La Batusa

BICI CONTROMANO, AMORE CONTROVENTO

La bici in contromano è la forma più alta di ribellione sociale, è l’unica arma che abbiamo noi ciclisti senza patente contro gli automobilisti che ci fanno il dito medio e usano espressioni sgradevoli tipo “se lo metto sotto mi tocca pagarlo da nuovo”.

FOTO: BICI CON TARGA SVIZZERA IN VIA CHIAPPONI

Nella borsa della nostra bicicletta ci sono sempre un paio di birre e una copia dell’ordinanza di Reggi. Appena vediamo un automobilista incazzato che protesta perché siamo in contromano scendiamo dalla sella, apriamo una birretta e tiriamo fuori l’ordinanza: “Spiacente, sono in regola. L’ha detto Reggi. Urla pure finché vuoi”. E quelli restano interdetti, alzano il finestrino e ripartono imprecando. Sindaco Dosi, la preghiamo, non revochi l’ordinanza. La bici in contromano è come l’amore controvento, pa pa pa. E’ la più alta forma di ribellione sociale che hanno i cittadini, è la rivincita dei ciclisti sugli automobilisti. Non ci tolga anche questa soddisfazione, l’unica che rimane a noi Ginettacci di provincia: vedere le facce degli automobilisti che non vedono l’ora di metterci sotto ma che non possono farlo perché c’è l’ordinanza di Reggi a proteggerci. Sindaco, sappiamo bene che Piacenza fortunatamente non è Roma e che, come ha scritto Libertà, “le due ruote che procedono in senso contrario a quello di marcia non devono avere ostacoli sulla propria corsia di marcia, tenendo la destra. Ciò esclude quindi la presenza di vetture in sosta. E in tutto il nostro centro storico le vie sono caratterizzati da spazi blu che si alternano in entrambi i lati”, certo, lo sappiamo, ma troviamo una soluzione, un compromesso. Noi ciclisti faremo più attenzione, promesso, ma non revochi l’ordinanza di Reggi che ci permette di andare in contromano. Gli automobilisti ci considerano gli esseri più spregevoli sulla faccia della terra, ci insultano dai loro abitacoli, ci parlano e ci suonano dietro, ci mostrano il dito medio dallo specchietto retrovisore, fanno i grossi perché loro hanno quattro ruote, usano gli specchietti per speronarci e fanno ricorso a espressioni sgradevoli come “se lo metto sotto mi tocca pagarlo da nuovo”. Su quelle strade è una battaglia continua, una guerra psicologica in cui il ciclista parte ovviamente sfavorito. Però abbiamo ancora una speranza, un’arma suprema contro gli automobilisti. E’ lì, nella borsa della bici, accanto alle birre. Sindaco, non molli, e soprattutto non suggerisca a KT di lanciare quelle iniziative tristissime tipo le domeniche in bici coi palloncini attaccati al portapacchi per compassione e pietà nei nostri confronti. Piuttosto andiamo a piedi, ma preferiremmo continuare ad andare contromano.

filippo.merli@labatusa.it