Cara Batusa,
toglimi una curiosità: ma le lettere te le inventi o te le mandano davvero?
Michele
Caro Michele, questa ce la siamo inventata o l’hai mandata tu?
Cara Batusa,
ci sono tanti modi per dire a qualcuno “ti voglio bene”, senza dirlo. Puoi dire “ti voglio bene” con un gesto della mano, con uno sguardo e con un forte respiro. Puoi dire “ti voglio bene” con un perdono, una disponibilità e una gentilezza. Puoi dire “ti voglio bene” con un bicchiere di vino, cucinando un piatto e facendo trovare una caramella. Puoi dire “ti voglio bene” prestando la copia sgualcita e sottolineata del tuo libro preferito, chiedendo di fare una foto insieme e mandando una vecchia, tradizionale, brutta cartolina dalle vacanze. Puoi dire “ti voglio bene” dicendo la verità, consigliando di non sbagliare e ascoltando anche sapendo che è una cazzata. Puoi dire “ti voglio bene” facendo un piccolo gesto anche quando non stai bene, semplicemente tacendo quando devi lasciar sfogare e incassando anche nella ragione più assoluta. Puoi dire “ti voglio bene” alzandoti nella notte, non coricandoti al mattino e ritornando ogni sera al momento giusto. Puoi dire “ti voglio bene” portando al piacere, regalando il tuo piacere e cercando di piacere. Puoi dire “ti voglio bene” lasciando libertà, rinunciando a un po’ di libertà e liberandoti anche quando non di potrebbe. Puoi dire “ti voglio bene” prestando la tua voce a chi non è capace di usare la propria, scrivendo due parole per chi crede di non saperle scrivere e leggendo una riga a chi non si è accorto di averla saltata. Puoi dire “ti voglio bene” stando fermo, muovendoti al momento giusto e andando a quel paese quando giustamente ti ci mandano. Puoi dire “ti voglio bene” semplicemente essendo padre, essendo madre e figlio. Puoi dire “ti voglio bene” elencando i modi in cui poi volere bene senza dover necessariamente usare le parole “ti voglio bene.”
Nereo
Caro Nereo, anche noi ti vogliamo bene, lo sai, per questo di avevamo detto di non esagerare col Pinot nero.
Cara Batusa,
ti scrivo per condividere con te e tutti i tuoi lettori un’illuminazione .Trascorrendo il pomeriggio bevendo birre di bassa qualità, credo sia normale avere intuizioni “geniali”, e così è successo a me ieri. Tra una birra e l’altra ho avuto il tempo di partorire questa riflessione: premesso che amo lamentarmi di tutto e tutti, così per fare un po’ di polemica, sono arrivato a capire che lamentarsi non serve a nulla .La gente che ha problemi seri, non ha ha tempo per star lì a lamentarsi e piangersi addosso, ma agisce per cercare di risolvere i suoi problemi. Quindi ragazzi basta lamentele, dobbiamo reagire e far qualcosa per cambiare la nostra situazione IMMEDIATAMENTE.
P.S.: purtroppo io devo rimandare perché ho ancora due birre da bere e si sa che la birra calda non piace a nessuno. E poi devo andare al market a lamentarmi che la birra costa troppo.
Jon
Caro Jon, di birra calda ne sappiamo qualcosa, solo che a differenza tua mentre beviamo non abbiamo illuminazioni, ma ci limitiamo a fare un paio di partite a Fifa per smartphone in modalità allenatore, quella in cui Diop del Torino, 19 anni di ragazzo, a 23 diventa più forte di Maradona. Prova a farlo anche tu, e vedrai che dopo un paio di gol di Diop la vita tornerà a sorriderti.
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