Abbiamo spedito un’inviata alle terme, dove i ricconi si nutrono di insalatine e girano col telo in microfibra avvolto alla vita e dove i plebei portano zoccoli di legno e mangiano la parmigiana al sacco.

TESTO: EMANUELA GATTI; FOTO: IDEM

Ci sono i professionisti, gli habitué, gli improvvisati, gli egocentrici, i marpioni e così via. Alle terme puoi trovare veramente di tutto. Ci sono le piscine all’aperto con tanto di vasche idromassaggio, grotte con getti d’acqua pericolosissimi, le “passeggiate della salute” o “camminata del benessere” in un parco che di solito è infinito e che iniziano già con una bella salita, così da testare subito la tempra del malcapitato. L’offerta di queste strutture è vastissima: bagno turco, sauna, balneoterapia, idropinoterapia (che, abbiamo scoperto, consiste nello sbronzarsi con l’acqua termale). I siti offrono pacchetti week end con tanto di relais  convenzionato o entrate giornaliere. Appena entri noti subito un’atmosfera rilassante e rilassata. La gente si sposta da una piscina all’altra con il telo in vita, attorno al collo, al braccio, a mo’ di toga, rigorosamente in microfibra, che occupa meno spazio, certo, ma non asciuga nemmeno una mano e ti si appiccica addosso. Cosa non si fa per essere alla moda. I lettini – decine, centinaia, migliaia di lettini – sono tutti occupati e per averli ovviamente si paga un extra. I morti di fame hanno un’area riservata dove possono stendere il loro telo. Ovviamente, visto che quella è l’area per gli sfigati, è tutto in discesa e sdraiarsi senza rotolare nell’acqua termale è praticamente impossibile. Dopo diversi bagni nell’acqua bollente può anche venirti fame. Allora ti avvicini a quella che sembra più una serra anni Trenta (tutta vetrate e ferro battuto) che un ristorante-bar e dai un’occhiata: sui vassoi ci sono insalatine, pane integrale, frutta e verdura. Allora vai al bancone del bar e intravedi un frigo coi gelati. Sei salvo, ma i salutisti e i magrissimi ti guardano male. Pazienza.

COSTUMI GARIBALDINI

Gli esseri umani che frequentano le terme sono molteplici: c’è chi si crede alla piscina comunale o in Trebbia e ha al seguito 5 bambini sotto i 12  anni, 2 borse frigo con la parmigiana e si trova un angolo del parco  dove banchettare: dovranno stare allerta e guardarsi da chi invece prende le terme sul serio. Li riconosci subito: accappatoio in cotone bianco, costume intero, cuffie con fiori giganti applicati per le donne, mentre gli uomini sfoderano zoccoli in legno dell’ante guerra, sono emaciati, tristi, affamati, si autoconvincono che fa bene alla salute, che non avranno più la sinusite e le vene varicose, ma soprattutto guardano, con finto disgusto, le pietanze della famiglia accampata in mezzo agli insetti. Poi ci sono le coppiette. Carine, dolci, alle quali dell’acqua sulfurea non importa nulla. Vogliono solo abbracciarsi e baciarsi, curandosi di non farsi beccare, ogni 4 metri del parco campeggia un cartello: vietato tuffarsi, vietato fumare, vietato mangiare, vietato scambiarsi effusioni amorose. Insomma vietato essere felici e lasciate ogni speranza eccetera eccetera. Ma la cosa che più fa sudare della sauna sono gli spogliatoi: milioni di gradi, umidita del mille per mille, vapore, fumo. Il colpo di grazia. Se riesci a fare la doccia, a non dimenticare il doccia shampoo, a infilarti le calze e i jeans con la pelle ancora bagnata e a risalire in superficie senza infarti, sei salvo. Ragazzi, non illudetevi che alle terme possano capitare scene da film tipo una ragazza fighissima alla quale cada l’asciugamano nel bagno turco o che il vitellone di turno vi noti e vi inviti a bere una tisana sulla terrazza del relais. Al massimo a voi, come a noi donne, può capitare che a un vecchio ultrasessantenne cada il costume dell’epoca garibaldina. Si salvi chi può.