STUDENTI ACCATTONI PROTESTANO

 Per ora i ragazzi dei movimenti studenteschi contestano la scuola con stracci e barba finta, chissà se un giorno torneranno in piazza. Alla faccia di chi continua a menarla col ‘68 e di chi crede che i giovani d’oggi pensino solo a Fabri Fibra. Ecco la terza puntata di “Anni Settanta”.

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: INTERNET

Mancava il vino cartonato. Poi i tizi di Avanguardia Studentesca che si sono conciati da accattoni in diverse città per protestare contro la scuola e la disoccupazione erano perfetti. Piattino per l’elemosina, cartelli scritti a mano, carrelli della spesa pieni di cose inutili e sacchetti di plastica. I giovani d’oggi, quelli della crisi e di Fabri Fibra, hanno paura di finire in mezzo a una strada e tornano a farsi sentire. Un’azione dimostrativa gogliardica, ma pur sempre un’azione. I movimenti studenteschi per il momento protestano con stracci e barba finta, chissà se un giorno torneranno in piazza alla faccia dei genitori che continuano a menarla col ‘68 – quelli che sì erano tempi, noi sì che pensavamo alla politica e al futuro e bla bla bla – e di chi crede che i giovani d’oggi pensino solo a sbronzarsi e a limonare nei cessi delle discoteche – che alla fine è molto più divertente che leggere un saggio di Marx.

ERIKA DOVE SEI?

Erika Opizzi ha 26 anni ma ha già imparato il politichese. Usa espressioni come “nuovo sistema di formazione” o “ammodernamento dei curricula e riforma della classe docente”. Parla di “scuola che premi gli studenti meritevoli con l’introduzione di borse di studio per rendere il giusto merito alle giovani eccellenze della scuola italiana”, dice che “è indispensabile una rete tra le imprese e le scuole del territorio per preparare gli studenti al mondo del lavoro”. Va bene per Libertà, non per la Batusa. Noi volevamo sapere se dopo il volantinaggio davanti alle scuole i piacentini di Avanguardia Studentesca – il movimento che fa capo alla Giovane Italia (Popolo della Libertà) di cui Erika è segretaria provinciale – hanno intenzione di fare sul serio. Una protesta vera. Anni Settanta. Ma non siamo riusciti a contattarla e ci tocca restare con il dubbio.

DIMENTICATE LE OCCUPAZIONI

Giulio Armanetti ha 23 anni e fa parte del Movimento Studentesco, che il 5 ottobre passerà all’azione con una bella manifestazione. Niente barba finta. Siamo comunisti. “Oltre che al sistema scolastico, la manifestazione sarà contro le politiche del governo Monti in generale. Gli anni Settanta sono finiti da un pezzo e probabilmente non torneranno più, ma noi studenti vogliamo farci sentire”. Così, bello carico. “Chi crede che i giovani d’oggi – senza lavoro e con stipendi da fame – non pensino alla politica e al futuro si sbaglia”. E quanti sarete? Duemila? Tremila? “Qualche centinaio. Tempo fa, quando si parlava di riforma Gelmini, la partecipazione di massa degli studenti era assicurata e si arrivava anche a più di mille persone in corteo. Ora le manifestazioni vanno sponsorizzate in anticipo, ma hanno sempre un discreto seguito”. Sì, ma negli anni Settanta c’erano migliaia di studenti in piazza con i loro slogan e i loro striscioni. Urlavano. Occupavano le università. Beh, dimenticatevi il ‘68, le occupazioni e la celere in assetto antisommossa. I giovani d’oggi, in attesa di tornare in piazza (se mai ci torneranno) contestano con cori da stadio e barba finta. E’ sempre una protesta, è sempre politica. C’è chi se ne sbatte di Fabri Fibra.

Qui trovate la prima e la seconda puntata

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