PICCOLA GUIDA PER NON SPRECARE LIKE SU FACEBOOK

 

sticazzi

TESTO: NICOLÒ PREMOLI; FOTO: INTERNET

Ecco una piccola guida con tutti i like di Facebook. Seguitela attentamente se non volete correre il rischio di mettere like a caso. Non disperdete i vostri like. 

1) Il (non) “mi piace”: come fatto notare talvolta dai più arguti, Facebook non dispone ancora del tasto di segno opposto rispetto a quello del like. Motivo che spinge taluni a cliccare “Mi piace” serbando dentro di sé un profondo disgusto che talvolta viene reso noto al destinatario con commenti di biasimo o di protesta. “homessomipiacemamifacagare”.

2) Il “mi piace” da signore: è il like meno molesto e più borghese, che passa inosservato. Non a caso: si tratta infatti del like solo pensato ma non esplicitato con il click del mouse. Perché disturbare chi ha scritto uno stato con una molestissima notifica? Suvvia, il like è affare da proletari. Ora però inviamo a chi non gioca mai 1213 richieste di Candy Crush.

3) Il “mi piace” seriale: è il like più molesto e meno borghese, che passa non-inosservato. Non a caso: si tratta infatti del like pensato ed esplicitato ripetutamente con il click del mouse sopra qualsiasi cosa si presenti nella homepage. Perché non disturbare chi ha scritto uno stato con mille molestissime notifiche? Dai, è divertente vedere la gente sclerare…”maquestononhanientedimegliodafare?”

4) Il “mi piace” sbagliato: come dice il nome stesso è il like non voluto, quello che non volevamo mettere ma che quasi matematicamente arriva quando il destinatario è online e riceve quindi la notifica. Il goffo tentativo di rimediare togliendolo nel tempo record di 2 secondi e otto decimi netti non basta per scatenare nel ricevente dilemmi esistenziali: chissà cosa c’è dietro, chissà perché l’ha messo, chissà perché l’ha tolto. Inutile dire che la ragione più ovvia (chi l’ha messo, l’ha fatto per sbaglio) non è nemmeno presa in considerazione di striscio.

5) Il “mi piace” gratuito: spesso offerto dalla morosa o dall’amico-che-conosciamo-dalle-elementari, il like gratuito è quello che compare tempo dieci secondi dall’avvenuto caricamento del post sulla home di Facebook. Dieci secondi che paiono bastare sia per la lettura di post di mezza riga che per digressioni semiserie le quali potrebbero tranquillamente riempire un foglio protocollo e mezzo (sì, di quelli che si staccavano dal quaderno del compagno di banco che ora ci mette pure il like. Inutile negare i nostri peccati). E’ il like che fa spessore, ma è scontato come il risultato di Barcellona-Bobbiese. Onnipresente.

6) Il “mi piace” interessato: categoria non troppo comune presente nell’universo di Fb, il like interessato è spesso accompagnato da commenti di polemica o di apprezzamento che danno vita a dibattiti feroci o a trollate completamente gratuite e immotivate. Questo genere di like va a braccetto con link de “La Repubblica” inerenti per il 99 per cento a Berlusconi e per l’1 per cento a scandali politici di ambo i lati (che comunque riguardano Berlusconi) o di qualche pagina casuale che in tre righe riesce a sintetizzare (malamente) il contenuto di un decreto legge o invita all’adozione di un crotalo albino abbandonato da un proprietario senza cuore che gli ha preferito un meno impegnativo boa constrictor. Manie di protagonismo, “nonc’houncazzodafare” o “machestronzatepostaquesto”.

7) Il “mi piace” interessante: forse uno dei like più graditi dal genere maschile. E’ una delle notifiche più inaspettate e per questo più gradite: perché sia tale devono sussistere due requisiti fondamentali. In primis deve arrivare da una ragazza, in secundis deve arrivare da una ragazza bona. Il like interessante spinge il fortunato ricevente a fantasticare sulle motivazioni che hanno spinto la tizia di turno a premere “mi piace” scatenando il dilemma: “ma le piaccio io o apprezza il mio stato sulla migrazione delle oche nei paesi caldi del sud?”. “E adesso che faccio, le scrivo o non le scrivo?”.

8) Il “mi piace” d’abbordaggio: forse uno dei like meno graditi dal genere femminile. E’ una delle notifiche meno inaspettate e per questo meno gradite: perché sia tale devono sussistere due requisiti fondamentali. Uno: deve arrivare da un ragazzo. Due: deve arrivare da un ragazzo molesto. Il like d’abbordaggio spinge il malcapitato ricevente a non fantasticare sulle motivazioni che hanno spinto il bomber di turno a premere “mi piace” non scatenando un dilemma alcuno. Si sa, le ragazze ci arrivano prima, ho almeno così ho letto su “Cioè”.

9) Il “mi piace” degli under 16: più comune della scritta “chiuso per ferie” alla Madonna d’agosto sulla bottega del barbiere settantenne (che ha in negozio ancora le poltrone in vera pelle) o dei tortelli alle feste paesane piacentine, il like dei teenager è di solito la causa dei crash dei server di Facebook e il carburante che spinge ragazze piacenti ancora con l’apparecchio a tirarsela come milfone navigate. Che tu abbia certe amicizie o meno non conta: sulla tua home comparirà (viste le impostazioni di privacy azzerate) con cadenza variabile la foto (c’è chi, integerrimo, sostiene di non averne vista alcuna, forse perché minacciato dalla morosa di ripercussioni sulla vita sessuale) di una disinibita quindicenne in pose provocatorie che pongono dubbi sulla reale età anagrafica (un po’ come accade per i calciatori africani di colore che sostengono di avere 18 anni e poi ne hanno almeno una trentina). I più giovani (o meglio, le più giovani) fanno a gara a riceverne di più, i più vecchi a schivare potenziali tempeste ormonali del tutto fuori luogo, roba da 754 “mi piace” e 251 commenti.

10) Il “mi piace” alle tettone: non negatelo, compagni di sventura: prima di accasarvi avete anche voi trascinato quasi inconsciamente il puntatore sul “mi piace” dopo una sbavata e qualche commento con l’amico che al vostro fianco la pensava esattamente come voi riguardo ad un decolleté importante. Il like al davanzale spesso arriva davanti ad un boccale di birra in una serata “calcio&gnocca” con gli amici del calcetto. Ma-che-tette-ha-questa? Sto-male.

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