LA FORTEZZA

Chi viene a Piacenza per giocare a calcio deve passare per forza dal Garilli. Lupa o Atletico, Eccellenza o serie D non fa differenza: qui non si passa. Neppure se ti chiami Società Polisportiva Ars et Labor e hai una storia lunga 105 anni.

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I giornalisti sportivi dicono “fortezza” e usano il verbo “espugnare”.  Lo faranno anche per lo stadio Garilli. Lupa o Atletico non fa differenza: al Garilli non si passa. Può venire giù anche la Spal, che col suo blasone aveva incantato le testate piacentine e che alla fine è tornata a casa con tre pere in più alla voce gol subiti. Pareva che stesse arrivando l’esercito del generale Custer, e i giornalisti sportivi avevano usato parole come “corazzata”, “squadrone” e “macchina da guerra”. In settimana Michele Piccolo, l’attaccante dell’Atletico, aveva parlato di partita più importante del solito contro un avversario più forte del solito, ma al Garilli, nella nebbia, per la Spal non c’è stato nulla da fare. Chi arriva a Piacenza per giocare a calcio deve passare per forza da lì, dallo stadio di via Gorra intitolato a Leonardo Garilli. Uno stadio da serie A che ha ospitato la Juve, l’Inter e il Milan e che adesso ospita la Rubierese. E però per i tifosi, quelli veri, quelli che non vanno allo stadio solo perché c’è la Juve, non fa alcuna differenza. Quando gioca la Lupa ci sono quasi duemila spettatori. Ieri, secondo Libertà, per l’Atletico ce ne erano oltre un migliaio. Rettilineo, Distinti, curva Nord e curva Sud sono chiuse al pubblico, ma per il momento basta la tribuna coperta. “Quando sono entrato negli spogliatoi mi è tornato in mente il mio debutto col Milan, proprio qui, in serie A. Emozione forte” ha detto Piccolo, che esordì al Garilli con la maglia del Milan in un Piacenza-Milan 4-2 del 2003. Quando è uscito dal tunnel degli spogliatoi ed è entrato in campo, Piccolo ha segnato il dodicesimo gol stagionale, il secondo alla Spal dopo quello di Cazzamalli e prima della rete del definitivo 3-1 di Bignotti. Piccolo è un bomber che sa come si spinge un pallone in fondo alla rete, esattamente come Marco Arena, che con i suoi gol sta trascinando la Lupa in Eccellenza. Nelle prossime giornate il Garilli tornerà a essere la fortezza della squadra che ha ereditato il marchio del vecchio Piace, il teatro della risalita e della rinascita dopo il fallimento. Ormai nel girone della Lupa lo sanno tutti: quando arriveranno al Garilli troveranno un gruppo di tifosi che in Eccellenza non s’è mai visto e una squadra di categoria superiore che ha come unico obiettivo quello di tornare il prima possibile tra i professionisti. Nel frattempo a conservare l’imbattibilità del Garilli ci ha pensato l’Atletico. Per venire qui a fare punti non basta chiamarsi Società Polisportiva Ars et Labor – comunemente detta Spal – e avere una storia lunga 105 anni.

filippo.merli@labatusa.it

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