserie di Piacenza e Parma erano gemellate. “Sì, è vero. Poi loro si uniti con i veneziani e i pistoiesi, che hanno curve di sinistra. Comunisti, capisci? Noi della curva Nord, per evidenti ragioni politiche, non potevamo accettare di essere gemellati con una tifoseria che se la faceva con i comunisti”.

QUELLA VOLTA ALL’INGRESSO DELLA CURVA

La fine del gemellaggio con il Parma è stata sancita da una rissa all’ingresso della curva Nord. “Non ricordo esattamente l’anno e la categoria, credo serie B o C, ma giocavamo in casa, questo lo ricordo bene. Piacenza-Parma, sì. Quaranta dei nostri contro quaranta dei loro. La scazzottata durò una quindicina di minuti, poi i parmigiani se ne andarono con le ossa rotte”. Davide Reboli, come tutti sanno, è il leader della curva Nord insieme con il fratello Marco. Davide ne ha viste tante nella sua lunga carriera da ultras. Ha insultato la vecchia dirigenza composta da Fabrizio Garilli e Maurizio Riccardi (“mi dispiace solo di non essere riuscito a zanfarli”), ha contestato giocatori che lo hanno contraddetto (“facciamo un uno contro undici? Vi meno tutti, voi non ce la fate a darmi”), ha messo le cose in chiaro con quelli che hanno cercato il confronto diretto (“non urlare in faccia a Reboli, sennò finisce tutto”) e si è reso protagonista di un faccia a faccia che ancora oggi spopola su You Tube. Davide è rimasto a cavalcioni sulla ringhiera della Nord anche quando il Piacenza è fallito e il marchio è stato rilevato dalla Lupa dei fratelli Gatti. In curva s’è inventato la danza Maori, una specie di rituale in cui dice frasi senza senso sul modello della Haka degli All Blacks, e ultimamente, prima di una partita, recita la “messa di Davide” a mani giunte: i tifosi lo circondano, si genuflettono e rispondono “ameeeeeen” dopo ogni preghiera di gol e vittoria.

E SE ANDASSIMO CON CREMONA?

Davide era presente anche all’esordio in campionato della Lupa a Salsomaggiore, provincia di Parma. Sugli spalti, tra i 500 tifosi biancorossi, c’erano due esponenti del tifo organizzato gialloblu. “Ci hanno chiesto se potevano sedersi accanto a noi” dice Reboli alla Batusa. “Abbiamo detto loro che non c’erano problemi e così hanno visto la partita lì vicino. Non hanno detto niente neppure quando sono partiti gli insulti verso i parmigiani. Anzi, alla fine ci hanno fatto i complimenti: non avevano mai visto una tifoseria simile in Eccellenza…”. Il coro più politicamente corretto cantato a Salso dai tifosi biancorossi nei confronti del Parma è stato “parmigiano ti grattugiamo!”. Insomma, provincia o non provincia, non tira aria di gemellaggio. “No, per il momento no” dice Reboli. “Anche se ultimamente, con i supporter del Parma, lo scontro è stato sempre verbale e mai fisico. Non siamo più venuti alle mani, solo cori di scherno”. Che sia Parma o altro, l’accorpamento della provincia, secondo Reboli, potrebbe influire anche sul tifo biancorosso. “Ho la mia idea e per ora me la tengo, ma penso che qualcosa potrebbe cambiare anche per noi tifosi. Piacenza dovrebbe continuare a fare provincia senza unirsi con nessuno. Siamo stati da soli per anni e anni e siamo stati benissimo. Certo Parma è meglio di Reggio Emilia…”. E se ci uniamo con Cremona? “Se ci uniamo con Cremona io…”. La risposta nella prossima puntata.

Qui la prima, la seconda, la terza e la quarta puntata dell’inchiesta

Share

Be the first to comment on "LA DURA LEGGE DEL GOL"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*


Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi