FESTA MOBILE

La prima cosa che abbiamo visto quando siamo arrivati al Covo è stato un uomo mezzo nudo che s’infilava nelle macchine dei giocatori. Poi è arrivato William Viali e gli ultras hanno riadattato per lui un vecchio coro per Gigi Cagni. I tempi cambiano e la nostalgia ha rotto.

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FOTOGRAFIE: LA BATUSA

C’è un uomo mezzo nudo che s’infila nelle macchine dei giocatori. E’ magrissimo, beve boccali di birra al colpo e per tutti è il Barbaro. Il mattatore della festa per la promozione in serie D della Lupa, se qualcuno aveva dei dubbi, è stato lui. Chiedetelo al mister, William Viali, e al diesse, Marzio Merli, che appena arrivati al bar di via Leonardo sono stati abbracciati dal Barbaro in persona (e in mutande). La festa, dopo l’invasione di campo al Garilli, si è spostata nel nuovo ritrovo degli ultras biancorossi, dove a festeggiare c’erano pure i calciatori del Gazzola. Un binomio perfetto, tanto che al Covo era pieno sia dentro sia fuori. Dentro era radunato lo stato maggiore della curva Nord, coi fratelli Reboli e i ragazzi della Sparuta Presenza; fuori c’erano tutti gli altri, giocatori compresi, che dopo aver scarrozzato il Barbaro per via Leonardo hanno bevuto un bicchiere coi tifosi. Anche al Covo non sono mancati i cori e gli applausi per la vittoria del campionato e la promozione nella categoria superiore. Il più esaltato dalla folla è stato l’allenatore, Viali, che appena è entrato al bar è stato abbracciato uno a uno da tutti i sostenitori biancorossi. Per lui gli ultras della Nord hanno rispolverato e riadattato un coro dei bei tempi: “E quando William Viali, in piedi s’alzerà, allora vorrà dire che saremo in serie A!”. Una volta quel coro era dedicato a Gigi Cagni, ma i tempi cambiano e in fondo la nostalgia ha rotto. Ora ci sono nuovi giocatori, una nuova società e una promozione da festeggiare dopo due retrocessioni consecutive con annesso fallimento. Il senso della festa al Covo è stato proprio questo, lo stesso che ha accompagnato tutto il campionato: lasciare il passato da parte e ricominciare da capo. Così Marco Reboli aspettava di collegarsi in diretta con Telelibertà davanti alla televisione, mentre Dede Valla, Francesco Volpe e gli altri giocatori parlavano coi tifosi di una stagione “Devastante”, com’era scritto sul retro delle maglie celebrative. Teoricamente la festa si sarebbe dovuta spostare all’Altro Village, non sappiamo se sia successo perché siamo andati via prima, quando nessuno aveva più notizie del Barbaro da un pezzo.

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