La Batusa

LETTERE ALLA BATUSA

Lettera anonima di una maschera del Municipale che, a proposito dei saggi di danza di cui abbiamo in settimana, ci ha svelato un aneddoto sconvolgente su un illustre cittadino.

Cara Batusa,
ho appena finto di leggere il vostro pezzo con titolo “lo schiaccianoci” e mi sembra doveroso contattarvi per complimentarvi con voi per come avete analizzato il periodo dei saggi di danza al teatro Municipale. Vorrei aggiungere un commento non da spettatore ma da persona che lavora a teatro come maschera (è il/la pirla che vestito da pinguino vi strappa il biglietto o che vi rompe le palle per farvi stare in silenzio). Quando iniziano i saggi a teatro inizia l’anarchia totale, tutte le regole che valgono da secoli scompaiono per una ventina di giorni, si incontrano persone di qualsiasi genere, dalla nonna che non esce di casa tutto l’anno e si presenta con il vestito “della domenica” rigorosamente profumato alla naftalina, al moroso triste e depresso per essere lì che cerca aiuto importunando qualsiasi forma vivente passi nei suoi paraggi. Non posso non citare i poveri papà che tutti gli anni spendono centinaia di euro per offrire caffè a tutto il personale che lavora solamente per farsi “coprire” nel caso la moglie scopra che hanno passato tutto il tempo al bar. E’ un periodo difficile per noi maschere che in questi venti giorni dobbiamo sempre attrezzarci di un ottimo avvocato che possa difenderci nel caso non riuscissimo ad impedire i 100 suicidi che ogni sera vengono tentati. Di aneddoti da raccontare ce ne sarebbero tanti e occuperei troppo spazio del vostro sito, ma quello che ricordo con più gioia è un “illustre” concittadino che per evitare di dover seguire tutto lo spettacolo si è fatto telefonare da un amico che lo aspettava fuori da teatro fingendo un grave problema di lavoro, in realtà il suo impegno era quello di andare a mangiare e bere alla Taverna Inn.
Cordiali saluti.
Maschera anonima

Gentile Maschera Anonima, quello che ci ha appena raccontato è un fatto gravissimo. I cittadini “illustri”, come li chiama lei, dovrebbero dare l’esempio e non staccarsi dalla poltrona per tutta la durata del saggio. Grazie per aver scelto il nostro blog per denunciare questa mancanza. Ora però vogliamo sapere di chi si tratta. Coraggio, fuori il nome!