CARI ALPINI, ECCO PIACENZA

Cari alpini, vi presentiamo Piacenza. Ecco una piccola mappa dei luoghi caratteristici della nostra ridente città che potrete visitare coi vostri apecar non immatricolati, dalla statua di San Trottola alla focaccia della staffa di Bosoni.

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TESTI: FILIPPO MERLI; FOTOGRAFIE: IDEM

Ieri sera c’era un alpino in contemplazione davanti alla statua di San Trottola. Ci siamo avvicinati. Ci ha guardato. E’ tornato a guardare la statua. Poi s’è rivolto direttamente a noi: “Scusa, bocia. Prima quella statua guardava di là e adesso guarda di qua. Sono io che ho bevuto sette grappe prima di cena o la statua s’è girata?”. Caro alpino, benvenuto a Piacenza. Dove le statue girano – in realtà gira solo San Trottola, che poi è la statua di Sant’Antonino a barriera Genova- e dove dopo la mezzanotte si mangia la focaccia della staffa da Bosoni. L’episodio dell’alpino che fissava la statua di San Trottola ci ha fatto venire in mente che tutte le penne nere hanno una cartina di Piacenza con le strade e gli orari delle farmacie, ma nessuno ha pensato di fare una mappa dei luoghi classici piacentini. Così ci abbiamo pensato noi della Batusa. Cari alpini, vi presentiamo Piacenza. Ecco una piccola mappa dei posti caratteristici della nostra ridente città che potrete visitare con i vostri apecar non immatricolati.

MILIONE (via Manfredi)

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La cameriera ultracentenaria della trattoria “Da Milione” ha visto le guerre puniche, quindi è inutile che ve la tiriate coi vostri aneddoti. La sua grande particolarità è quella di dire tutto il menu senza pause: “Cotolettallamilanesearrostodivitellocavallocrudoecotto”. Se riuscite a capire, siete a posto. Milione rappresenta la tipica trattoria piacentina coi vecchi che dormono con la testa appoggiata al tavolo e il cesso nel cortile. Se il pane cade per terra da Milione se ne fottono: lo prendono, ci soffiano su e lo rimettono nel paniere. Ma voi alpini siete abituati a ben altro, quindi se volete mangiare il minestrone con le verdure non indugiate e fateci un salto.

SAN TROTTOLA (Barriera Genova)

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Eccoci alla statua di San Trottola, statua girevole del santo patrono di Piacenza, Sant’Antonino, inaugurata dall’ex sindaco Guidotti. Qualche mese fa la città è andata nel panico perché la statua si era bloccata. Si temeva che fosse un presagio, un avvertimento, un segno del destino che annunciava catastrofe. Gli studenti della scuola di fronte, il liceo Respighi, avevano smesso di studiare per andare alla finestra a vedere la statua, i bambini si rifiutavano di nascere, il sindaco Dosi era disperato. Per fortuna poche ore dopo San Trottola ha ripreso a girare e tutto è tornato alla normalità.

LE PALLE DEL CAVALLO (Piazza Cavalli)

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Non sono tanto Piazza Cavalli e il Gotico: la vera attrazione sono le palle del cavallo, tipico ritrovo dei piacentini. Quando i ragazzini si danno appuntamento per andare a fare una vasca sul Corso o quando invitano per la prima volta una ragazza a uscire dicono “ci vediamo sotto le palle del cavallo”. Non s’è mai capito perché, ma ormai è diventata una vera e propria tradizione. Quindi se volete dire di essere stati veramente a Piacenza dovete trovarvi sotto le palle del cavallo almeno una volta.

BOSONI (via Leonardo)

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Dubitiamo che possiate avere fame, dato che avete un carico di barbecue e di griglie da fare invidia a quelli che vanno in Trebbia, ma se volete provare la focaccia della staffa dovete andare al panificio Bosoni di via Leonardo. Dopo la mezzanotte i piacentini sono tutti lì a mangiare brioche e “un euro di pizza”. Unica avvertenza: parlate a bassa voce, altrimenti il panettiere s’incazza. E quando il panettiere s’incazza, fidatevi, le vostre jeep con le mitragliatrici non servono a nulla.

LA LURIDA DI MICHELE (Le Mose)

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Come potete vedere, questa foto è stata scattata in inverno. Ma non importa, perché Michele è sempre lì. Se volete una lurida, come recitava la scritta di una famosa maglietta che circolava anni fa a Piacenza, dovete andare a Le Mose. Il paninaro più famoso della città è anche il più conveniente: un panino con la salamella e ogni sorta di condimento costa 3,50 euro. Un affarone, anche perché è enorme. Lo troverete senza problemi: basta seguire la musica sudamericana che pompa dalle Punto taroccate in sosta nel parcheggio.

FACSAL (tra lo Stradone Farnese e il Corso)

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Forse non ve l’hanno detto, ma quelli che ce l’hanno di più con voi e con la vostra Adunata sono i piacentini che fanno footing sul Facsal. Ora che ci sono paninari e bancarelle, non sanno più dove andare a correre per tenersi in forma. Il Facsal è il polmone verde del centro, il luogo dove i giovani limonano sulle panchine e fanno parkour sulle ringhiere per passare il tempo. Unica avvertenza: occhio agli Amici del Facsal. Se buttate una cartaccia in terra per sbaglio e loro vi vedono siete fottuti.

BOERI’S CLUB (via Gaspare Landi)

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Non ce ne vogliano gli alpini di vecchia data, ma il Boeri è più adatto alle nuove leve. E’ il principale ritrovo della movida piacentina, si beve, si balla e si fanno un sacco di altre cose (in realtà no, si beve e si balla e stop). Il tizio con le basette folte e la croce celtica tatuata sulla nuca che sta all’ingresso si chiama Davide Reboli ed è meglio non farlo arrabbiare. Se esagerate con la birra non c’è problema: fuori dal Boeri hanno messo una fila di cessi chimici che non finisce più.

CARLO MISTRALETTI (ovunque andiate)

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Carlo Mistraletti gira. Non come San Trottola. Lui va proprio in giro. Lo incontrerete almeno una volta, ne siamo sicuri. Mistraletti a Piacenza è famosissimo per una cosa, diciamo una sua passione, ma non vi diciamo quale per non rovinarvi la sorpresa. Se avete paura di non riconoscerlo, cari alpini, state tranquilli. Sarà lui a trovare voi.

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3 Comments on "CARI ALPINI, ECCO PIACENZA"

  1. al ma gusta propri! brau!

  2. Grandi!

  3. Bellissimo!

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