IL FINTO GAY

Le donne che pensano di aver trovato il principe azzurro devono fare attenzione: potrebbe essere il finto gay, quell’essere subdolo che ti soffia la ragazza dei tuoi sogni. Tu organizzi grigliate in Trebbia col costume attillato e il pacco in evidenza per dimostrare la tua virilità, ma lui sa quello che vogliono le donne e ti frega sul più bello con grandi chiacchierate e qualche bacio di dama.

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TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: INTERNET

I tempi del principe azzurro sono finiti. Questa è l’epoca del finto gay. Il finto gay è quell’essere subdolo che ti soffia la ragazza dei tuoi sogni. E’ furbo, sgamato, sa quello che vogliono le donne e non fa altro che agire di conseguenza. Veste alla moda, con pantaloni stretti e cappelli stravaganti, cura l’aspetto in modo maniacale, barba ben curata e capelli ingellati, si fa le sopracciglia e prende spunto dai veri gay per entrare nel personaggio. Lui non arriva col cavallo bianco: si presenta in sella a un Ovetto Piaggio col parabrezza per non prendere aria. Mette in atto un piano ben preciso, studiato nei minimi dettagli. Non ha bisogno del piano B: lui è convinto di riuscire al primo colpo. Le sue vittime preferite sono le donne che sono appena state scaricate o quelle che credono ancora all’anima gemella, quelle che tengono una copia di “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” sul comodino e quelle che si emozionano ancora leggendo il “Piccolo Principe”. Quando un finto gay individua la preda indossa una maglietta con lo scollo a V e parte all’attacco. Va dalla tizia di turno e per prima cosa fa quello che gli uomini non fanno: ascolta. Ma non è che intanto che ascolta pensa a Balotelli o al locale in cui andrà a farsi una birra con gli amici, no no, lui è concentratissimo e s’interessa sul serio ai problemi della donna. Annuisce col capo, non la interrompe mai, accavalla una gamba, poi accavalla l’altra, porta una mano al mento per dare forza alla sua espressione interessata e intellettuale, pensa davvero a una soluzione e le dà consigli preziosi. Questa è la fase uno e alla tizia non sembra vero: finalmente un uomo che s’interessa veramente a quello che dice e a quello che fa, e pazienza se è gay.

I FILM DI VAPORIDIS

Qui scatta la fase due: le date. Il finto gay memorizza ogni ricorrenza della ragazza in questione: le telefona per complimentarsi quando passa un esame, le fa l’in bocca al lupo prima di un colloquio, le regala mimose per la festa della donna e cioccolatini per San Valentino. Il finto gay fa tutto ciò che una donna vorrebbe che facesse un uomo. Allora la asseconda, la consola, chiede se c’è qualcosa che non va, le offre un frappè al bar, parla, parla, parla, parla. Ovviamente non rivela mai la sua vera identità. Anzi, in quanto gay consiglia i ragazzi alla tizia: oh, guarda com’è carino quello, oh, guarda che addominali!, avanti, fatti coraggio e chiedigli il numero! Ma il finto gay sa benissimo che parte da una posizione di vantaggio rispetto a tutti. Si vede che ha studiato: è informatissimo su trucchi e tacchi alti, dà una sbirciatina nel camerino di Zara mentre la tizia si prova il vestito, tanto è gay, va a fare shopping con lei e le dice che con la nuova acconciatura è una favola anche se è ridicola. Dà sempre ragione alla ragazza, la spinge, la incoraggia, s’imbuca ai corsi di uncinetto e a quelli di cucina vegana. A questo punto la donna pensa di aver trovato l’uomo della sua vita, peccato che sia gay, ma perché sono così sfigata con gli uomini? E arriva il momento della fase tre. Il finto gay la porta al cinema a vedere una di quelle boiate di Nicolas Vaporidis (che tra l’altro sul grande schermo ha vestito i panni del finto gay in “Outing – Fidanzati per sbaglio”), quei film falsi e banali sull’amore che piacciono tanto alle donne perché hanno sempre un lieto fine, poi le offre la cene, la invita a casa sua con una scusa e stappa una bottiglia di vino. Chiacchiera come fa sempre, ascolta come solo lui sa fare, magari ci scappa un bacio senza lingua e dopo scoppiano a ridere, una donna che bacia un gay, robe da matti, ah ah ah. Però quel bacio ha fatto effetto e il finto gay lo sa benissimo. A quel punto la abbraccia, la stringe, capisce che lei ci è rimasta sotto. E’ andata. Cotta. Persa. E sul più bello, quando arriva il momento di concludere, sim sala bin, magia delle magie, apriti sesamo: non è più gay. Così ha raggiunto il suo scopo e la donna a cui fai il filo da un anno, la ragazza dei tuoi sogni, è sua. Tu facevi l’uomo virile, organizzavi grigliate in Trebbia col costume attillato per mettere in mostra il pacco, la invitavi a partite di calcetto alla Cattolica e litigavi apposta con l’arbitro per far vedere che eri un vero uomo, ti aspetto fuori, ti sbronzavi al Nina fino a rischiare il coma etilico per dimostrare che reggevi l’alcol e il finto gay, quell’essere misero e spregevole che spesso è protagonista anche di qualche film divertente (uno su tutti “Boat Trip”, in cui un tizio si finge gay su una nave da crociera e spalma la crema a un intero gruppo di ragazze svedesi), ti ha fregato la donna della tua vita con una tisana al timo e un qualche bacio di dama.

IL PARERE DI UN VERO GAY

Abbiamo chiesto un parere sul finto gay a un gay originale, Valeriano Scassa, presidente dell’Arcigay di Piacenza. “Personalmente non ho mai avuto a che fare direttamente con un finto gay – dice alla Batusa – né so se è una figura diffusa. Probabilmente ha qualche problema con la sua sessualità, è bisex, chissà. Fatto sta che se qualcuno si spaccia per omosessuale per fare colpo su una donna è davvero messo male…”. Eppure, a sentire Valeriano, pare che la tattica del finto gay funzioni. “Posso dirti per certo che ci sono donne che vanno alle feste dei gay, si fanno una bevuta e poi ci provano. Molte volte i gay ci stanno per amicizia e alla fine limonano con loro”. Ecco, metti che a quelle feste dei gay ci sia il finto gay: limonerà senza neppure dover fare lo sforzo di provarci. In ogni caso, care donne, se credete ancora al principe azzurro e trovate un uomo che vi ascolta per più di tre minuti non fatevi ingannare: il finto gay è sempre dietro l’angolo.

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