W LA PASSERINI

biblio ok

Da tempo nella bacheca della biblioteca, tra i vari annunci di laureati in archeologia che cercano lavoro come dog-sitter o altri che più semplicemente si offrono di dare lezioni delle materie più disparate, ne campeggia uno piuttosto particolare: si ricerca infatti un/a ragazzo/a automunito/a, aperto/a a nuove prospettive lavorative, capace di utilizzare il Pc e disposto a viaggiare anche in Africa. Di primo acchito uno potrebbe pensare: “Questo qui vuole fare una traversata del deserto e cerca un pazzo disponibile a dargli il cambio in auto, capace di usare il cric e magari pure un Kalashnikov”. Poi, una sera, si presenta in biblioteca un signorotto con una tenuta da gentleman borghese (o da gangster italo-americano, fate voi): cappotto scuro, cappello scuro, pagliozzo spento in bocca vocione che non esita ad utilizzare a pieni polmoni tra gli sguardi di ilarità e di disprezzo dei presenti. Nemmeno ci si trovasse in un film di fantascienza o in un romanzo giallo, la bibliotecaria ti spiffera che è lui il viaggiatore dell’annuncio e al contempo ti dà informazioni sul suo vero intento: vuole sì andare in Africa, ma non tanto per attraversare deserti o per comprare cammelli, bensì per recarsi al casino di Malindi, ridente città del Kenya, ed è dunque alla ricerca di ragazzi capaci di usare il Pc per insegnarli a giocare a poker online e disposti a scarrozzarlo. A questo punto comprendi che di gente strana è pieno il mondo e che l’Erasmus tanto osannato per il suo fine di “incontro con culture differenti” (leggasi “prendere o dare pisarlate baci sulla guancia in giro per l’Europa e fare finta di studiare tra una pausa e l’altra”) è superato: cara Unione Europea, basta un giorno in biblioteca per avere un meltinpot che non ha pari in una Berlino qualunque… Risparmia dunque i tuoi fondi e paracaduta gli sventurati studenti qui a Piacenza. Poi ci pensiamo noi.

***

Tutti voi (o quasi) conoscerete senz’altro quel gioco crudele e spietato che vi costringe a partite di 72 ore e che risponde al nome di Monopoli. Ricorderete senz’altro che ogni volta, con precisione quasi assoluta (nemmeno si trattasse della probabilità che un processo avente come imputato Berlusconi finisca in prescrizione) è presente il giocatore che dopo 10 giri di dadi ha già costruito il fantomatico albergo sul Parco della Vittoria e vi regala un mix tra tensione e desiderio di bastonarlo ogni volta che tirate i dadi nei paraggi dei fantomatici “terreni viola”. Bene, questo genere di persona non può certo mancare in quel crocevia di personalità controverse che è la biblioteca. Il palazzinaro erge vere e proprie costruzioni con libri, appunti, dispense, penne ed evidenziatori ostentando capacità edili di spicco, occupando lo spazio di tre persone ed impedendoti di studiare senza sbuffare, imprecare sottovoce e, metaforicamente, pagare 200mila lire (sì, era il prezzo da sborsare se si passava sul Parco della Vittoria col fottuto albergo) ogni volta che si passa dalle sue parti. Probabilmente da grande realizzerà l’ennesimo progetto fuffa di un ponte sullo stretto di Messina; a noi comuni mortali che occupiamo lo stesso spazio di Andorra sulla carta geografica (o la stessa importanza del Vicolo Corto sul tabellone del Monopoli) non è dato saperlo, ai posteri l’ardua (fin troppo) sentenza.

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