La Batusa

NEREO

TESTO: NEREO TRABACCHI; FOTO: ARCHIVIO TRABACCHI

Salviamo la Terra! È l’unico pianeta col cioccolato. E noi a Piacenza abbiamo uno dei maestri per eccellenza, il re della pralina, il principe dalla tavoletta, il duca del puro e duro: Aldo Guerino Scaglia, in arte cioccolatosa Falicetto della pasticceria Falicetto. Da molti, mia madre per prima, povera donna, erroneamente chiamato “Felicetto” a causa di un loro inconscio collegamento felicità=cioccolato e una buona dose di rincoglionimento, ma andiamo oltre… Falicetto è il paese piemontese di cui è originario Aldo Scaglia, e sempre in questa gustosa terra, il maestro ha fatto tutta la trafila di studi ed esperienze, prima di arrivare nella ridente Piacenza per amore della dolcissima moglie Grazia, ed ora insieme alla dinamica e leonina figlia Allegra, gestiscono la bottega. Leggendo il suo curriculum, lungo quando la mia lingua srotolata quando sparo minchiate, lo vediamo blasonato in decine di formazioni professionali, come ad esempio quella sullo zucchero tirato e soffiato o la specializzazione che tutti noi vorremmo, tenetevi forte: in torte MONUMENTALI. Entrare nel loro negozio è un’emozione e se vai per scegliere qualcosa, senza già un’idea precisa, sei fottuto. Un banco strabordante di cioccolatini, creazioni artistiche come uova, chiavi inglesi e martelli di cioccolata, croccanti nocciolati e affogati nel gusto latte e ovviamente, nel suo vestito bianco e rosso, il famoso “Piacerino”, il cioccolatino piacentino che racchiude in sé gli aromi della tradizione locale. Su questo ho quindi domandato se contenesse pura essenza di nebbia, aroma di inceneritore oppure onda di Po; sono stato mandato nel posto giusto e mi è stato risposto che le radici piacentine sono nei nostri croccantini già conosciuti nel 1300 e successivamente apprezzati anche alla corte di Maria Luigia D’Austria… Santa donna… Mi volto mentre biascico assaggi come un vero cafone, e sputacchiando bavetta marrone sulla vetrina, indico delle tavolette e leggo: latte scuro, gianduia, fondente, bianco, tutti con i loro diversi gradi di purezza. Mi volto ancora e Willy Wonka Falicetto mi spiega delle sue torte: Tentazione, Melodia Farnese, Charlotte di Vaniglia al Bourbon e la mia preferita da sempre su base gianduia, la Zurigo. Guardando tutto questo ho capito come molti sbaglino a consolare le proprie delusioni affettive con il cioccolato, perché è l’amore ad essere un sostituto del cioccolato e non il contrario… Fatevi un regalo, se siete troppo taccagni per farlo ad altri, entrate in questo posto e scegliete qualcosa per voi, magari proprio quando avete intenzione di rompere le balle a qualcuno, così potreste anche cambiare idea. E se un domani volete mettere alla prova voi stessi, ricordatevi che la forza non sta nella capacità di spezzare a mani nude una spessa tavoletta di cioccolata, come spesso si vede fare con gomiti alzati e faccia arricciata, ma nel mangiarne solo un pezzetto. Qui da Falicetto, scommessa persa in partenza… Nella foto Aldo Scaglia che ride alle mie osservazioni tecniche, davanti a due fave… Al prossimo boccone!