A COSA STAI PENSANDO?

TESTO: NICOLÒ PREMOLI; FOTO: INTERNET

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Gli stati di Facebook dedicati a Piacenza: una top five degna della seconda serata di Teleducato. O dell’ultima pagina di Libertà, tanto l’oroscopo non ci prende mai.

 1 – Lo stato “a Piacenza non c’è mai niente da fare”: scontato come la piena del Po in autunno e ripetitivo come il traffico all’ora di punta in Viale Dante, proviene solitamente dalla gioventù piacentina che mal digerisce (oserei dire giustamente visti i recenti sviluppi) chiusure anticipate dei locali, assenza di stimoli e l’eccessiva quantità di ghiaccio dei cocktail e passa ogni sabato sera ad inveire contro ordinanze comunali non meglio precisate. Spesso a finire vittima dell’autore dello stato è anche la Ztl che impedisce parcheggi pittoreschi all’ombra dei cavalli. Se l’ha fatto Balotelli perché noi no?

 2 – Lo stato di chi odia chi dice che “a Piacenza non c’è mai niente da fare”: stato non troppo comune, il più delle volte è pubblicato da chi risiede a Fombio o giù-di-lì e a Piacenza ci passa soltanto tre quattro volte l’anno per i Venerdì Piacentini. L’autore si scaglia il più delle volte contro la gioventù di cui sopra accusandola di non avere idee, di essere noiosa e di vivere in una città piena di attrattive. Forse anche perché nel paese natale ci sono due bar e una strada statale. E già un locale in centro aperto alle 22 rappresenta l’El Dorado per il turista di Oltre-Po. Non ditegli che negli altri giorni della settimana per le vie del centro si aggirano – forse – tre persone e una pattuglia della Polizia che sennò s’arrabbia.

 3 – Lo stato dei fan della provincia: se la città non riesce ad offrire divertimento ecco che c’è chi pensa bene di emigrare verso altri lidi senza tuttavia rinunciare alla piacentinità. Si alternano stati di celebrazione per il lungo Trebbia di Rivergaro ad altri in cui sono decantate le meraviglie del centro di Castel San Giovanni. Inutile dire che spesso stati del genere sono pubblicati dopo l’ennesimo giro di Malvasia che riesce magicamente a trasformare anche la piazza di San Giorgio nella strip di Las Vegas.

 4 – Lo stato in coda: lo stato che non passa mai di moda, un po’ come le scarpe ortopediche quest’autunno. Che voi siate imbottigliati nel traffico delle casse all’Esselunga o circondati da orde di anziani sonnambuli nel padiglione di chirurgia per i prelievi del sangue non potrete certo farvi scappare un’imprecazione contro chi evidentemente ha piantato la tenda in via Taverna già la sera precedente staccando l’agognato numero 1 un secondo e due decimi dopo l’apertura. Portate pazienza, un giorno sarete anche voi così.

 5 – Lo stato fantasma: new entry piuttosto succosa e ancora sconosciuta ai più. Lo stato fantasma può assumere due diversi connotati: o è quello dedicato allo spettro che pare aggirarsi in Comune (che sia un emule di Fantozzi addetto ai timbri?) o è quello che sparisce tempo 20 secondi dalla bacheca perché infarcito di pesanti critiche ai tatuaggi del buon Huttins o di insulti al parcheggio del Village. L’intervento di “Mistero” potrebbe dare una risposta ai nostri dubbi. Se avete il numero di Bossari lo chiamo io, ora scusate vado a fare il prelievo.

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