In molti ci avete chiesto perché parliamo sempre del Pd, del centrosinistra e delle primarie, e mai del centrodestra. Subito abbiamo pensato: come siete masochisti, cari lettori della Batusa. Poi abbiamo riflettuto davvero sul perché siamo così poco per la par condicio, e la risposta naturale è stata: ma il centrodestra esiste ancora? Sì, certo, di Silvio Berlusconi se ne parla a colazione, pranzo e apericena, ma noi, nel nostro piccolo, non riusciamo a competere con il suo stile squisitamente batusiano. Ma a Piacenza? Ne abbiamo cercato qualche rimasuglio in Consiglio comunale lunedì scorso, durante la discussione sulla mozione di sfiducia nei confronti di KT, e dobbiamo dire che era da tempo – almeno così ci dicono le nostre talpe da Palazzo Mercanti – che non si assisteva a un dibattito così acceso, a testimonianza che, oltre alla sempre efficace opposizione interna che il Pd riesce a farsi, qualcosa si muove anche dall’altra parte.
CITAZIONI LATINE E VIN BRULÈ
Poca roba, in realtà. L’ex onorevole Tommaso Foti non smette di lottare, stretto nei panni del consigliere comunale dopo aver assaggiato le poltrone romane, ma i suoi Fratelli d’Italia paiono essere… tamquam non esset (non è colpa nostra se abbiamo studiato). Il suo ex collega (e attuale collega), Massimo Polledri, sta faticosamente ripartendo dalla militanza e non ci stupiremmo di rivederlo intento a distribuire vin brulè al prossimo gazebo leghista, come ai vecchi tempi. E poi c’è il variegato mondo del Popolo della Libertà, o quel che ne rimane. Marco Tassi, capogruppo di non si sa più cosa, preferisce focalizzare l’attenzione sulle cose locali, convinto che i partiti non esistano più (come quello a cui è iscritto), tanto che ci aspettiamo di vederlo candidato in una lista civica (Forza Tassi?). L’ex Msi, An, Sveglia e Pdl, Andrea Paparo, rimane in disparte in attesa di capirci qualcosa di più. Se Maria Lucia Girometta non parla, Giovanni Botti s’è invece schierato dalla parte degli alfaniani pur rimanendo consigliere comunale del Pdl e coordinatore cittadino del partito (avvisate anche lui che non esiste più). Ma del resto anche il suo padre politico, Massimo Trespidi, presidente della Provincia, si trincera dietro un assordante silenzio, rimanendo coordinatore provinciale di un partito che – scusate la ripetizione – non c’è più. Insomma, a Piacenza è rimasto il Pdl, ma qualcuno ammicca al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano e qualcuno è già sul carro di Forza Italia: Andrea Pollastri e Antonio Agogliati se ne sono autoproclamati referenti, ma avranno qualcuno che li seguirà? E poi c’è Filiberto Putzu. Già, Putzu. Chi era costui?
Non si sa mai: anche il Pro era poco considerato e poi in campionato è davanti al Piacenza…