ECCO PERCHÉ L’HANNO SEGATO

“Stai fuori dalle primarie dei parlamentari e ti mettiamo nel listino” avrebbero detto a Reggi, che deve averci creduto e per questo ha aspettato invano. Roberto ha pestato parecchi piedi, e forse qualcuno meditava da tempo il suo coccodrillo politico.

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FOTO: INTERNET

Mezzala destra, questo il ruolo che più gli si addice. Corsa, cuore e piedi buoni. Così sarà ricordato l’ex sindaco di Piacenza ed ex spin doctor di Matteo Renzi, il nostro Roberto, faro della Nazionale di calcio dei sindaci e della rappresentativa del Consiglio comunale di Piacenza. E magari è stato proprio quell’ammiccamento alla destra, anche se solo di fascia, che lo ha fregato. Scherzi a parte, per Reggi l’esclusione dalla lista del Partito Democratico, o Pd, alle prossime elezioni è un colpo difficile da digerire. Un’esclusione dal campo da parte di mister Bersani che certo Reggi temeva, ma che – a differenza di quello che ha dichiarato ai giornali – probabilmente non si aspettava. Chi poteva mettere in discussione colui che ha portato al trionfo il Pd a Piacenza nel 2002 e poi, primo sindaco nella storia piacentina, a riconfermarsi nel 2007? Chi avrebbe osato contrastare colui che ha regalato alla De Micheli il seggio di Roma nel 2008, a Carini quello di Bologna nel 2010, a Dosi quello di Piacenza nel 2012?
Ma Reggi, gioia e delizia della sinistra piacentina e nazionale, in questi anni deve aver pestato un po’ troppi piedi. E questo i veri comunisti non te lo perdonano. Botti, Calza, Cacciatore, sono solo alcune delle “vittime” lasciate sul campo, che probabilmente meditavano da tempo una rivincita politica. Che puntualmente è arrivata. Quante incazzature mandate giù da parte di chi ha sempre speso faccia e tempo per il partito e si vedeva superare dalla stella di Reggi. Ma fin che si vince, come si dice, la squadra non si cambia. Dopo l’ultimo affronto di Reggi alle comunali di Piacenza, con il candidato Dosi imposto a dispetto delle primarie, molti gliel’avrebbero giurata, e dove non è riuscita la destra, si sarebbero ripromessi di riuscire loro. Del resto, i “panni sporchi” si lavano in casa. E allora… chi di primarie ferisce, di primarie fuoriesce. Che Reggi sia andato in tempi non sospetti a chiedere udienza e un posto a Roma a Bersani è cosa risaputa (almeno alla Batusa, che lo aveva scritto). Che il segretario di Bettola abbia opposto un deciso rifiuto tanto da spingere Reggi nel camper del sindaco di Firenze, pure. E Roberto, in cuor suo, avrebbe giurato di fare uno scherzetto al segretario. Se mi cacci dalla porta, rientro dalla finestra. Vi rottamerò tutti insieme a Matteo! Ma senza fare i conti con la macchina comunista… “Stai fuori dalle primarie dei parlamentari e ti mettiamo nel listino” avrebbero detto a Reggi, che deve averci creduto e per questo ha aspettato invano. Ieri mister Bersani ha chiuso le convocazioni, e la carriera politica della nostra mezzala destra. Forse.

scrivania@labatusa.it

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