SALVIAMO GLI STUDENTI DAL PROF DI EDUCAZIONE FISICA

cavallina

Ogni giorno sul Facsal ci sono decine di studenti in fin di vita. Sono paonazzi, ansimano, trascinano una Converse dopo l’altra e hanno gli occhi a mezz’asta. Noi li superiamo in bici e vorremmo passargli la nostra borraccia col gin tonic, ma il prof è sempre lì che vigila che tutto si svolga secondo le regole. Durante il test di Cooper gli studenti non devono essere toccati, non devono essere aiutati. I tempi di Dorando Pietri sono finiti. I maschi portano maglie da calcio taroccate e si sfidano fino all’ultimo infarto per fare colpo sulle femmine. Le femmine hanno magliette improbabili e i capelli legati dietro la nuca, le ultime scarpe da ginnastica che hanno indossato erano Lelli Kelly, le più facoltose vorrebbero correre coi tacchi ma il prof glielo vieta categoricamente. Gli altri, i più sgamati, hanno una giustificazione in tasca e prendono il tempo col cronometro per rendersi utili (ovviamente noi appartenevamo a quest’ultima categoria). Poi ci sono quelli che fanno i furbi e tagliano il percorso, ma vengono subito scoperti perché quando tagliano il traguardo hanno fatto segnare un tempo da qualificazione olimpica. Il prof sta lì, con la sua tuta da ginnastica e il fischietto. Vuole trasformare quel branco di nullità in atleti della DDR in un paio d’ore a settimana (una di teoria). I muscoli pompano, la respirazione si fa intensa, l’acido lattico è talmente lattico che potresti accompagnarlo coi Corn Flakes, la vista s’annebbia, sulla ringhiera del Facsal vedi San Giuseppe che ti dice “sei impazzito?”. Il prof di educazione fisica incita: “Dài! Dài! Forza!”. Alla gara provinciale di corsa campestre manca poco e lui vuole vincere. Per il Respinghi. Per l’onore. Per la Patria. Sa che si troverà di fronte il prof dell’altra scuola che 45 anni fa lo aveva battuto ai Giochi della Gioventù e ora vuole vendicarsi. Per farlo ha bisogno di uomini veri, pronti a correre nel fango, pronti a vincere il freddo e i crampi, ha bisogno di donne combattive disposte a immolarsi per la causa del liceo che rappresentano. Allora li fa allenare sul Facsal e in palestra, fa fare loro il test di Cooper per tastarne la resistenza e il fiato e per esprimere un giudizio ai genitori durante le udienze. “Suo figlio è forte ma non si applica, ieri ha fatto solo 13”01 nei 100 metri, roba da poppante. Signora, mi raccomando, controlli che faccia i compiti a casa: 30 flessioni e 80 addominali prima di addormentarsi e una corsetta in salotto appena sveglio”. I suoi studenti devono essere macchine programmate per vincere. Il ragazzo esile deve fortificarsi, il ciccione di turno deve scordarsi le Camille della Mulino Bianco, le ragazze devono pensare un po’ più alla corsa e un po’ meno agli oroscopi di Paolo Fox. Si va sul Facsal, si fa un po’ di stretching appoggiati alle ringhiere, “e un due tre cambio!”, e si comincia a correre. Più forte del vento, più lontano dell’orizzonte. Cari prof educazione fisica, il test di Cooper ha rotto.

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6 Comments on "SALVIAMO GLI STUDENTI DAL PROF DI EDUCAZIONE FISICA"

  1. Bisognerebbe chiedere al Maffi di contenersi un po’!

  2. per caso avevate lo squalo?

  3. bisognerebbe chiedere alla batusa perche’ continua a sbagliare i nomi; vuoi aumentare il numero dei commenti?

  4. che bei ricordi! calzoncini e maglietta e narici fumanti nella nebbia! w il respighi!!!

  5. ah poveri liceali…
    le corse/test di cooper al campus sulla strada dell’agazzana erano totalmente diverse, in caso di nebbia fitta, si tagliava paurosamente ed uscivano tempi da maratoneti, si perchè c’era gente che camminado ci metteva meno della gente che correva!!!

  6. Salve sono Fabio Bastiani uno degli Insegnanti di Educazione Fisica del Liceo Respighi,ho letto con piacere l’articolo e mi sono divertito molto , ma devo segnalare alcune imprecisioni:
    Il ns Liceo promuove la pratica sportiva come stile di vita, la corsa di preparazione alla campestre fa parte della programmazione annuale dell’ educazione fisica di tutte le scuole superiori.
    Infatti sul Facsal potrete trovare tutti gli Istituti cittadini che “torturano” i loro ragazzi chiedendo loro questo sforzo immane, in nome di una sana abitudine di vita, prioritariamente, secondariamente per preparare al meglio la gara di corsa campestre provinciale, una delle poche manifestazioni dei GSS sopravvissute ai tagli delle manovre.
    E’ ridicolo pensare che con i tempi e i mezzi a ns disposizione possiamo riuscire ad inculcare nei ns allievi l’abitudine al moto, però ci proviamo… Le esperienze motorie proposte a scuola sono quelle, forse uniche, che arrivano a tutti.
    La scuola si basa sull’apprendimento, l’educazione fisica su quello intellettivo-motorio, sulla conoscenza di se stessi, dei propri mezzi e dei propri limiti.
    La valutazione e verifica del tipo di lavoro proposto sta nel risultato conseguito che viene valutato in base:
    alle reali possibilità dell’alunno, alla partecipazione e correttezza manifestata durante le prove di torture alle quali viene sottoposto (tagli compresi)…….
    Grazie per l’ospitalità

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