PLAYSTATION WAGON

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTO: IDEM

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Un nostro caro amico è in stato vegetativo da giorni. E’ lì, seduto sul divano, non mangia, non beve, non dorme. Va solo al cesso, ma svogliatamente. Non ci risulta faccia altro e la sua ragazza è disperata (ci auguriamo per lui che la sua ragazza non scelga l’alternativa più semplice e conveniente, ovvero andare a un raduno afro e decretare la fine della loro relazione con un cantante reggae di terza fascia). Il nostro caro amico guarda nel vuoto. E’ così da un paio di settimane, da quando ha dato l’ultimo saluto al suo vecchio amore. Le storie finiscono e non è vero che si resta amici, ma rimangono comunque i ricordi. Quando il nostro caro amico ha detto addio al suo vecchio amore ci ha mandato un sms pieno di angoscia e di malinconia, un grido d’aiuto, una richiesta di estrema comprensione: “Sembra che vibri anche da spento”. In allegato c’era la foto del pad della Playstation 3. Il suo vecchio amore. E’ stato costretto a venderla perché le storie finiscono e c’è sempre qualcuno che prenderà il tuo posto e darà a lei quello che gli hai dato tu, se non di più. E col tempo tutto sarà passato, sarà solo un lontano ricordo di partite notturne con piccoli bastardi d’oltreoceano che segnavano al 93′ con un rigore molto discutibile, saranno nemici morti ammazzati e compagni di guerra che non faranno più ritorno, saranno gare in automobile e in motocicletta, saranno zombie, caduti in battaglia, rapine a mano armata con una breve sigla ben stampata nel cervello: GTA V.

CICCIONI AMERICANI

La Playstation è la più alta forma di solitudine volontaria di cui dispone l’essere umano. E’ l’unico modo per uscire di scena senza che nessuno se ne accorga. Al massimo tua mamma che ti chiama per la cena, oppure la tua ragazza che vuole andare al Coin, ma sono voci lontane, quasi impercettibili. Il nostro caro amico ha venduto la Playstation 3 perché sapeva che nella vita le cose possono anche andare meglio. Infatti ha prenotato la Playstation 4. Ma nel lasso di tempo in cui è rimasto senza La Play è stata dura. Ogni giorno contava le ore e i secondi, s’è persino scaricato un’app sul cellulare col countdown del day one (oggi se non sai l’inglese non vai da nessuna parte), ovvero il conto alla rovescia dell’uscita della nuova console della Sony in Italia e quindi anche a Piacenza. Tutte le notti andava su You Tube a vedere ciccioni americani che giocavano con la loro Playstation 4 e per la prima volta nella vita ha provato che cos’è l’invidia più bieca e subdola. In America La Play 4 è uscita prima e i fondo non c’è nulla di strano: loro sono sempre più avanti di noi. Ma il giorno, per il nostro caro amico e per tanti suoi simili, è arrivato. E’ oggi. Così siamo andati al Galassia, da “Game Stop”, a vedere com’era la situazione.

SE LA CINA INVADE LA POLONIA

Ci aspettavamo studenti in fuga da scuola e impiegati statali in mutua pronti a pugnalarsi con le chiavi della macchina pur di avere la loro console di nuova generazione. Ci immaginavamo tradimenti, risse, ammutinamenti, vittime innocenti la cui unica colpa sarebbe stata quella di passare di lì per andare al Mediaworld. Invece la prima cosa che abbiamo visto quando siamo entrati da Game Stop è stata un cinese con gli occhiali da filosofo esistenzialista intento a comprare una copia usata di Call of Duty. Ora sarà a casa, con le finestre chiuse e una bottiglia di Coca sul tavolino, pronto a invadere la Polonia. Nel negozio c’erano anche un paio di clienti che davano un’occhiata in giro, ma nessun segno di battaglia. Evidentemente siamo arrivati tardi. Alessandra, una delle commesse, ce lo conferma. “Questa mattina – dice alla Batusa – abbiamo dovuto mettere le transenne. La gente che passava qui di fronte pensava che stessimo distribuendo omaggi, tante persone c’erano”. La Playstation 4 costa 400 euro. Con un gioco, arriviamo più o meno a 469. Conviene, dato che avere la Playstation senza un gioco è un po’ come partecipare al bunga bunga con una benda sugli occhi. Ora, con uno slancio di originalità, diranno che in tempo di crisi va contro l’etica morale fare la fila per una console che costa quasi 500 euro. Siamo assolutamente d’accordo e aggiungiamo che l’amore non è bello se non è litigarello e che se Parigi avesse il mare sarebbe una piccola Bari. Torniamo a parlare con Alessandra, la ragazza che tutti gli appassionati di videogame vorrebbero avere accanto a loro. “E’ vero, la Playstation 4 costa parecchio, per questo stamattina ho visto più adulti che ragazzi”. I commessi di Game Stop sono in assetto antisommossa. “Tra poco – spiega ancora Alessandra – arriverà la seconda ondata, quella della pausa pranzo, e poi quella delle 17, quando chiuderanno gli uffici”. Infatti le transenne restano sempre a portata di mano, pronte all’uso. Alessandra dice di non aver assistito a scene d’isterismo collettivo, ma la giornata, il day one (ce ne sarà un altro intorno al 16 dicembre) non è ancora finito. Per noi lo è. Così salutiamo i commessi di Game Stop, blocchiamo il negozio per fare loro una foto e ce ne andiamo. Il tempo di uscire che su Facebook compare una grande fotografia di una Playstation 4 ancora inscatolata. E’ il nostro caro amico che con una semplice parola, come sempre, riesce a esprimere tutti i sentimenti di questo mondo:

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