Non sopportate più i romanzi di Fabio Volo? I baci sulla guancia delle storie di Federico Moccia vi hanno rotto? Volete leggere qualcosa di diverso dalla ricetta per il coniglio al forno di Benedetta Parodi? Benone. Questa settimana la Batusa si occuperà di libri piacentini. Roba vera. Roba forte. Cominceremo con una rivista intellettuale che per un ventennio è uscita dalla Valnure per affermarsi in tutta Italia. Duecento pagine di filosofia, cultura, storia e cronaca, firme prestigiose e notti trascorse davanti alla macchina da scrivere: questo è quello che è successo quando un gruppo di giovani piacentini con una passione per i saggi di Marx ha deciso di fondare una rivista trimestrale. E poi la vita (e la morte) di un libraio, tra scaffali polverosi e vecchi volumi sulla seconda guerra mondiale. Dalla vendita dei testi porta a porta alla libreria, un ecosistema popolato da acari e strani individui con gli occhiali che cercano libri dimenticati anche dagli autori. Vi porteremo in una libreria mistica in cui non avete mai messo piede ma che è parte integrante della vostra vita, e da lì in biblioteca, dove i giovani universitari fanno finta di studiare. Fino alle ultime pubblicazioni degli autori piacentini che si dividono tra scrittori comunisti amanti di Giorgio Scerbanenco ed Enzo Jannacci e altri che scrivono romanzi ambientati all’Infrangibile, oltre a qualche dizionario di dialetto che non può mancare. I libri piacentini, tra letteratura e Pittolo. Perché abbiamo scelto questo tema? Semplice, perché ci andava così.