PICCOLO MANUALE DI SOPRAVVIVENZA PER RESISTERE IN UN HOTEL TRE STELLE

hotel tre stelle

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: INTERNET

La prima regola per sopravvivere in un hotel tre stelle è andare in un hotel quattro stelle. Però i soldi sono quelli che sono e allora vai alla pensione Nettuno, tre stelle superiore (il lusso è che hai il cesso in camera), prima colazione, pranzo e cena compresi. Cari piacentini che andrete in vacanza in un tre stelle, se appena potete evitate la pensione completa. Se invece siete a pezzi, se avete uno stipendio da stagista, prenotate tutto il pacchetto e godetevi una fantastica settimana tra vecchi sorridenti e bambini che fanno i tuffi a bomba in piscina mentre cercate di riposare in camera. L’arrivo, si sa, è sempre entusiasmante. Parcheggiate un attimo la macchina davanti all’albergo e lasciate che la vostra compagna entri ad annunciare il vostro arrivo e a consegnare i documenti al bureau. In realtà bureau è solo un termine figo, perché nell’hotel tre stelle chi sta al bureau è anche il proprietario, il cuoco, il cameriere, la donna delle pulizie e il cantante di piano bar. Mentre la vostra compagna ritira le chiavi con una palla medica al posto del portachiavi col numero della stanza, voi venite guidati nel parcheggio dell’hotel, un centinaio di macchine perfettamente incastrate in due metri per due. Una botta di qua, una botta di là e l’autovettura è a posto. Fate sei o sette giri in ascensore per portare le valigie e arriva il momento fatidico di aprire la porta e di vedere com’è la stanza. Pavimento risalente alla Rivoluzione francese, armadi con dentro il piumone perché non si sa mai, odore spaventoso di naftalina, letto col materasso più molle sulla faccia della terra, cesso con quel coso posto in mezzo e una tenda a fiori. La doccia. Mentre ti lavi puoi anche farti la barba davanti allo specchio, poi prendi il secchiello dei bambini e inizi a buttare fuori l’acqua dal bagno allagato. Nel frattempo la tua compagna è sul balcone che si gode la vista mozzafiato sul retro dell’hotel Splendid, cinque stelle, con gli uomini in camicia che stringono il bicchiere di champagne in una mano e Milano Finanza nell’altra e con le donne in pareo che si godono la piscina riscaldata con le palme e la sabbia della Malesia. A proposito: la piscina. Ti metti il costume, voli per le scale con la moquette, ti lanci in acqua di testa e atterri sopra un bambino coi bracciolini di Batman e Robin. Non è una piscina: è San Siro durante il derby. Bambini con coccodrilli gonfiabili che da soli tengono metà vasca, mamme coi materassini che hanno trovato in omaggio con Donna Moderna che prendono il sole col costume intero, padri che nuotano a rana per tenersi in forma. Esci, rileggi il cartello con scritto “vietato tuffarsi” mentre un ragazzino con la cresta ti sorvola con un doppio carpiato e vai al mare.

FETTE SBRICIOLATE E NUTELLA TAROCCA

Il giorno dopo ti alzi, vai a recuperare il costume che avevi steso ad asciugare sul balcone e che adesso è nel cortile dell’hotel Splendid e vai a fare colazione. Caffelatte, fette biscottate sbriciolate, Nutella tarocca, spremuta del giorno prima, prosciutto confezionato e pane della cena precedente. I tedeschi si sfondano di salame milanese e bevono intere caraffe di caffè annacquato secondo le antiche leggi del brunch teutonico, la tua compagna sgomita e uccide per imboscare le marmellatine da portare in spiaggia, tu leggi la Bild senza capirci nulla perché il Corriere e la Gazzetta sono già occupati da un tizio che legge anche i necrologi. Ovviamente c’è gente a torso nudo e altri in infradito che mentre mangiano si grattano un piede con l’altro. Dopo aver vomitato vai in spiaggia. Arriva l’ora di pranzo. Vai su, ti cambi, scendi con ancora la sabbia nel pacco e prima di mangiare devi compilare il menu della sera. Primi a scelta: minestrina in brodo, trofie al pesto Buitoni, pasta al ragù, pasta in bianco. Secondi a scelta: sogliola impanata, scaloppine, paillard ai ferri, prosciutto e melone. Gelato e frutta fresca. Quando la tua compagna ha finito di scrivere i numerini con la biro, guardi il tuo vicino di tavolo. Lui ti guarda. Tu lo guardi. Lui ti guarda. Tu lo guardi. Parte la cosa disperata al buffet. Carote, insalata, mais, pomodori, fagioli borlotti con cipolle. Fine del buffet, anche perché quando sei arrivato non c’è più niente. I vecchi che salgono dalla spiaggia alle 10,30 e mangiano alle 11 hanno già fottuto tutto. Riposino in camera. Ti addormenti sperando che ai bambini che fanno casino in piscina venga una congestione fulminante e ti svegli con la tua compagna cosparsa di crema Bilboa che ti bolla: “Tesoro, è tardissimo, sono le 14, andiamo in spiaggia”. Ti alzi e vai ai bagni “Sebastian” (quelli con un grande granchio sulle cabine, non puoi sbagliare) a passare il resto della giornata. Torni, ceni e compili il menù del pranzo del giorno dopo, che ha solo un paio di varianti rispetto a quello della sera. La pasta al ragù, la pasta in bianco, la paillard ai ferri e il prosciutto e melone ci sono sempre, tutti i fottuti giorni. A questo punto arriva lo chef (che poi è sempre il proprietario, il cameriere, il portiere di notte e la donna delle pulizie) con una grande torta di meringhe. E’ la cosa più schifosa che tu abbia mai visto, ma i vecchi applaudono e fanno il bis prima di morire in ascensore. Quando arriva il momento di lasciare la stanza il proprietario, portiere di notte eccetera eccetera ti stringe la mano, ti augura buon viaggio e ti dice “arrivederci all’anno prossimo”. Rispondere “col cazzo” sarebbe poco elegante, così sorridi, prendi tutte le valigie e vai in macchina a caricare i bagagli. La macchina è l’ultima dell’ultima fila. Bisogna chiamare il parcheggiatore, che poi è sempre il portiere di notte, la donna delle pulizie eccetera eccetera. Tira fuori le auto una a una e alle tre di notte puoi finalmente partire. A un certo punto, mentre sei fermo in coda al casello di Roncobilaccio, senti uno strano odore di sapone misto Big Babol che proviene dal sedile accanto. La bustina di bagnoschiuma che la tua compagna aveva fregato dalla mensola del cesso è scoppiata nella borsetta. Ciao, ciao, mareeeeeee.

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