L’ANTICRIBBIO

TESTO: NEREO TRABACCHI; FOTO: ARCHIVIO TRABACCHI

nereo fantasma

Non credevo si sarebbe scatenata tutta questa bagarre, e non era sicuramente mia intenzione. Certo che fare una roba in questa città, senza correre il rischio di essere beccati o fraintesi, non è mica facile. Come quella ragazza, ora non ricordo il nome, che per rallegrare un po’ i malati di una clinica voleva portagli nel cortile un luna park, e tutti subito contro. E io? Che ho fatto di male io? La mia piccola figliola dopo cena vuole fare una passeggiatina per conciliare il suo sonno, e così, approfittando di queste piacevoli serate, per la Piazza dei Cavalli e dintorni io giro, spingendo il passeggino nell’attesa che Morfeo se la porti via. Sì, sì, e nel mentre, mi diverto a dare sfogo alla mia passione per la fotografia e compagnia bella, così un paio di volte, forse tre, ho indossato un vecchio cilindro per cappello di mio nonno Gino e, mentre passavo davanti all’ufficio del sindaco, ho scattato qualche foto sognando di essere quello che da tutta una vita voglio essere: un politico della nostra città. Poi, un paio di volte mi han fermato dei tizi, e dato che per rallegrare l’umore avevo bevuto un paio di robi al Barino, ho ingrassato la mia fantasia e compagnia bella, ma così, solo per giuoco, e ho detto loro di essere addirittura un parlamentare del ‘900, dato che li ho scoperti a fissare il mio cilindro. Ma all’improvviso ho visto arrivare il sindaco, e per non essere sgridato, ho visto che l’uscio di Palazzo Mercanti era socchiuso, forse per una di quelle riunioni lì che finiscono tardi, e zùm, mi ci sono infilato dentro con tutto il passeggino, dove intanto la mia piccina si era assopita. Ora i giornali hanno scritto che sembravo un fantasma, e che mi sono così sputtanato giocato la possibilità di diventare un concreto politico della nostra città, anche se mi dicono che invece forse è stata la mossa giusta. Ma ora vado, perché devo costruire un grosso fallo di carta e metterlo sotto il ventre del cavallo sulla sinistra e appostarmi per vedere quanto ci mette Mistraletti ad arrivare con la sua macchina fotografica: coi ragazzi della Batusa ho scommesso una cena da Milione che non passano più dei soliti 4 minuti e 20 secondi.

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