PIAZZA CITTADELLA

TESTO: NICOLÒ PREMOLI; FOTOGRAFIE: IDEM

Durante la seconda guerra mondiale, dopo lo sbarco in Normandia del 1944, tra i soldati americani era nata una simpatica quanto pittoresca consuetudine: realizzare nei villaggi e nelle città liberati dai tedeschi dei piccoli graffiti impersonanti un buffo pupazzo calvo con un naso prominente che sbircia, aggrappato con entrambe le mani, da sopra un muro; questo pupazzo era famoso con il nome di Kilroy e comparve in tutte le parti d’Europa durante l’avanzata alleata. Sono ormai passati settant’anni e, si sa, le nuove generazioni cui appartengo pure io sono spesso additate dagli anziani di incapacità nel salto del fosso per il lungo e di grande sfrontatezza: oltre alla perdita di doti atletiche sono cambiati anche gli stili e i temi dei “graffiti” (le virgolette sono d’obbligo) che spesso tappezzano i muri delle città. Kilroy non c’è più, almeno non in Piazza Cittadella e Banksy, bontà sua, ha altro da fare che passare a Piacenza. Piazza Cittadella è il crocevia di ogni studente proveniente dalla provincia: ogni pullman in arrivo da Pontedellolio e dintorni se non si ferma al Cheope si fermerà proprio all’ombra di Palazzo Farnese. Ricordo ancora i tempi del liceo: se avevate una morosa che doveva prendere il pullman in Cittadella eravate fottuti. Spesso per accompagnarla occorreva bruciare il record mondiale degli 800 metri piani e per il limone dell’arrivederci non avanzavano nemmeno dieci secondi. Tuttavia, poteva (e può ancora) capitare che il pullman ritardi, che ci sia magari un guasto, e ci sia tempo oltre che per il limone anche per qualche foto con le amiche e, perché no, se la vena artistica è buona, un piccolo “graffito” sui muri della stazione dei bus. Il nostro tour comincia con un piccolo esempio di campanilismo provinciale: “Cortemaggiore fa schifo” a detta di questo anonimo scrittore. Da una più attenta analisi della calligrafia parrebbe essere opera di una scrittrice, mentre l’utilizzo della K dovrebbe escludere la provenienza della stessa dal rinomato (poi chissà perché, lo devo ancora capire a sette anni dal diploma del Colombini) liceo Gioia. Resta da capire cos’abbia fatto di male Cortemaggiore alla presunta autrice: si tratta forse un amore finito male? O quella sera per la serata di Marracash al Fillmore non c’era uno straccio di parcheggio?

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Mentre sto camminando, smartphone alla mano per immortalare gli “scrittori di strada”, rischio seriamente di danneggiare la pavimentazione stradale nonchè la mia calotta cranica. Dinanzi a me appare infatti un cono posto a segnalazione di una piccola quanto minacciosa voragine: riesco a cavarmela senza danni, ma ci sarebbero tutti gli estremi per un rigore per il Milan.

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Mentre mi aggiro sconsolato nella nebbia compare un pezzo di pura poesia, un capolavoro di arte moderna. Quando il sesso si mescola con l’amore succedono anche queste cose. Poco importa se la versione originale era caratterizzata da una vena piuttosto romantica: chi ha revisionato il testo ha ben chiaro il modo di far scappare una donna. Il muro stinto rende il tutto decisamente “ruspante”, un po’ come l’autore della correzione.

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Sì, lo so, non è un graffito. E’ un esempio di come talvolta il tempo si possa fermare a Piacenza: dopo i viaggi temporali orchestrati dalla giunta comunale per anticipare il Natale eccovi un esempio di bottega che non cambia la vetrina dai tempi del Muro di Berlino.

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Potrebbe divenire la meta obbligata di ogni hipster alla ricerca di un mangianastri ancora funzionante, una volta superato il timore per i rasoi in riparazione naturalmente. Che poi, avete mai visto un centro assistenza rasoi in giro per l’Italia? Ecco appunto, poi non dite che a Piacenza non c’è mai niente da fare.

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2 Comments on "PIAZZA CITTADELLA"

  1. E’ il negozio del baffo!

  2. Se guardavate bene, in piazza Cittadella c’è anche una sartoria militare, ben nascosta però! 😉

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