ANTEPRIMA

pezza

Tra poco pubblicheremo il nostro personale ritratto di Roberto Pezza, il noto barbone piacentino morto all’età di 69 anni.

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8 Comments on "ANTEPRIMA"

  1. Pezza cagava davanti alle chiese e si masturbava dietro i cespugli. Queste probabilmente sono le cose più romantiche che ha fatto in vita sua….
    COMPLIMENTI FILIPPO, LE FIGLIE DI PEZZA TI RINGRAZIANO PERCHE’ E’ PROPRIO QUELLO CHE VOLEVANO LEGGERE DEL LORO PADRE…
    GIORNALISMO SUL PEZZO, CRONACA-VERITA’ … NON COME I “TROMBONI” DEL QUOTIDIANO CHE LA BUTTANO SUL ROMANTICO..
    SE TI QUERELANO GIURO CHE STAPPO UNA BOCCIA DI “BOLLINGER” PERCHE’ STAVOLTA HAI DAVVERO “PISC IATO FUORI DAL VASO”… PER USARE NEOLOGISMI A TE CARI…
    NON STO A SPIEGARTI PERCHE’ DIETRO A UN CLOCHARD IO CI VEDO COMUNQUE UN SOGNO DISPERATO, SICURAMENTE SBAGLIO IO … COLPA DI QUALCHE “ROSSO” DI TROPPO -…

    • Caro Giorgio, io sto il più lontano possibile dalla cronaca verità, quella spetta ad altri (il fatto che si fosse masturbato in strada è documentato proprio dai giornali, ma non è questo il punto). Io ho solo raccontato una cosa dal mio punto di vista. Io dietro un clochard vedo un disperato senza sogni, e non il contrario. Pezza, secondo me, avrebbe avuto bisogno di qualche aiuto in più da vivo rispetto a qualche bella frase da morto, e non parlo solo dei giornali. Questione di vedute (e di bevute). Ciao e auguri, Filippo.

  2. augurare una querela, che classe, che gentiluomo! sciapò!

  3. Filippo non ha certo bisogno di qualcuno che lo difenda, tanto meno di essere difeso da me, ma le sue parole dicono la verità: Pezza era veramente così. Anche un membro della mia famiglia, qualche anno fa, ha avuto uno spiacevole incontro, ovviamente non sfociato in dennuncia, e i famigliari di una persona che faceva molte delle cose che faceva con lucida volontà, ne erano perfettamente a conoscenza. Non lo scoprono ora “con scandalo” attraverso il pezzo di Filippo, nè tanto meno ho visto negli anni gente preoccupata a fermarlo quando era lui a spaventare figlie di altre persone. (Episodi a cui io e tanti altri abbiamo assistito.) Per quanto riguarda la scelta di vita, romantica o triste, disperata o senza sogni, è e rimane una scelta altrui, e come tale rispettata, ma a parere mio se viene raccontata, lo dove essere in tutta la sua verità, amarezza e tristezza, affinchè appunto chi legge, possa farsi una popria opinione, magari schifata, o magari con un pizzico di invidia verso quella libertà che non ha mai avuto il coraggio di prendersi. Onestamente non ho mai visto preoccupazione in questi anni per i figli di altri personaggi le cui storie, sono state giustamente raccontate nei loro minimi particolari, sia a livello locale, sia nazionale. Chiaramene io per mestiere non scrivo, ma sono certo che farlo ogni volta, dovendo prestare attenzione a sensibilità altrui, soprattutto quando si racconta la verità, sarebbe davvero difficile, se non impossibile. Ma forse mi sbaglio ed esagero… Sono comunque convinto che “l’augurio” di Giorgio fosse solo un gioco, e che la cosa migliore da fare sia trovarci per un brindisi a noi e perchè no, anche a Pezza… A presto. Nereo.

  4. Assolutamente un articolo veritá,e di qualitá. Pezza è nei cuori dei piacentini proprio per quello che ha fatto. Sogni e speranze a parte,quelli li hanno tutti.
    Un pezzo che mi ha commosso.
    Grande Filippo. Come sempre.
    Tanti auguri a tutti.

  5. Chi ha “pisciato fuori dal vaso” non è certo Filippo,
    che tra l’altro non so nemmeno chi sia…

  6. La ricerca spasmodica e disperata dell’articolo di effetto, che poi significa sopravvivenza (non economica magari, ma mediatica e sociale), qualche volta fa dei brutti scherzi. Brutti come questo articolo di Merli, tutto teso a occupare, in questa occasione, il posto vacante di voce fuori dal coro, tanto per ribadire il tenero desiderio di definirsi un’identità: certo Pezza non era un esempio di galateo, ma celebrarlo come ha fatto Giorgio Lambri su Libertà non sarà giornalisticamente irreprensibile ma aiuta a ricordare che dietro ogni stronzo lasciato per le vie della città c’è un uomo, poco fortunato, al quale si possono dedicare poche parole di saluto, perché no. E poi comodo fare i giornalisti integri e senza peli sulla lingua quando c’è da dire la verità su un barbone morto: aspettiamo con ansia che Merli tratti con la stessa laica oggettività anche i potenti in vita.

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