CIAO BOMBER

balza

TESTO: MARCELLO ASTORRI; FOTO: INTERNET

“Pirlo? Non sarà mica un giocatore!”. Queste sono le frasi che tuonano nel più tipico dei bar di periferia, al primo appoggio sbagliato del campione del mondo della Juventus. Gufi di ogni età si accalcano per seguire le vicende del campionato italiano di serie A, ognuno con la schedina in mano (in gergo “bolletta”), facendo a gara tra loro per chi produce la critica più ingenerosa o gli improperi più fantasiosi. Già, perché in questi bar spesso si può scommettere mentre si guardano le partite. Gente che dilapida la paghetta, la pensione oppure lo stipendio sul ribaltone del Sassuolo contro l’Inter o sulla vittoria in trasferta dell’Hoffenheim con handicap. Una sera ci siamo presentati in uno di questi bar a vedere il posticipo, stavamo seduti fuori in attesa del calcio d’inizio, sorseggiando un innocente Estathè con in mano una schedina da 2 euro per non sentirci discriminati (tanto non vinceremo mai), quando sentiamo i discorsi di uno dei più accaniti scommettitori: “Ho appena chiuso una schedina da 7mila euro…”. Noi strabuzziamo gli occhi e ci domandiamo perché il vincitore di una simile cifra non sia attaccato al bancone a festeggiare, invece di accendersi una paglia rimanendo impassibile come Zeman. Inizialmente pensiamo ad un self control da navigato campione della scommessa. “Ho recuperato quelli che ho giocato questa settimana!”. Ma dopo questa frase abbiamo capito perché non esultava. Sconvolti, riprendiamo posto di fronte alla televisione per il calcio d’inizio e i primi mugugni e bestemmie non si fanno attendere, alcuni dei presenti sbattono un pugno sul tavolo e stracciano una “bolletta”: avevano scommesso sul calcio d’inizio a favore del Milan. Le fasi centrali della partita poi sono accompagnate da affermazioni agghiaccianti di alcuni anziani ipercritici: “Maradona? Per me non era mica buono, è venuto in Italia e ha fatto 5 gol su punizione, 10 su rigore e uno di mano!”. Quando capita un gol è il marasma più totale: alcuni si alzano in piedi ed esultano, gli altri, quelli che subiscono un gol al fantacalcio, sono tifosi della squadra che ha preso gol oppure semplicemente hanno perso una “bolletta”, se la prendono con l’arredamento del bar. La cosa fantastica poi è la completa mancanza di memoria sportiva all’interno di quel microclima. Basta un gol sbagliato, un traversone troppo lungo o una papera per trasformare un campione idolatrato nel peggiore dei bidoni. Nel nanosecondo in cui il campione commette un errore, non ci sono triplete conquistati che tengano, è un paracarro. Una volta giuriamo di aver sentito, da un paffuto e anziano signore, ovviamente in dialetto piacentino stretto, questa frase: “Sono più buono io di Eto’o, che razza di giocatore!”.  Magari un pensierino per la nostra squadra di amatori ce lo facciamo.

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