VIVA LA PASSERINI

In giro per i corridoi della biblioteca comunale, dove c’è anche qualcuno che va lì per studiare e non per prendere della gnocca. Il nostro Virgilio si chiama Alfredo, studia giurisprudenza ma sa già che finirà a lavorare in lavanderia. Ecco la quarta puntata di “Quaderni Piacentini”, la nostra piccola inchiesta sui libri di Piacenza.

TESTO: FILIPPO MERLI

Gli studenti della Passerini fumano nel cesso come alle medie.  Appena apri la porta smettono di parlare e trattengono il respiro. E’ la Batusa, mica la bidella. Tranqui. Durante le pause interminabili tra una lettura e l’altra gli studenti si ritrovano nel cortile e parlano solo di due cose. La seconda è il calcio. “Hai visto quella là? Che culo c’ha?”. “E la bionda col Mac? Ragazzi…”. “E la cosa, come si chiama, la Martina? Niente male eh?”. Scusate, c’è qualcuno di voi che viene qui per studiare? “Sì, lui”. Ci aspettiamo un nerd sfigatissimo che ha limonato la prima volta dopo i trent’anni, invece ci troviamo davanti uno che di donne se ne intende. Ciuffo biondo, occhiali da intellettuale, maglietta di Amy Winehouse e cardigan marroncino. Studia giurisprudenza e vorrebbe fare l’avvocato, ma sa già che finirà a lavorare in lavanderia per 500 euro al mese. E’ perfetto. Sarà lui il Virgilio che ci accompagnerà nel tour alla biblioteca Passerini Landi. Obiettivo: scoprire se c’è qualcuno che va lì per studiare e non per agganciare della gnocca.

 BELLA ZIO

Il nostro Virgilio si chiama Alfredo e ci porta subito al distributore di merendine. Si avvicina un tizio col risvolto dei pantaloni sopra le caviglie tipo Bellavita by night. “Oh raga, sapete come si attiva il wi-fi del mio cell?”. Bella zio, ci stai dentro un casino, fumo un po’ e dopo gioco a Pes, comunque basta andare in impostazioni di rete e schiacciare su attiva wi-fi. “Sei un grande tato”. Figurati, non posso darti il cinque tipo rapper perché dura un quarto d’ora e non ho molto tempo. Alfredo ci scorta nella sala dedicata ai libri da consultare. “La sezione “mafie e legalità” è la più interessante” dice mentre chiede in giro alcuni appunti di diritto romano. Virgilio ci accompagna nel girone dei frustrati, dove ci sono titoli come “Piccoli grandi ansiosi”, “Single per sempre”, “La paura di avere paura” e “Chi ha paura della paura?”; poi ci guida nel girone degli incazzati, dove trovi libri come “R come rabbia”, “La danza della rabbia” e “Il piccolo libro della rabbia”. Passiamo all’emeroteca con mensili, settimanali e quotidiani, dove assistiamo alla lotta per accaparrarsi l’unica copia della Gazza.

SALA VIP

I cortili sono due e nel più grande – bello, elegante, col giardino ben curato – non è permesso fumare. Ecco perché gli studenti si rintanano nel cesso. Prendiamo le scale e saliamo al piano superiore, dove troviamo subito la sala lettura, che Alfredo definisce “sala seria” perché lì è bandita ogni forma di cazzeggio. Poco più avanti c’è la sala “Monumentale” dove ci sono quelli che hanno già deciso cosa fare nella vita. Quella è la sala vip, la sala aristocratica. Se volete incontrare futuri medici, avvocati e notai, quello è il posto giusto. E’ una sala vecchio stile, con gli scaffali pieni di libri, un silenzio fastidioso e una lunga scala per arrivare ai piani più alti del sapere. Qui gli studenti contemplano i misteri del cosmo sopportandone il peso e danno un’occhiata a Facebook solo quando hanno finito di erudirsi. Nello stesso corridoio c’è una bacheca di annunci poco rassicuranti per i frequentatori della Passerini. Studentesse con un paio di lauree, master, specializzazioni, lode, bacio accademico e petting oxfordiano cercano lavoro come baby sitter. “Bene, il giro è finito. Torno giù a studiare”. Alfredo si siede e si concentra sui tomi di diritto costituzionale. Ci dirigiamo verso l’uscita, dove un ragazzo sulla ventina sta guardando il culo a una tizia di passaggio. Ehi tu, perché vieni alla Passerini? “Per prendere della fica”. Dice fica con la “c”. Termine letterario. Si vede che è gente che ha studiato.

Qui trovate la prima, la seconda e la terza puntata

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1 Comment on "VIVA LA PASSERINI"

  1. Di tempo ne è passato, ma è cambiata solo la tecnologia. Proprio un bel racconto!

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