BERE UN ROBO A TOSSA DE MAR

turistiIl tipico turista di Tossa de Mar

TESTO: MARCELLO ASTORRI; FOTO: IDEM

Se volete farvi fregare in Spagna conosciamo il posto che fa per voi. Per la precisione siamo stati a Tossa de Mar, sulla Costa Brava, a due passi dalla ben più inflazionata Lloret de Mar, e siamo stati benissimo. Il mare è bello, l’ospitalità ottima e per quanto riguarda la buona tavola difficilmente troverete di meglio al di fuori dell’Italia. Attenti però a quella che tutti noi conosciamo come la “stangata” (i meno francesi usano un altro termine). In questo senso noi e la nostra ragazza abbiamo fatto tutto ciò che si può fare per farci derubare in una località turistica. La prima sera, dopo l’agghiacciante traversata in macchina di oltre dieci ore, presi dall’appetito, ci siamo lanciati senza indugiare  in un locale che ci avevano caldamente consigliato (grazie per la dritta). L’agliata pesante della grigliata di pesce, però, non è stata l’unica cosa che ci è rimasta sullo stomaco quella sera: 106 euro. Per rendervi l’idea, abbiamo pagato con lo stesso piglio di Fantozzi e Filini nella celebre scena del locale notturno “l’Ippopotamo”. Poi abbiamo capito l’antifona: nei locali sul lungo mare la “stangata” è assicurata. Facendo un po’ di strada verso l’interno del paese, invece, si trovano locali decisamente spartani, con cesso e cucina a distanza pericolosamente ravvicinata, ma capaci di farti ingrassare, a suon di paella e sangria: otto chili con otto euro. Praticamente un euro al chilo. I più pigri rimangono spiaggiati sulle tagliole trendy del lungo mare a sfondarsi di gustose tapas.  Se i soldi non bastano, fanno ricaricare le Poste Pay dalle madri a casa con i risparmi di una vita sperando di arrivare alla fine della settimana. Chi invece ha voglia di camminare può raggiungere le trattorie da un euro al chilo ma non dura molto, perché dopo pochi giorni potrebbe diventare troppo appesantito per poterle raggiungere senza immani sforzi e la salitella che porta a questi locali di certo non aiuta. Molti al terzo giorno hanno ceduto e hanno preferito farsi stangare, con tanto di golfino bianco legato al collo e passeggiata con gelato serale sul lungo mare stile Bordighera. Noi siamo abbiamo aderito a quest’ultimo partito. Dopo di che siamo entrati in una spirale autodistruttiva che ci ha portato a noleggiare, per una cifra folle, un fantastico gommone per quattro ore. Un’ esperienza meravigliosa che consigliamo a tutti: è la migliore “stangata” che potete subire. Discorso differente per quanto riguarda i locali della Tossa da bere. I prezzi sono ragionevoli e i cocktail piuttosto buoni, questo però vale per tutti escluso il celeberrimo Mojito. La Spagna ha un brutto rapporto con il Mojito. Al momento dell’ordine ci siamo ricordati di qualche anno fa quando, a Maiorca ordinammo un Mojito e restammo allibiti – nonché irrisi dagli amici – quando ci fu recapitata una lattina e un bicchiere pieno di ghiaccio. Questa volta però volevamo dimostrare a noi stessi che quello era stato solo un caso e abbiamo ordinato ancora il nostro cocktail preferito. Ebbene, con nostro sommo stupore, il barista ci ha consegnato una specie di granita con minuscoli pezzi di menta miscelati all’interno. Se non altro negli ultimi anni sono migliorati e apprezziamo l’impegno. Chiusa la parentesi cocktail, abbiamo proseguito la serie di stangate con i souvenir. Ed è stato il culmine del circolo autodistruttivo nel quale ci eravamo cacciati: decine di euro per tazze e magliette ricordo destinate ad uno scaffale (o credenza) di casa nostra. E pensare che prima di essere contagiati da questa “febbre”, avevamo fatto larga economia nel prenotare il nostro albergo. Alloggiavamo infatti nella stanza più remota della torre più alta di un ostello senza stelle; una settimana di orrendi affanni per scalare cinque rampe di scale interminabili che portavano alla nostra stanza con vista muro, dotata del fantastico comfort di un ventilatore che si caricava a molla come la macchine giocattolo. Dopo i ripetuti salassi, è arrivato finalmente il momento di spaparanzarci in spiaggia di fronte ad un mare azzurro. Come avrete capito, abbiamo deciso di farci stangare anche il prossimo anno.

