POLITICA DA STADIO

Da ultras del Piacenza a consigliere comunale uscente dopo il ricorso presentato da una esponente del Pd: per otto mesi Marco Colosimo (Futuro e Libertà) ha cercato di portare idee giovani in una politica per vecchi.

marco colosimo

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: FACEBOOK

Marco Colosimo è famoso per un coro. Il suo momento di gloria arriva quando Davide Reboli spegne il megafono e si prende una pausa. Allora Colosimo s’attacca alla ringhiera e inizia a urlare: “Il Piace è! Tutto per me!”. E gli altri, vecchi e giovani ultras, gli vanno dietro e ripetono il ritornello. Poi Colosimo torna a sedersi e Reboli riprende il comando delle operazioni. La metamorfosi da ultras del Piacenza a consigliere comunale iniziava dall’abbigliamento. In curva Nord Colosimo porta il cappello alla pescatora, gli occhiali scuri e la polo Fred Perry. A Palazzo Mercanti indossava la giacca elegante e la camicia a righe. Non ha mai pensato di interrompere una seduta cantando “il Comune è! Tutto per me!”, né si è mai rivolto alla giunta Dosi urlando “uscite a mezzanotte!” come fa coi giocatori avversari alla domenica pomeriggio, ma in aula si faceva sentire ed era uno dei pochi che provava a fare qualcosa di nuovo. Per questo ci è rimasto male quando ha saputo che il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di Sandra Ponzini (Partito Democratico) scalzandolo dai banchi di Palazzo Mercanti e riportando la maggioranza a venti elementi. Il contenzioso tra i due, lei del Pd e lui di Piacenza Viva, lista a sostegno di Andrea Paparo alle Comunali, era nato per l’assegnazione dei seggi in Consiglio. “Colosimo, primo escluso della minoranza, contestava il fatto che l’arrotondamento del numero di posti da assegnare alle liste collegate al sindaco Paolo Dosi – scrive Michele Rancati su Libertà – fosse da arrotondare per difetto, quindi 19 e non 20”. Il Tar di Parma diede ragione all’esponente di Piacenza Viva (e di Futuro e Libertà) e a luglio Colosimo entrò in Consiglio. Fino al contro ricorso della Ponzini, che dalla prossima seduta tornerà a Palazzo Mercanti.
Colosimo, 23 anni, si è avvicinato al calcio e alla politica nei bar della Besurica. Fin dalle Comunali ha sempre puntato sul coinvolgimento dei giovani. Sapeva benissimo che la politica è un affare per vecchi, ma grazie a Facebook e al web era riuscito ad avere un buon seguito di coetanei. Alla domenica Colosimo vestiva l’abito dell’ultras e andava al Garilli a bere birra calda, poi al lunedì era al suo posto sulla poltrona rossa dell’aula a parlare per conto dei giovani, che proponevano progetti e iniziative da presentare in Consiglio sul gruppo di Facebook “RinGIOVANIaniamo Piacenza” (826 membri, qualche intruso oltre i 50). Negli ultimi tempi Colosimo aveva fatto proposte interessanti, per esempio la legittimazione dei parcheggi in centro in divieto di sosta durante il week end e la richiesta di allungare l’orario della biblioteca comunale fino alle 21, oltre a intervenire su temi più seri come i suicidi nelle carceri. Stava cominciando a imparare il politichese, lui che era abituato al gergo da stadio, ma rispetto ad altri giovani politici che parlano come vecchi assessori sapeva farsi capire senza utilizzare un lessico troppo complicato. Insomma, ci stava prendendo gusto. Sul suo profilo di Facebook, dove prima c’era lui in curva Nord, aveva messo la foto in Consiglio, con un foglio in mano e il microfono davanti alla bocca.
Colosimo non ha ancora detto nulla sulla vicenda (è stato colpito da un grave lutto familiare che ha fatto passare tutto in secondo piano). Sul caso però è intervenuto il coordinatore provinciale di Fli, Fabio Callegari: “A nome di tutto il movimento politico Fli Piacenza e come esponente di Piacenza Viva voglio ringraziare Marco Colosimo per l’impegno e la passione civica mostrati in questi mesi da consigliere comunale. La nostra battaglia per il territorio e il rinnovamento non si fermerà di certo a causa di una sentenza romana”. Colosimo, l’ultras del Consiglio comunale, continuerà a fare politica anche lontano da Palazzo Mercanti.

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