TROVA ROBERTO

FOTO: INTERNET

Roberto cerca di seminarci, ma gli stiamo alle costole. Roma, Piacenza, Benevento, Avellino, Napoli. E noi sempre dietro al suo camper (che non è quello di Renzi, bensì quello riservato allo staff. Già, i camper sono due). Oggi Reggi era ospite ad Agorà, su Rai Tre (qui la replica della puntata). Ormai è talmente in simbiosi con Renzi che nel blog ufficiale della trasmissione l’hanno presentato come “ex sindaco di Firenze e responsabile organizzativo della campagna di Matteo Renzi”. Ormai Reggi e Renzi sono una sola persona, anche se viaggiano su due camper diversi. Mentre Dagospia si diverte un mondo a seguire la campagna elettorale del rottamatore  e spara a pezzi a raffica, i camper sono rimasti incastrati nel traffico napoletano. Renzi e i membri del suo staff sono stati costretti a raggiungere l’hotel Continental di corsa per non arrivare tardi all’appuntamento col comizio. Ce l’hanno fatta. Renzi è salito sul palco e ha iniziato a rottamare. Ecco che cosa è successo.

 C’E’ ANCHE PO’ DI CROZZA

Dopo due chilometri a piedi, il camper parcheggiato fuori dalla Ztl, Renzi arriva e trova qualcosa che a Napoli non s’è mai visto. Un melting pot di industriali, pezzi vari di Pd, infiltrati, ragazzini in età preelettorale, qualche piediellino e tanti, tanti che hanno votato de Magistris e qualcuno è pure deluso. Se dal tipo di pubblico in sala si capisce il politico, si può dire che qualcosa è cambiato anche a Napoli. In meglio o in peggio non è dato sapere, per ora, ma è già un segno. Lo show, ne sono piene le cronache nazionali, funziona. Anche se l’“Adesso” in polistirolo che campeggia sul palco è già smangiucchiato. C’è l’umorismo di Crozza, la mossa furba di regalare ai napoletani Massimo Troisi in “Non ci resta che piangere” (metafora della sinistra), c’è la malapolitica di Cetto Laqualunque, il sogno americano di Obama e il futuro con la sonda Nasa. Si sa, ormai, si conosce. Quel che cambia, di volta in volta, è il pubblico e ovviamente parte del discorso quando Renzi si rapporta a Napoli e al Sud. “Mio figlio ha undici anni e si dichiara bersaniano, perché non vorrebbe il padre fuori casa per tre mesi. Temo che cambino le regole in corsa, ma non credo arriveranno a far votare anche i bambini”. Ma è anche nella città del rivoluzionario arancione Luigi de Magistris, non proprio un suo fan. I due si sono sentiti in giornata. “Ho stima e rispetto per lui – dice il collega fiorentino -, ma credo che ci siano tra noi profonde differenze. Gli faccio comunque i migliori auguri di buon lavoro e, come ho già fatto, esprimo i miei complimenti per l’operazione del lungomare liberato». Alè, direbbe un noto conduttore televisivo.

Repubblica.it

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