SIAMO STATI INVITATI AI PIACENZA MUSIC AWARDS

TESTO: FILIPPO MERLI; FOTOGRAFIE: IDEM

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Tutto comincia con la scelta della cravatta. La scelta della cravatta è fondamentale. A tinta unita? A righe? Con Mickey Mouse? Mia madre mi mostra la vasta gamma di cravatte che ho a disposizione e di cui ignoravo l’esistenza. La scelta è semplice.

Io: “Questa va benissimo!”.
Mia Mamma: “E’ quella della cresima…”.

Niente. Resto a rimuginare, immagino l’effetto della cravatta sulla camicia, vorrei chiamare la nostra esperta di moda, ma non c’è tempo. Alla fine punto su un modello classico, blu con le righe grigie.

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Mentre mia madre è impegnata a guardare come si fa il nodo su You Tube, io con una mano bevo il caffè e con l’altra aspetto che mia sorella m’allacci il bottone del polsino. Torna mia madre col nodo fatto e mi prende per il culo deride perché dice che ho la pancia e la giacca mi fa una strana piega sul davanti. Mia sorrella allaccia anche l’altro polsino. Mio padre guarda un quiz sul divano. Infilo il giubbotto e la sciarpa, un modello alla Carlo Conti. Sono bello. Elegante. Mi faccio un autoscatto per metterlo su Instagram, ma poi mi ricordo che non ho Instagram. Esco di casa e la scia di profumo invade l’aria. Avrò esagerato? Cammino con passo deciso, con le mani in tasca e la sigaretta che pende dalle labbra. Sono irresistibile per me stesso e per gli altri. E’ la mia rivincita sociale, è la rivoluzione dello sconosciuto che prima o poi ha sempre il suo momento di gloria. Arrivo a destinazione e mi ritrovo immerso nella mondanità. Mi guardo attorno: tacchi alti, calze sottili, gonne corte. Stabilisco subito quale sarà l’obiettivo della serata: ascoltare della buona musica. Infatti sono al cinema Politeama perché la Batusa è stata invitata come ospite ai Piacenza Music Awards 2013, in cui verranno premiati i cantanti e le band piacentine che hanno valorizzato il nostro territorio™. E’ la nostra prima uscita ufficiale e sono un po’ teso. Ho paura che Marcello Granata mi chiami a sorpresa sul palco e mi faccia una di quelle domande trabocchetto tipo “com’è nata la Batusa?”. Nell’eventualità che ciò accada, ho già pronta la risposta: “Be’, ecco, scusate, sono un po’ emozionato. Ho 27 anni, non sono laureato, amo la vita e la moda, sono un ragazzo acqua e sapone, il classico ragazzo della porta accanto, mi piacerebbe fare l’attore e sono a Miss Italia non per mettermi in mostra ma per fare esperienza”. Ritiro il pass per il backstage e faccio un giro. Le ragazze sono in tiro, belle, graziose, dal portamento altolocato. Oggi per rimorchiare una ragazza di questo tipo servono due cose: la tessera del Pd e l’ultimo libro di Massimo Gramellini sottobraccio. Non ho nessuna delle due, così bevo un caffè al bar. Poi individuo il mio posto.

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Ci hanno riservato addirittura un trono. E’ troppo, davvero. Faccio per accomodarmi, ma una ragazza sui venticinque mi dice che quello è il premio di una lotteria benefica. Un po’ imbarazzato, vado in galleria. L’anteprima è uno spettacolo di danza degli allievi dell’Accademia Domenichino da Piacenza. Le punte non sono perfettamente tese durante l’esecuzione dei grand batman, il pas de deux non è abbastanza allineato con la postura del corpo, per il resto ci siamo. Penso sia la classica Morte del cigno, ma il cigno non muore mai, lotta, resiste, si dimena, resta aggrappato alla vita anche se lo danno per spacciato. Dopo una decina di minuti ci sorge un dubbio: o il ballerino è Silvio Berlusconi oppure quella non è la Morte del cigno. Quando il balletto finisce, entrano in scena Marcello e Alessia, i presentatori. Si spengono le luci.

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Marcello e Alessia prendono la parola e dalla platea si alza il classico urlo da inizio spettacolo (“aaaaaaaaaaaaaaaaa”) seguito dai fischi e dagli incitamenti. Alessia cambia continuamente abito, anche se non riesco a capire se è il vestito che è diverso oppure se semplicemente mette e toglie il pellicciotto. Il primo cantante è Lui, e non poteva essere altrimenti. Finalmente lo vediamo dal vivo. Daniele Ronda attacca i suoi pezzi e la folla esulta, canta, impazzisce, se li avessi mi strapperei i capelli, contagiato da tanto entusiasmo. Poi Ronda dice il suo aforisma preferito (“non esiste peggior cieco di chi non sa sognare”) e attacca la Sirena nel Po (diecimila copie vendute e disco d’argento). E’ il delirio. Scendo a fumare una sigaretta. S’avvicina una ragazza in minigonna. E’ splendida, alta, una di quelle ragazze che hanno tutte le cose al posto giusto. Mi chiede l’accendino. E’ il segnale. Ci provo subito col mio metodo d’approccio collaudato:

“Ciao, vuoi sposarmi?”.
“No”.
“Mi dai cinque euro?”.
“No”.

Non era il mio tipo. Torno in galleria e Marcello Granata informa il pubblico che è possibile votare il proprio cantante preferito grazie a uno speciale numero di telefono. Compongo subito il numero e voto gli 88Trash. Un paio di minuti dopo il telefono squilla: “Ki 6?”. Forse ho sbagliato qualcosa. Lascio perdere. Sul palco viene chiamata Maria Antonietta Scaramella, che evidentemente, dopo essersi candidata a esperta di moda e tendenze della Batusa, ha fatto carriera. I cantanti e le band sfilano sul palco, la gente fa foto e video col telefono. Sotto, al bar, giovani manager in carriera parlano di affari al bancone col profumo di pop corn che aleggia nell’aria. Così questo è il jet set. Be’, è esaltante. Finora qui alla Batusa siamo sempre rimasti alla larga da questo genere di cose, ma grazie agli organizzatori dei Piacenza Music Awards, che ci hanno invitato, abbiamo scoperto che non possiamo più farne a meno. Così, quando esco dal Politeama, individuo subito il prossimo obiettivo: imbucarsi qua.

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LE FOTOGRAFIE DELLA SERATA

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1 Comment on "SIAMO STATI INVITATI AI PIACENZA MUSIC AWARDS"

  1. ……sei grande! Complimenti

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