NEREO

A Piacenza di blu non c’è solo il viagra, c’è anche il Blue Factory, coi drink di Medardo (Med) e gli aperitivi per le fighette che a luglio escono col golfino sulle spalle. 

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TESTO: NEREO TRABACCHI; FOTO: ARCHIVIO TRABACCHI

A Piacenza di rosso non ci sono solo i comunisti, ma anche il Gutturnio. A Piacenza di bianco non c’è solo la nebbia, ma anche un pezzo della bandiera. A Piacenza di verde non ci sono solo le tasche del Comune, ma anche gli oleandri piantati nel cemento sullo spartitraffico della Caorsana. E infine a Piacenza, di blu non c’è solo il viagra, ma anche il Factory. E infatti, per chi si vuole sentire figo, è dal mitico Med (Medardo) e co. che deve andare. Comodo il parcheggio, con piccola piazzolla, ma anche possibilità di usufruire, fottendosene, di diversi metri di insensata pista ciclabile, che circumnaviga tre marciapiedi, due dossi e una fontana che spara urina (grazie a sapiente gioco di faretti gialli). Ma entriamo. Sei subito accolto dal gentilissimo sorriso delle belle ragazze svolazzanti tra i tavoli con vassoio, come Mary Poppins faceva sui tetti con l’ombrello; solo che qui invece di “supercalifragilistichespiralidoso”, se sono le 18, ora dell’ape piacentino cafon/rabbioso a cui non manco mai, ti chiedono: “Analcasaspritzchardonnaynegroni”? Comunque la loro gentilezza attutisce il colpo successivo: Lui, Freddy Chef, un tempo conosciuto come il ballerino dal mocassino più scivoloso della Bassa, oggi dalle generazioni più giovani è subito additato come la tartare più veloce della città. A lui il Bravosimac fa un baffo, perché Freddy taglia, sminuzza, assottiglia, condisce e insaporisce tutto quello che di commestibile e di qualità trova sul mercato. Infatti, e senza ironia alcuna, qui mangio tra i crudi di pesce e carne più freschi. Ostriche, gamberi, salmone e tonno, ti vengono serviti nature, oppure conditi alla Blue Factory, con sapienti giochi di condimenti e insaporimenti che non capisci, ma te li fai andare bene per evitare altre domande…
Interessanti anche le proposte di carne, sempre crude, o se desiderate dei primi spesso mangio i classici tortelli con la coda di cui vado ghiotto. Il menu è vasto e di stagione, con proposte di formaggi, insalate miste fantasia e fantascienza, e con dessert della casa. Mi piace la formula furba del piatto del giorno a pranzo, dove ti mettono in un unico livellato, diverse proposte dalla pasta, alla carne alla verdura. Vini a bicchiere e oneste proposte di etichette. Uno dei pochissimi locali in città con un dehor intelligente e accogliente nel periodo estivo. La tarda sera diventa la meta dei bevitori di professione: dagli sheker del Med e sue assistenti, escono sapienti drink, moderni e di una volta, con la possibilità di spizzicare piatti fino a tarda notte. Solo qui ho trovato il “rarissimo” cocktail bamboo che tanto amo; un vero tuffo negli anni ’50. Insomma, in questo grasso frigorifero si trova davvero un po’ di tutto, per accontentare sia la fighetta che a luglio la sera con il golfino sulle spalle “ho così voglia di te”, sia il rompiballe come me, che crede di saperne, ma al terzo bicchiere non distinguo più il pinot nero dal cherosene. Appena ho comprato un obiettivo macro per la mia macchina fotografica, la prima cosa che ho voluto fotografare, sono stati gli stuzzichini dell’aperitivo, come potete vedere dalla foto: “Esame superato”. Al prossimo gollone…

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4 Comments on "NEREO"

  1. Nereo, cribbio, smettila di incitare la gente a parcheggiare sulle piste ciclabili; lo fanno gia’ e non c’e’ bisogno di nessun incoraggiamento.

    • Forse non hai letto con attenzione, e francamente non credo di portare avanti una sommossa anticiclabile, ma è probabile che mi sia espresso male io. Rileggendo credo sia facile capire come in questo caso sia una ironia sulla specifica di piazzale Torino e tutta la sua urbanistica orrenda, contorta, poco chiara e quindi pericolosa. Nella ciclabile “a più livelli di marciapiede”, che curva a destra nell’accesso della piazzolla i dicata, ho visto cadere un ciclista…Ma ovviamente è il mio parere. Un saluto.

  2. caro Nereo, adesso capisco come mai i tuoi libri restino in buona parte invenduti sugli scaffali delle librerie: la tua ironia è così sottile che non viene colta dai più…

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