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4 Comments on "BERE UN ROBO A TOSSA DE MAR"

  1. cära d’ la me batusa, a m’ dispiäs a bota ch’ iv vudä atsé al portaföi in catalogna parché iv trat via di sod propri par gnint. frequento tossa de mar ogni anno, da quattro anni a questa parte, e di stangate non ne ho mai subite sebbene la costa brava non sia sempre a buon mercato. eppure io ci vado proprio perchè in italia, a quattro-cinque ore da casa (il tempo che impiego da qui a tossa), non riesco a trovare un buon trattamento a prezzi così economici. per questo non concordo con quello che sostenete all’inizio del post, dove definite questa località come il posto adatto per farsi fregare (per quanto riguarda la foto del turista tipico, posso invece dirvi che voglio diventare così, sto puntando tutto su adipe e gonfiore addominale). le trappole per il turista esistono ovunque, ma al giorno d’oggi non è nemmeno più così difficile provare a schivarle: esistono le recensioni su tripadvisor e le guide routard e lonely planet, ad esempio. oppure basterebbe anche solo guardare i prezzi esposti fuori dai ristoranti. anche a tossa, anche sul lungomare. questo è sempre stato sufficiente a farmi evitare conti da 106 €.
    inoltre non ho mai trovato cocktail come quelli qui descritti in tutta la spagna, paese che ho visitato una quindicina di volte.
    altrimenti, se si ha così paura di farsi spennare a tossa (ricordate: spennano chi è pollo), si può sempre andare a fare il bagno in quel bidet così trendy che in romagna chiamano mare, farsi venire il voltastomaco negli alberghi a tre stelle della liguria e contrarre qualche malattia nei due stelle della stessa regione, scivolare nelle pozze di vomito di lloret de mar, farsi derubare nel nord della sardegna, imbarcarsi in un’odissea per raggiungere un sud italia del tutto privo di servizi per il turista, farsi scippare a barcellona – che è tanto di moda, furti compresi – o subire ruberie legalizzate a formentera solo perchè lo fanno gli altri. o ancora, basta restare a rivergaro che atsé iv risolt al prublema. ma se proprio volete tornare a tossa l’anno prossimo, come mi sembra di capire, qualche consiglio posso darvelo io. così eviterete cattive sorprese e non getterete fango su chi dovrebbe essere preso come esempio dal settore turistico italiano.

  2. Caro lettore,

    Mi dispiace che il mio articolo sia parso critico nei confronti di Tossa de Mar. In realtà l’intento era totalmente opposto. La battuta iniziale e la storia del conto da 106 euro, erano per ironizzare sulle trappole per turisti “polli” che anche a Tossa non mancano. Se ben nota tra l’altro, ho specificato che ci sono anche posti in cui mangi tanto, bene e spendi nulla. Le iperboli utilizzate poi, sono per amore di battuta, considerato il fatto che si tratta di un articolo spiritoso. Sul fatto che invece sia meglio di altri posti che vanno per la maggiore, sono perfettamente d’accordo. Infatti ho chiaramente scritto che ci tornerei volentieri. Vorrei però capire dove sia stato tirato del fango, dal momento che sono state scritte cose vere, forse colorite ed enfatizzate, ma vere. La storia del Mojito è una storia personale, dal momento che a Maiorca mi è stata servita una lattina e a Tossa ho bevuto una cosa molto distante da quello che considero un buon Mojito. Esperienza personale, non vangelo però, quindi può essere che in altri cento posti il Mojito sia una bomba. Detto questo, anche se fanno i Mojito grammi, Tossa è fantastica lo stesso. Relax quindi e facciamoci una risata ogni tanto!
    Saluti e spero di incontrarti quando tornerò a Tossa, cosi potrai erudire un pollo di professione come me!

  3. caro marcello, mi mancherà pure l’umorismo, ma io non ci trovo niente di ironico nè di spiritoso nello scrivere “Se volete farvi fregare in Spagna conosciamo il posto che fa per voi” e nel fotografare un obeso di sgamo. ma fammi capire meglio: dici di aver scritto che tossa è il posto migliore per farsi fregare con un intento chiaramente opposto? boh… non ci arrivo. forse oltre all’umorismo mi manca qualche sinapsi.
    non è chiaro perchè ho usato l’espressione “gettare fango”? perchè parli di stangate su stangate, baristi incapaci (il cattivo rapporto con il mojito non l’ha la spagna, come sostieni nell’articolo, ma l’hai avuto tu in spagna: è diverso), cucina pesante, ristoranti che fanno a pugni con l’igiene, alloggi improponibili e salassi in un paese, la spagna, molto sviluppato per quanto riguarda la ricettività turistica e dal quale l’italia dovrebbe solo prendere spunto. non è esterofilia, ma la pura verità.

    p.s.: non prendertela per il pollo, sei tu che ti paragoni a fantozzi. ah e l’anno prossimo non limitarti a paella e sangria, il binomio gastronomico del turista pollo (“guiri” per gli spagnoli).

  4. “Il mare è bello, l’ospitalità ottima e per quanto riguarda la buona tavola difficilmente troverete di meglio al di fuori dell’Italia”. Fango a palate. Su quello che ti fa ridere o meno io non discuto, de gustibus. Per il resto parlo del mio albergo, del ristorante in cui sono stato la prima sera e delle trattorie da menu a sette euro, dove si mangia bene, ma non sono certi extra lusso. Non mi sono fermato a paella e sangria, ho assaggiato tutto quello che si poteva assaggiare, dallo squisito jamon alle gustose tapas, sangria cava e normale, dolci etc. Comunque chiudiamola qui, vorrà dire che se ci trovassimo a Tossa sarò felice di cambiare idea sul Mojito, qualore me ne facessi assaggiare uno buono. 🙂 saluti

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