SANGUE CINESE

“Le hanno quasi staccato al testa”, ripetono gli sbirri al telefono. Il corpo di Xu Xiujun, prostituta cinese di 35 anni, è sul pavimento di un appartamento anni ’50 di via Alberoni. Un temporale spazza la città. L’assassino è tornato a casa. Ecco la quarta puntata di “China Town”, la nostra piccola inchiesta sui cinesi a Piacenza.

TESTO: PINK ANDERSON; FOTO: ARCHIVIO ANDERSON

Le urla di quella prostituta, straziata da un pugnale affilato che le ha aperto la gola da orecchio a orecchio, sono state soffocate dal suo stesso sangue. L’assassino l’ha aggredita non appena la povera cinese – Xu Xiujun, 35 anni – ha aperto la porta di casa. Mentre fuori, la notte del 29 maggio del 2008, un temporale spazzava la città, la prostituta cinese moriva sgozzata sul pavimento di un appartamento anni ’50 di via Alberoni. Era una prostituta, chiunque avrebbe potuto suonare a quella porta a tarda ora. Lei avrebbe aperto senza fare troppe domande. Anche se fosse stato il suo assassino. Saranno state le 22 quando è stata ammazzata. “Le hanno quasi staccato al testa” ripetono concitatamente gli agenti al telefonino mentre avvisano i loro superiori in questura dopo che due amiche hanno chiamato il 113 trovandola morta ammazzata. Nel giro di venti minuti il posto brulica di polizia. Arriva anche il magistrato perché questo non è un semplice omicidio: questa sembra un’esecuzione. Il sangue è ovunque, e la ragazza è stata uccisa con un taglio quasi chirurgico. La comunità cinese non è famosa per l’affabilità o la socialità dei rapporti con gli italiani. E infatti anche questa volta gli investigatori della mobile, a sentire dei cinesi, non ottengono niente. “Sì, stava spesso al bar giù all’angolo a giocare ai videopoker” confermano quelle due o tre persone che la salutavano di vista. Nulla più.

 KATANE, SCIMITARRE, PUGNALI

La polizia allora si fa dare una mano dalla tecnologia e, grazie alle intercettazioni telefoniche, risale a una rosa di clienti che si trovavano in zona quel giorno. Tra i tanti, c’era anche il telefonino di Yuri Zaffignani, un giovane piacentino che abita a Castelsangiovanni in casa con i genitori e che si trovava proprio in via Alberoni nell’arco di tempo in cui la cinese è stata sgozzata. La polizia, senza nemmeno crederci più di tanto, si presenta alla sua porta di casa. Vogliono solo vedere che faccia ha (se magari aveva lo sguardo da criminale) e fargli le solite domande inutili (dove si trovava la sera dell’omicidio? Ha un alibi?). Ma a questo punto succede qualcosa. Il ragazzo si scava la fossa con le sue mani, cercando di scappare da una finestra quando la questura suona alla porta di casa. Viene acciuffato e portato in ufficio insieme a un arsenale di armi da taglio che il 23enne collezionava nella sua stanza: scimitarre, katane, pugnali. Qualunque cosa, basta che fosse affilata. Sull’hard disk del suo pc gli esperti trovano i download di immagini truci di scene di delitti, e qualche amico di Yuri dice alla polizia di averlo sentito una volta mentre diceva che avrebbe voluto rapinare una prostituta. Insomma, ce n’era abbastanza per finire dritto in cella, sospettato di omicidio pluriaggravato.

ERGASTOLO E AVVOCATI

Lui, sguardo di ghiaccio, mai un problema con la giustizia, si è sempre dichiarato innocente. “E’ vero, quella sera sono stato a casa della cinese – ammette – ma l’ho trovata già morta all’ingresso e mi sono spaventato, così sono fuggito”. Senza chiamare nessuno, però. Il caso finisce davanti alla corte di Assise di Piacenza e i giudici popolari, dopo una serie di udienze, di perizie e controperizie, decidono per l’ergastolo. “L’arma del delitto non è mai stata trovata, e nella ricostruzione dei fatti c’è un buco di 45 minuti che non si spiega” hanno sempre sostenuto gli avvocati che lo hanno difeso in aula. La corte di Appello prima, e la Cassazione poi, decidono per una pena di ventitré anni, tre dei quali in una struttura psichiatrica giudiziaria. E’ stata riconosciuta una parziale incapacità di intendere e di volere. Questa è la storia dell’omicidio di Xu Xiujun, 35 anni, prostituta cinese uccisa la notte del 29 maggio 2008 in un appartamento anni ’50 di via Alberoni, a Piacenza.

Qui trovate la prima, la seconda e la terza puntata

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1 Comment on "SANGUE CINESE"

  1. beh, secondo me sono gli anni ’50 dell’ edificio la chiave di volta dell’ inchiesta!

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