La Batusa

EHI!

Fonzie esiste davvero. Arriva alla Nino con una camicia bruttissima e fa una carezza a una giornalista di Telelibertà che va avanti a tirarsela per tutta la durata dell’incontro. Henry Winkler è proprio come ce l’eravamo immaginato: basso, mitico, con la faccia da Fonzie.

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: ILPIACENZA

Fonzie esiste e ha la camicia a quadri. Una camicia bruttissima, ma uno che s’è fatto mito con un giubbotto di pelle e una maglia della salute può indossare qualsiasi cosa. Henry Winkler è esattamente come ce l’eravamo immaginato: basso, fortissimo, con la faccia da Fonzie. Ha incantato la folla parlando di dislessia e ricordando i vecchi tempi: “Da giovane ero dislessico, facevo fatica a leggere e a parlare. Infatti ho fatto dieci anni a dire solo ehi!”. Fonzie tira fuori tutto il provincialismo che è nei piacentini. Gente che s’affaccia dal balcone esterno per vederlo, giovani che fanno una foto insieme a lui e lui che non se ne accorge nemmeno perché sta guardando da una’altra parte, signore sui cinquanta vestite con gonnelloni vintage e fiocco rosa per ricreare l’atmosfera di Arnold’s. Ieri alla Nino abbiamo visto compagni di classe che non vedevamo da una vita e vecchi amici di cui avevamo perso le tracce. C’erano tutti. Fan di Happy Days, giornalisti, semplici curiosi, giovani, vecchi, donne, bambini. C’era una coppia che ha seguito Henry Winkler nel suo tour italiano da Milano a Torino per farsi autografare il libro e Piacenza era la loro ultima speranza. Un tizio non stacca gli occhi da Fonzie e a un certo punto ci bolla: “E’ la cosa più vicina a Dio che abbia mai visto”. Poi ci scrocca una sigaretta per aumentare il senso di contemplazione.

SE GUARDO FONZIE DA UN OBLÒ MI ANNOIO UN PO’

All’inizio i tizi della sicurezza, giovani con le spalle larghe e il vestito elegante, hanno radunato i giornalisti in una saletta con l’oblò accanto agli spogliatoi. L’attesa è stata piuttosto lunga, i giornalisti iniziavano ad annoiarsi e la situazione ha rischiato di degenerare quando qualcuno ha urlato “eccolo!” a un avvocato col borsone da tennis e le scarpe Reebok. Per ingannare il tempo i giornalisti hanno iniziato a preparare le domande, ma c’era il problema dell’inglese. Avevano bisogno di una persona che lo conoscesse alla perfezione per non dire cazzate, una persona che lo parlasse come una seconda lingua, magari che avesse vissuto per un certo periodo in America e che avesse pure il doppio passaporto. Uhm. Ecco! KT! Katia Tarasconi era seduta in un angolo a smanettare con l’iPhone e a un certo punto è stata circondata e bombardata di parole da tradurre. L’assessore al Commercio è riuscita a divincolarsi ripetendo “ha l’interprete, ha l’interprete”. Al piano di sopra la sala era piena da un pezzo. Tutti aspettavano Fonzie, volevano tornare indietro nel tempo, quando la vita era più facile e sognavano di limonare al drive in. Nel frattempo, nel sottoscala, l’attesa cresceva.

UNA CAREZZA IN UN PUGNO AL JUKEBOX

Poi è arrivato l’annuncio decisivo: “Eccolo!”. Stavolta è proprio lui, con la camicia a quadri. Fonzie sale le scale e la prima persona che vede è Alessandra Lucchini di Telelibertà. La guarda. Sorride. Le fa una carezza e le sussurra una cosa tipo “so beautiful”. Alessandra Lucchini è andata avanti a tirarsela per tutta la durata dell’incontro. Noi non vogliamo autografi, non vogliamo fare domande. Vogliamo solo che dica “ehi!” o che faccia funzionare qualcosa con un pugno, ma Fonzie non vuole fare aspettare ancora gli ospiti e si dirige nella sala. Spesso quando presentano un libro gli scrittori sembrano seri, pacati, istituzionali. Lui sembra Fonzie. Gira col microfono e allarga le mani come un predicatore anche se non ha la minima intenzione di predicare nulla. Sta solo parlando di dislessia e di bambini, di giorni felici e Ricky Cunningham. C’è anche chi se ne fotte di Fonzie e sta seduto sul pontile della Nino coi piedi nel Po (li abbiamo visti davvero, uno spettacolo spaventoso). I fotografi scattano, KT sale in piedi su una sedia e scatta anche lei, i giornalisti seguono l’incontro attentamente, come tutti i presenti. Alessandra Lucchini di Telelibertà vaga senza una meta e ripete “mi ha detto che sono beautiful” a chiunque trovi sulla sua strada.