FUORI CATALOGO/2

Ermanno Mariani, il nerista col Maggiolone rosso, ha scritto un libro sui delitti irrisolti. Dopo aver intervistato Luigi De Biase, autore di una brossura sul Pakistan, abbiamo parlato con Mariani per convincerlo a lasciar perdere la cronaca nera per dedicarsi al giardinaggio.

ERMANNO MARIANI

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: FACEBOOK

Ermanno Mariani gira con un Maggiolone rosso e fa il cronista di nera. Giornalista di Libertà, Mariani vive per arrivare per primo sulla notizia e quando capita scrive libri noir. L’ultimo s’intitola “Oscuri delitti” (Filios editore, prezzo 10 euro) e raccoglie una dozzina di omicidi irrisolti tra la città e la provincia di Piacenza, con la polizia che brancola nel buio, molti indizi e nessuna prova schiacciante. Dopo aver intervistato Luigi De Biase, giornalista piacentino del Foglio autore di una brossura sul Pakistan, la Batusa ha parlato con Mariani per sapere chi sono i colpevoli dei suoi delitti irrisolti.

Caro Ermanno, hai letto il libro di Luigi De Biase, “Il cuore nero di Islamabad”?
“Ciao cara Batusa. E che cacchio, no, non l’ho letto! Il cuore nero? Mica lo sapevo che De Biase dai biancorossi era saltato a robe internazionali e anche un po’ fosche. Di Cuore ho letto quello di Edmondo, ma anche “Il mistero del fegato etrusco” di Botticelli, e poi quell’altro cuore, quello di tenebra del vecchio Conrad, quello che poi c’hanno scopiazzato quel film con gli elicotteri, la cavalcata delle valchirie, quel tipo con il cappello da nordista e Marlon Brando è sempre lui…”.
Perché non hai letto il libro di De Biase?
“Rimedio dai, lo ordino al mio rigattiere che magari ne ha una copia usata, ce n’ha un sacco anche dei miei libri inveduti, resi, usati, eccettera. Gli dico sempre di tenerli ben in vista che magari uno anche per sbaglio lo vende, macchè, quel taccagno li usa come fermo porta del cesso, sai, per gli spifferi”.
Dovresti leggerlo, il libro di De Biase. Parla del Pakistan e di Osama Bin Laden, almeno così ci ha detto lui, visto che noi non lo abbiamo letto.
“Sono proprio curioso, di quelle parti ho letto solo le due tigri del buon Emilio, però parlava dell’India, ehm, ma che confina con il Pakistan”.
Basta parlare di De Biase. Parliamo un po’ della tua ultima fatica letteraria, come direbbe Daria Bignardi. Hai pubblicato una raccolta di delitti irrisolti perché non sei capace di scrivere il finale di un libro?
“Infatti! Come l’hai capito? Che fatica cercare un finale originale, che suppa, che palle. Così mi sono levato il problema, elegantemente…”.
Dico, non penserai mica di essere Giorgio Scerbanenco vero?
“Giorgio proprio no, lasciamolo alla sua Milano nebbiosa e fumosa, con i suoi spacciatori, papponi e puttane e la venere e i fuoriusciti jugoslavi e i vecchi fascisti e i neofascisti. Io sono la reincarnazione del Buso, il conte nero, quello di Carpaneto, altro che Milano metropoli, che palle, ma vuoi mettere col Gutturnio piacentino?”.
Il tuo Maggiolone rosso può circolare nei giorni di targhe alterne?
“Sì, il problema non è quello, è che i tubi del riscaldamento sono andati e in questi giorni (pari) di gelate, ogni cinquecento metri devo scendere con la scatola e scrostare il ghiaccio dal parabrezza, nei giorni dispari invece il pistone che è incastrato tossisce a tal punto che invece di essere su un Maggiolino mi pare di stare su un canguro, poi ha una gomma buca, ma quella – sia nei giorni pari sia in quelli dispari – si sgonfia piano piano, ma io mica ho voglia di cambiarla, che poi costa pure. Magari se vendo qualche libro ci metto una pezza, ma diglielo tu a quel fetente di non lasciarli sulla porta del cesso”.
E’ più figo il tuo Maggiolone o la Smart di Bisaglia, il nerista del Piacenza.it?
“Wee, vorrai scherzare! Mica mi vuoi paragonare la macchina del popolo, quella del vecchio Adolfo e dei figli dei fiori e delle canne e del Sessantotto e dei taxi a Città del Messico, Maggiolino tutto matto, campagna d’Africa con africa Korps e palme e campagna di Russia a 40 sottozero e di rutti vari con la microsmart, diglielo a Bisaglia che a me piaceva di più la sua Mercedes, quella sì che era una figata, bella ingombrante, ma l’ha dovuta giocare a biliardo per raggranellare qualche soldo per i suoi creditori che sempre lo inseguono. Al bar Madison se l’è giocata con il Turco, glielo avevo detto io, lascia stare il Turco, che ti fotte la Mercedes, ma lui no! Ha voluto fare Paul Newman, lo spaccone, e il Turco quando è andato via con la sua Mercedes ghignando ha detto che provava subito i ribaltabili con due mignotte che aveva adocchiato giù alla Caorsana”.
Scrivi di cronaca nera da una vita. Non ti sei rotto? Non ti piacerebbe scrivere di qualcos’altro, che so, valvole e pistoni o giardinaggio?
“E come no! Mi piacerebbe tanto intervistare quelle ragazze là, quelle del bunga bunga, anzi basterebbe andarci a cena, meglio direttamente in albergo, ma dici che il Silvio poi s’incazza?”.
E’ veglio che i neristi piacentini copiano da te?
“Gli auguro di no, meglio Scerbanenco, Sam Spade, Philip Marlowe, Sherlock Holmes, Maigret, Don Winsolw, o la spada di Shannara”.
Come festeggi dopo uno scoop?
“Quando tiro un “buco” non mi faccio vedere per giorni, altrimenti i colleghi mi prendono a calci… Sto chiuso in casa con la Playstation”.
Il libro di De Biase costa 14 euro, il tuo 10. Dov’è la fregatura?
“La fregatura è che poi dopo vado a giocarmi i soldi al biliardo, che me li vince il Bisaglia che poi li perde con il Turco e i soldi finiscono tutti a mignotte. Il libro di De Biase costa di più, però mi ha detto che gli incassi vanno tutti in beneficenza per una scuola di bambini orfani del Paraguay”.
Grazie Ermanno, volevamo parlare un po’ del tuo libro, volevamo chiederti come è nato, in quanto tempo lo hai scritto, perché lo hai scritto, però purtroppo abbiamo finito lo spazio.

 Qui l’intervista a Luigi De Biase

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