I capelli mossi, l’abbronzatura perfetta, l’ultimo bottone della camicia slacciato: Marzio Merli è un uomo chiamato Contratto. In poco più di un mese, tra birre al Torneo Libertas e foto di Penelope Cruz, ha già piazzato tre colpi per riportare il Piace in serie C.

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L’ultima volta che l’abbiamo visto stava bevendo birra al Torneo Libertas. Era il Marzio Merli di sempre: capelli mossi, abbronzatura perfetta, l’ultimo bottone della camicia slacciato. Rideva, sembrava tranquillo. Al suo stesso tavolo c’era Claudio Pani e anche lui era quello di sempre: le braccia tatuate, la maglia con lo scollo a V, i capelli ingellati. Perché Marzio Merli stesse ridendo l’abbiamo capito pochi giorni dopo, quando Pani ha annunciato il suo ritorno a Piacenza dopo una stagione non molto divertente al Casale. Convincerlo non dev’essere stato facile, c’era di mezzo la discesa di categoria e tutto il resto, ma alla fine il diesse del Piacenza ci è riuscito. L’ha invitato al Torneo Libertas, gli ha mostrato i tifosi che Pani già conosceva e l’ha immediatamente coinvolto nel progetto dei fratelli Gatti. Pani ha detto sì. Come De Vecchis e come Di Leo. Tre su tre, uno per reparto. Un attaccante, un centrocampista e un difensore. Le mosse perfette, la rosa puntellata nei posti giusti. Marzio Merli, un uomo chiamato Contratto, ha sistemato la squadra a metà giugno, dopo aver ottenuto la conferma di alcuni giocatori – da bomber Marrazzo a Cortesi fino a Volpe – la cui permanenza pareva in dubbio. Questo significa avere le idee chiare. Marzio va e compra: è facilitato dal budget dei Gatti e dal blasone della squadra, lo dice sempre anche lui: “Quando vado a trattare per nome del Piacenza è tutto più facile. Tutti vogliono venire qui”. E però le trattative bisogna pur sempre chiuderle e allora qui interviene lui: col telefonino in una mano e l’altra tra i capelli, pronto a soddisfare le richieste della società e dell’allenatore. All’inizio su Merli c’erano alcune perplessità: si diceva che avesse pochi contatti nelle sedi che contano perché al massimo, come diesse, aveva lavorato solo in serie D. Appena è arrivato ha preso in prestito due giocatori dal Parma, dimostrando di avere conoscenze importanti e una rubrica di tutto rispetto. Marzio Merli, l’uomo mercato del Piace con una passione per Elisabetta Canalis e Penelope Cruz, è stato determinante per la promozione in D e non a caso, come ci aveva raccontato il presidente Marco Gatti, alla festa della squadra era il più scatenato.
In estate e a gennaio tocca a lui. C’è il calciomercato, l’oppio dei tifosi. Ci sono i procuratori che tirano sul prezzo e i giocatori che vogliono certezze. Marzio offre, tratta, vende, compra, presta finché i conti non tornano e la squadra è a posto. Poi, quando chiude il mercato, tiene i rapporti tra giocatori e società e si mette nei Distinti – solo – a vedere le partite, in attesa che tocchi di nuovo a lui. Marzio si diverte a stuzzicare i tifosi su Facebook con frasi come “mamma mai, il telefono squilla ogni 5 minuti…” oppure “tutte le strade portano a Piacenza…”, sempre coi puntini di sospensione alla fine che stanno a significare “tranquilli ragazzi, ho il colpo in canna”. Usa il social network per comunicare con loro in maniera diretta, senza giornali di mezzo e sempre coi puntini al posto di punti e virgole: “Il primo mattone è stato posto….annata fantastica….dall’emozione delle prime giornate per un tifo avvolgente e straripante….. alla consapevolezza di essere diventati squadra vera a metà stagione………..sensazioni indescrivibili che rimarranno in tutti noi per sempre……. (…) GRAZIE A TUTTI……soprattutto a quelli che non rimarranno purtroppo….è inevitabile….ma rimarranno nei nostri cuori…nei cuori dei tifosi…..Bisogna andare avanti…non ci si può voltare indietro….è la legge della vita..è la legge di questo fantastico sport che ti dà fantastiche sensazioni…come ti può seppellire nella più grande delle depressioni….l’importante a mio avviso è fare le cose con volontà, onestà e trasparenza…valori ormai rari nel mondo del calcio!!!!”. Poi posta una foto di Penelope Cruz in tacchi alti perché nella vita non c’è solo il calcio.

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