STORIA DI ORDINARIA FOLLIA

“Oggi per investire nel calcio bisogna essere dei pazzi: io e mio fratello lo siamo”. Marco Gatti, il presidente della rinascita, parla alla Batusa del futuro del Piace. “Abbiamo una faccia e una parola sola: riporteremo la squadra tra i professionisti. A chiunque sia interessato voglio dire che questo è il momento giusto per entrare in società e darci una mano”.

gatti promozione

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: ILPIACENZA.IT

Ieri Dede Valla doveva ancora smaltire la sbornia. Il giorno dopo è il peggiore, è quello che ti frega. Sinceramente non abbiamo mai avuto i postumi di una sbronza per una promozione in serie D (la nostra carriera da panchinari di successo s’è fermata agli Allievi Provinciali), ma deve fare uno strano effetto. D’altronde la promozione della Lupa doveva essere festeggiata nel migliore dei modi. Marco Gatti, il presidente della rinascita, non ha esagerato. Ha bevuto qualche bicchiere ma s’è contenuto, anche perché ieri mattina già era in ufficio. L’obiettivo è stato raggiunto, i tifosi sono esaltatissimi, probabilmente i giocatori e i dirigenti sono andati a dormire con la maglia celebrativa, con la testa che girava e la netta sensazione di avere fatto in qualche modo la storia. La Batusa ha chiamato Gatti per sapere l’effetto che fa.

Presidente Gatti, quanti bicchieri di spumante ha bevuto domenica?
Chi è stato il più scatenato durante i festeggiamenti?
“Senza dubbio Marzio Merli. Il nostro diesse è stato il leader indiscusso della festa per la promozione. Era felicissimo e scatenatissimo”.
Chi ha sentito di più la partita di domenica? Lei o suo fratello Stefano?
“Stefano ha un altro amore, la pallavolo, ed era teso anche per la partita del Copra. Io invece ho solo il calcio, e penso di aver sentito la tensione della gara col Colorno più di lui. Per me è il raggiungimento di un sogno. Da tifoso, riuscire a regalare ai miei compagni di tifo questo traguardo è qualcosa di incredibile. Mi sono pure commosso…”.
Quando ha capito che era fatta?
“Quando abbiamo raggiunto quota 72 punti. Ero convinto che il campionato si potesse vincere arrivando a quella soglia e quando è successo ero tranquillo. E comunque dobbiamo fare i complimenti alla Correggese, che s’è trovata la Lupa sulla sua strada, altrimenti avrebbe sicuramente vinto”.
E domenica?
“Domenica, quando è arrivata la certezza matematica della vittoria del campionato e della promozione, ho avuto la certezza di aver fatto qualcosa di grande”.
Se l’aspettava così? Il campionato, i tifosi, la festa per la promozione.
“Era il mio sogno, la mia speranza. In questi mesi io e i miei collaboratori abbiamo lavorato duro per raggiungere questo traguardo e questi risultati, da quelli del campo fino a quelli sugli spalti. Abbiamo risvegliato una grande passione nel tifo piacentino, che negli ultimi anni s’era un po’ assopito per i motivi che tutti conosciamo. Ma questo è solo l’inizio. Il tifoso piacentino può dare ancora tanto, anche a livello di presenza”.
C’è stato un momento particolarmente difficile quest’anno?
“Sicuramente all’inizio, dopo la sconfitta col Fiorenzuola in Coppa Italia. Lì ho dovuto prendere decisione importanti e mettere da parte persone che hanno condiviso con me esperienze fantastiche. Non è stato facile nemmeno dopo la prima sconfitta col San Polo, un momento che comunque abbiamo superato alla grande”.
In questo periodo di crisi lei e la sua società andate in controtendenza: avete speso parecchio per portare la Lupa in D e parlate di ulteriori investimenti per il prossimo campionato. Significa che se c’è la disponibilità – e la volontà – è ancora possibile investire nel calcio?
“Bisogna essere dei pazzi. E io e mio fratello Stefano lo siamo. Quando abbiamo preso in mano il Piacenza Calcio la situazione economica era molto più favorevole, mentre negli ultimi 7-8 mesi, a livello di economia globale, le cose sono peggiorate parecchio, e queste difficoltà non hanno risparmiato neppure le nostre aziende. Però abbiamo una faccia sola e una sola parola e abbiamo tutta l’intenzione di mantenere le nostre promesse. Vogliamo riportare questa società, questi tifosi e questa città tra i professionisti. Addirittura fra due anni ci sarà una serie C unica, senza più Prima e Seconda divisione, e penso che la C sia la realtà giusta per una città come Piacenza”.
Come s’immagina la serie D?
“Ho seguito qualche partita e ho parlato con Viali che l’ha già fatta. Il mister mi ha detto che è più tecnica e che ci sono giocatori di caratura superiore. In D, per esempio, tutte le squadre là davanti hanno un bomber che non perdona, mentre in Eccellenza magari hai la possibilità di fare qualche errore in più. Ci vorrà una rosa importante, anche per sopperire a eventuali infortuni o squalifiche. Ma sono convinto che anche in serie D la differenza la farà il nostro dodicesimo uomo in campo: i tifosi”.
In serie D sarà più semplice trovare imprenditori disposti a entrare nel Piacenza con una quota societaria?
“Me lo auguro. Abbiamo creato basi molto importanti e abbiamo dimostrato che, anche se è un momento difficile, è possibile investire e ottenere risultati. Agli imprenditori vorrei dire che il Piacenza Calcio – perché tra poco torneremo a chiamarci così – è una realtà pulita, sana, per cui penso che per qualunque persona interessata sia il momento giusto per affiancarci e darci una mano”.
Nelle ultime due partite i tifosi hanno cantato “Volpe resta con noi”. E’ possibile?
“Indipendentemente da Volpe o da Viali o da qualsiasi altro nome, ai tifosi vorrei dire che non dobbiamo affezionarci troppo agli attori. Dobbiamo capire che quello che rimane sono la società e i tifosi, che ci sono e ci saranno sempre. Gli allenatori e i giocatori sono componenti di una squadra che oggi ci sono e che domani potrebbero non esserci più. Per vari motivi: economici, di convenienza, di vicinanza. Non dimentichiamo che a inizio anno parecchi nostri giocatori erano sconosciuti e che Viali era stato accolto con più di una riserva per il suo passato nella Cremonese”.
A proposito: il mister resterà?
“Se Viali rimarrà sarò la persona più felice del mondo, se non rimarrà troveremo un altro allenatore. Lo stesso vale per i giocatori. Di certo, il prossimo anno, è che ci saremo noi e la nostra tifoseria”.

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