La Batusa

ULTIMO LAMBRI A PARIGI

Sono settimane che Giorgio Lambri, firma storica di Libertà, la mena con Parigi su Facebook. Ormai ci va ogni due settimane e quando torna è sempre triste. Ma che cosa va a fare Lambri a Parigi? Gioca nel Psg? Vuole finire tutto lo champagne? Forse raccoglie necrologi per una nuova edizione francese di Libertà?

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: FACEBOOK

Che Giorgio Lambri vada fino a Parigi solo per bere qualcosa è impossibile. Potrebbe tranquillamente bere qualcosa dalla tettona di Gerbido, senza aeroporti o altri sbattimenti. Certo, lì potrebbe bere solo quel vino che lascia le labbra viola e non champagne, non troverebbe hostess gentili che lo pregano di allacciarsi le cinture ma vecchi ubriaconi che si addormentano sul tavolo, provati dalla vita e dalla birra chiara, ma non è comunque abbastanza per salire su un aereo e prenotare una pensione elegante sulla collina di Montmartre. Sono settimane che Lambri, capocronista e firma storica di Libertà, la mena su Facebook. Quasi ogni giorno compare un post dedicato a Parigi: quant’è bella Parigi, a Parigi il tempo sembra fermarsi, a Parigi la mia vena artistica si rianima e continuo a scrivere, a Parigi mangio con calma e dormo bene, a Parigi fotografo gli attimi, a Parigi giro per le strade poco battute, osservo le persone e prendo appunti sul Moleskine. L’ultimo post sulla sua bacheca di Facebook dice così: “…la tristezza si stava impadronendo completamente di me… così ho fissato venerdì prossimo 25 gennaio riposo, sabato ferie, domenica è domenica, lunedì riposo della settimana successiva; sono andato sul sito ryan air… ecco qua: 70 euro, partenza ore 6,45 a.m. da orio arrivo ore 8,25… ritorno ore 21,30 e arrivo ore 23… quattro bei giorni per tornare a sorridere … PARIS…”. Ecco, ci risiamo. Lambri va a Parigi. L’ultima volta che è stato lì – nelle feste natalizie, ormai Giorgio va a Parigi una volta ogni due settimane – quando è tornato scriveva cose simili: “tra letto e divano, lavorando ad “appunti parigini, antiguida ad anima e sogni della ville lumiére”… decodificando e trascrivendo più di 20 anni di annotazioni su moleskine, che sono soprattutto emozioni, sorprese, apparizioni, magie…”.
Poi ha preso la macchina fotografica e si è messo a riguardare gli ultimi scatti: “Paris, 4 gennaio 2013. Nella città più vanitosa del mondo tutto si mette in mostra e “vuole” farsi fotografare. Questa è una signora elegantissima e civettuola, ça va sans dire; monumenti, edifici più o meno celebri, fontane, giardini pubblici, “passage”, scorci del lungo Senna, ma anche negozietti, mercatini, perfino i fregi di certi vecchi palazzi e le insegne delle Metro: sembra che ogni luogo sia perennemente in posa e ammicchi malizioso all’obiettivo per ottenere uno scatto”. Ma che cosa va a fare Giorgio Lambri a Parigi? Gioca nel Paris Saint-Germain? Pranza con Carlo Ancelotti? Vuole finire tutto lo champagne? Pensa di essere uno scrittore della Generazione Perduta? Ernest Hemingway? Francis Scott Fitzgerald? James Joyce? Forse hanno aperto una succursale di Libertà a Parigi e Lambri raccoglie i necrologi francesi? Vuole dare una testata a Zidane? Vorremmo chiederlo a lui, ma starà facendo le valige e non vogliamo disturbarlo in questo momento solenne.
I suoi amici di Facebook mettono like a nastro e commentano appassionati ogni suo stato. Tra i tanti commentatori c’è anche qualcuno che gli fa la domanda più ovvia e pertinente: se ti piace tanto Parigi, perché non vai a vivere là? Già, perché? Fonti vicine a Lambri confermano che Giorgio prima o poi lo farà davvero. In questo modo potrà finalmente scrivere dell’Arco di Trionfo e non di Porta Borghetto, potrà bere tutto lo champagne che vuole e mangiare come si deve, lui che sa come si accompagnano il Foie gras e le huîtres, le ostriche.  Sempre i ben informati escludono che Lambri vada a Parigi per amore di una donna, ma nessuno se la sente di affermarlo con certezza. Nel frattempo Lambri continua ad annotare: “La ragade, carta igienica, flora intestinale… ma anche le pubblicità le hanno scelte per fare “pendant”?. Poi va a Parigi e il giorno prima di tornare è sempre triste: ” …ieri sera avevo la mia finestra del terzo piano a Montmartre, con le imposte lasciate aperte anche di notte per non perdermi la vista di Paris … meglio non pensarci… chissà se le mie galline domattina mi riconosceranno ancora, gli canterò “je ne regrette rien” di edith piaf…”.
Un giorno come un altro Ezra Pound minacciò di buttarsi da un tetto parigino. Sotto si fermò una piccola folla di curiosi. Lo salvò la moglie di Hemingway, Hadley Richardson, che gli porse un vaso con dentro dell’oppio. Noi qui abbiamo Giliana Gilian, che a pensarci bene è molto più divertente di Ezra Pound. Ecco una buona ragione per cui Giorgio Lambri dovrebbe continuare a vivere a Piacenza.