POST OFFICE

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTOGRAFIE: IDEM

Certi pensionati preferiscono farsi scippare piuttosto che fare la fila in Posta. Uno di questi è entrato in contemporanea con noi nella sede centrale di via Sant’Antonino ieri sera attorno alle 18. Appena siamo arrivati abbiamo notato subito il suo sguardo di sfida. Ci siamo scambiati un paio di occhiatacce, poi abbiamo guardato il coso per prendere il numero che sta all’ingresso. Ci separava solo una rampa di scale. In posta un numero è tutto: dall’A 281 all’A 282 può passare una vita intera. Sia noi sia il pensionato lo sapevamo bene e volevamo arrivare per primi. Il pensionato ha tirato fuori un bastone dal nulla, s’è ingobbito e ha iniziato a camminare zoppicando. Non potevamo precederlo, poraccio. Era giusto che fosse lui a prendere il numero per primo. Così ci siamo accodati e non lo abbiamo buttato giù dalle scale come volevamo fare in precedenza. Il pensionato ha preso il numero, ci ha guardato sorridendo, poi ha sollevato il bastone, ha drizzato la schiena e s’è messo a correre verso una sedia. Fottuti. Abbiamo preso il numero successivo e mentre controllavamo il tabellone siamo inciampati in una bicicletta.

BICI

 Avevamo una decina di persone davanti, così ci siamo messi a guardare i telefonini e tutte le altre cianfrusaglie che, chissà perché, vendono in Posta. Ci siamo soffermati sulle calamite con le frasi potenti di Oscar Wilde da appendere al frigorifero.

CALAMITE

“A 283”. Ancora nove persone. Comunque non è vero che gli impiegati postali non fanno un cazzo niente tutto il giorno. Noi facciamo molto meno. L’unica cosa che dovrebbero migliorare è la velocità d’esecuzione: tra un timbro e l’altro ti vedi la vita passare davanti. Loro masticano il chewingum e fanno tutto con molta calma: usano la tastiera con due dita, fluttuano sulla sedia girevole, tagliano i bollettini con la precisione del tizio di Art Attack. Il tic toc che si sente all’ingresso batte il trascorrere del tempo, le persone si fanno vento con le raccomandate e aspettano il loro turno fissando il tabellone. “A 286”. Siamo tornati nel punto vendita delle cose inutili e ci siamo innamorati di Fresher, un nebulizzatore portatile con ventilatore incorporato. Prezzo: 9 e 90. Fresher è di vari colori: viola, verde, blu, arancione. Funziona con due pile stilo e garantisce 100 spruzzate con un pieno d’acqua. E’ l’invenzione del secolo.

NEBU

“A 291”. Il pensionato si alza con grande agilità, ci guarda per ricordarci che abbiamo ancora molto da imparare sulle tattiche per fregare gli altri in posta e si dirige verso lo sportello. Ormai tocca a noi. Ecco. “A292”. Andiamo anche noi allo sportello e quando stiamo per estrarre il nostro bollettino sentiamo un grido di disperazione alle nostre spalle. “AAAAAAAAAAAAHHHHH. Eh no! Eh no! Tocca a me caspita! Scusi, non era qui il C 123?”. L’impiegata aveva il tipico sguardo di Angelino Alfano: “Io non so niente”. “Caspita! E’ un’ora che aspetto. Eh no! Non si può!”. L’abbiamo fatta passare perché non volevamo certo fermare colei che doveva salvare la galassia e non aveva tempo da perdere in Posta. Siamo tornati in coda e nel frattempo il pensionato aveva finito le sue operazioni. E’ passato, ha riposto un foglio nella tasca dietro dei pantaloni e ci ha sorriso. L’abbiamo seguito perché stavolta non ci avrebbe fermato nessuno: una spintarella e via. Giustizia è fatta. Purtroppo l’eroina che ci era passata davanti aveva finito di fare la sua operazione fondamentale per il destino del pianeta Terra ed è venuto nuovamente il nostro turno. Eravamo pronti a dare una gomitata in faccia a chiunque avesse provato a interromperci di nuovo, ma stavolta è filato tutto liscio e grazie all’incedere dell’impiegata in un paio d’ore abbiamo pagato il nostro bollettino. Qui ci hanno offerto una caramella come premio per la nostra costanza.

CARAMELLA

Quindi ci siamo diretti verso l’uscita, abbiamo scavalcato la gente che aspettava il proprio turno

scheletro

 e quando siamo usciti, senza accorgercene, ci siamo ritrovati con una borsa in mano.

BORSINA

Ora vi starete certamente chiedendo: che cosa c’era dentro la borsa del “Poste shop”?

NEBU2

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2 Comments on "POST OFFICE"

  1. Grazia (ricevuta) | Luglio 18, 2013 at 1:02 pm |

    Mi sa che questo Fresher sarà l’oggetto più venduto di Posteshop nelle prossime ore…

  2. Ma non è che le poste creano ad arte lunghe code (utlizzando allo scopo impiegati che di mettono in fila in incognito) per fare in modo che chi aspetta il proprio turno possa dilapidare lo stipendio (o la pensione appena ritirata) al posteshop?

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