IL PARTIGIANO, COMPAGNO E BERSANIANO (MA ANCHE UN PO’ RENZIANO)

Davanti al point di Bersani c’è un signore con la bandiera dell’Italia e uno strano cappello. Si chiama Armando Silva e all’Anpi lo conoscono tutti: “Ho 84 anni, ho combattuto in montagna e ho rischiato la fucilazione. Più rottamato di così…”. 

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: IDEM

Armando Silva porta uno strano cappello. E’ un modello russo, col pelo, il paraorecchie e tutto il resto. Sulla fronte c’è un pezzo di carta tricolore attaccato con lo scotch. C’è scritto “ora e sempre Resistenza”. Appeso al collo ha un cartellone di “Patria”, la storica rivista dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia pubblicata per la prima volta nel 1952. Armando Silva è l’uomo con la bandiera. All’Anpi lo conoscono tutti: a ogni corteo, a ogni commemorazione, lui è quello col Tricolore appeso all’asta. Ieri sera Silva era davanti al point di Pier Luigi Bersani. Ascoltava attentamente le parole del segretario del Partito Democratico, o Pd, e reggeva la bandiera. Mentre Bersani dice le solite cose (“il lavoro prima di tutto, non dobbiamo perderci in chiacchiere e dobbiamo agire e impegnarci con serietà per il bene di questo Paese”) e mentre il sindaco Paolo Dosi pare schierarsi apertamente dalla sua parte salvo poi telefonare a Libertà per fare marcia indietro (“non è un sostegno manifesto, tengo a tutto il partito”) avviciniamo il partigiano Silva. Buonasera Armando, lei non sa chi sono io. “Sì sì, un giornalista di Libertà”.

IL SINDACO DI FIRENZE

Il comizio di Bersani finisce, i sostenitori del segretario approfittano del buffet – salume, torte, spumante – e Silva gira i tacchi. “Pesa ‘sta bandiera. Vado a casa va”. Si allontana in via sant’Antonino con l’asta sulla spalla. Chi lo incrocia lo guarda incuriosito.”Bersani è il miglior uomo politico in circolazione” dice Silva alla Batusa. “Non perché è di Piacenza, ma perché sono convinto che lo sia. Non sono riuscito a sentire molto di quello che ha detto, ma quel poco che ho sentito mi è piaciuto”. Armando cammina veloce. Ha 84 anni e facciamo fatica a tenere il passo. Scusi Silva, e se poi arriva Renzi e la rottama? “Sono del ’28, ho combattuto in montagna, ho rischiato di essere fucilato. Più rottamato di così… Renzi sarà un bravo politico, ma governare una città è una cosa e governare un Paese è un’altra. A mio parere il compagno Renzi, sindaco di Firenze, non ha i numeri per ricoprire l’eventuale carica di presidente del consiglio”. Siamo sicuri che Renzi sia un compagno? “Bah. Io non sono più iscritto al Pd da quando faccio stampa e propaganda per la Resistenza piacentina, ma sono comunque un elettore. E da elettore le dico che alcune idee di Renzi mi piacciono”.

UNA STORIA VERA

Un ragazzo gentile ci affianca e ci consegna un volantino che annuncia un incontro pubblico con Vasco Errani lunedì a Podenzano. “Non rottamiamo, costruiamo!”. Silva, è tornato Berlusconi. “Il suo Governo ha lasciato solo macerie. Se per caso dovesse tornare in sella, sarebbe la fine. La distruzione dell’Italia”. E Dosi come sta lavorando? “Dosi, Dosi. Fa il sindaco, ecco”.  A 84 anni ha ancora voglia di fare politica? “Nonostante la mia giovane età, sì. Ma la mia è una lunga storia. Una storia vera, però. Approfondiremo. Adesso comunque tocca ai giovani. Il nostro l’abbiamo fatto. Come pesa ‘sta bandiera. Ma la porto sempre, sono orgoglioso e lo faccio volentieri. Il tricolore ci rappresenta”. Il cappello è bellissimo. “L’ho fatto con le mie mani. Ho preso un cappello normale e ho attaccato il Tricolore con lo scotch. Vede? Tiene. Non si stacca mica veh. Resiste”. Armando Silva, classe 1928, prosegue giù per via Scalabrini. “Senta, mi fa un piacere? Mi può mandare la foto che mi ha scattato prima?”. Certo, a che indirizzo? “Sede dell’Anpi, via X Giugno 20”.

TRICOLORE E BUFFET

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