NEREO (SPECIALE CENONE)

nereo boccia

TESTO: NEREO TRABACCHI; FOTO: ARCHIVIO TRABACCHI

Dell’ultimo dell’anno, si sa, frega nulla a nessuno. Però è altrettanto chiaro come sia da escludere per molti, il non ostentare gioia forzata, festeggiamenti e la più classica delle domanda dopo il 25 dicembre: “L’ultimo? Che cosa fate?” (ma che te frega?). Così, la corsa all’evento più modaiolo, più taggato e più fico della città, che ne offre diversi, inizia lasciando aperte opzioni fino al pomeriggio del 31. E’ necessario essere certi dove si dirige la massa che conta. Chiaramente, al di là del popolo, dei tacchi, della parrucchiera di fresco e della giacca D&G con sotto la canotta, bisogna trovare un Cenone con C di Cenone maiuscola: e qui iniziano i problemi, quelli seri. Ho dato un’occhiata in giro e i ristoranti propongono sempre il solito polpettone. Non voglio entrare nel merito dei piatti, non sono chef e non posso permettermelo, ma non posso fare a meno di notare come a un prezzo fisso che non dovrebbe spaventare, e dopo un attento esame psicologico dell’uso delle parole, si tenti di ingolosire gli avventori con termini tipo: “Aperitivo di benvenuto”, “Stuzzichini”, “Tris”, “Piccole proposte” e in fondo in fondo il tragico “… e per finire”.
Vediamoli nel dettaglio. L’aperitivo di benvenuto, è quello che ti fotte, e si sa. La maggior parte delle volte è un bianco frizzante, secco, senza senso, che comincia a lavorare sulla parte bassa del collo, come due pollici che spingono e che ti causa quei fastidiosi movimenti intestinali spesso confusi con la vibrazione del cellulare tenuto in tasca, o in borsa, illudendoti di un sms di auguri, fine, delicato, personalizzato e non massificato: “Che questo nuovo anno ti porti gioia e tutto quello che desideri”. Poi uno dei misteri culinari di tutto il mondo: cosa sono gli stuzzichini? Ho controllato l’etimo: ovviamente da stuzzicare, che mi nasce con lo scopo di descrivere l’azione di toccare e frugare con insistenza mediante un oggetto a punta. Da “tuzzare”, colpire di punta… Sono quindi smentito, perché il significato ci sta tutto… Calca al buffet, con piattino di plastica in una mano, spesso sottile affinché si pieghi sotto il peso il più presto possibile, mentre con l’altra, attraverso un lungo stuzzicadenti di legno, si “ravana” tra le proposte esposte, con labbro leggermente piegato in senso di diniego ai propri gusti, ma trasportando comunque una pesantissima e cafona cupola con un mix senza senso (l’unico posto al mondo dove un gambero può incontrare un cubo di speck). Il “tris”, invece, per il ristoratore è il punto forte, perché per lui sta a significare: “…azz, vedi che di roba te ne do? Mica ti faccio uscire con la fame…”. Spesso sono crespelle con panna che riempie, lasagnelle con carne trita chi riempie, in zona il mitico tortelli-pisarei-anolini. Una cucina in continua evoluzione, insomma. Con “piccole proposte” si tende ad offrire uno sputo di assaggio di tre carni differenti, ovviamente necessarie per i brodi e altri intingoli, sopracitati. E si conclude con la perla, là dove con “… e per finire” uno si aspetta un pre-dessert alla Cracco, oppure l’armadio argentato a cassetti con i dolci di Heinz Beck, invece arrivano sempre mandarini con noccioli e uva con noccioli. Ma in fondo è quello che ci cerchiamo. Buon divertimento.

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1 Comment on "NEREO (SPECIALE CENONE)"

  1. la cosa piu bella di quando si ha fame e’ mangiare qualcosa di buono .

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