FIAZZA INTER AMALA E L’OPERAZIONE RECUPERLO

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FOTO: FACEBOOK

Per chi non lo sapesse, la sede del Partito Democratico di Piacenza è su due piani. Soluzione quanto mai benedetta per un partito che è spaccato dalla sua nascita, tra margheriti e comunisti, passando per i dalemiani, i prodiani, i bersaniani, i renziani e, da ieri, i dosiani contro i cacciatoriani. Due piani e due correnti. Venerdì scorso, intorno alle 17, al piano di sopra Francesco Cacciatore e Giovanna Palladini sparavano gli ultimi fuochi di capodanno contro il sindaco Paolo Dosi e le eminenze grigie, mentre al piano di sotto Gian Luigi Molinari e i suoi difendevano le posizioni del loro Pd. Niente di nuovo, due fazioni l’una contro l’altra. Ma tra il primo e il secondo piano, al Pd, come in ogni fabbricato, ci sono le scale e i pianerottoli. Ed è proprio lì che venerdì si giocava la partita più delicata, con coloro che, fingendo di rispondere al telefono o di fumare una sigaretta, vagavano su e giù per le scale senza entrare né da una parte né dall’altra per non essere schedati, come per esempio Christian Fiazza. Fiazza ha fatto più step sugli scalini della sede che Jill Cooper nella casa del Grande Fratello. Militante storico dei Ds prima e del Pd poi, ha vissuto la sua parabola politica come il più integralista degli integralisti. Disciplina di partito, assemblee, congressi, tessere, direttivo, tutta roba che il vicecapogruppo in consiglio comunale mastica come il diritto civile. Bersaniano e cacciatoriano, pare che venerdì scorso Fiazza non sia però entrato nella sala al primo piano, quella con Cacciatore. E proprio di Fiazza s’è parlato come di un possibile nuovo assessore nel Dosi bis, con le ambizioni personali che al quel punto avrebbero preso il sopravvento sui comitati di base e sulle biografie di Palmiro Togliatti. Fiazza ha subito pesantemente in questi anni il grande capo del centrosinistra piacentino, Roberto Rottamato Reggi, che prima l’ha sconfitto alle primarie per il sindaco tirando la volata a Dosi contro Cacciatore, poi l’ha fatto saltare come presidente del consiglio comunale e infine l’ha battuto nella corsa alla segreteria cittadina del Pd. E allora il buon Fiazza che cosa deve aver pensato? Se l’avversario è troppo forte, meglio allearsi con lui. E infatti pare che Fiazza abbia trascorso notti insonni, combattuto tra l’Internazionale Socialista e un posto nella nuova giunta Dosi. Poi, sabato sera, Fiazza ha inviato un messaggio ai suoi collaboratori e ai suoi sostenitori:  “Il sindaco Dosi – ha scritto Fiazza nel messaggio poi ripreso dal Piacenza.it – mi ha chiesto la disponibilità a diventare assessore e lavorare ancor di più per la nostra bella città. Dopo averci pensato attentamente, ho deciso di non accettare per ragioni professionali”. Per il momento Fiazza si chiama fuori. Poi chissà.

UN SALTO E UNA PIROLETTA

Si dice che il 6 gennaio, in occasione della festa della Befana, il sindaco Dosi abbia regalato a Giulia Piroli un bel libro, il famoso romanzo “L’amico ritrovato”. E si dice che la consigliera del Partito Democratico si sia così commossa dall’inaspettato regalo da accettare la sua richiesta di entrare a far parte della sua nuova giunta. Sia chiaro, sono voci di corridoio, e noi non vogliamo pensare che un libro abbia potuto far cambiare opinione alla cuperliana di ferro. Siamo invece un po’ più sicuri sul fatto che Piroli si sia veramente convinta che l’immobilismo della giunta Dosi fosse dovuto all’azione di contrasto svolta dall’ormai ex vicesindaco Cacciatore, e che si sia convinta che, al posto del compagno di corrente, lei stessa potrà dare nuova coesione e nuovo impulso capaci di garantire una marcia in più all’azione amministrativa. E allora basta con le correnti, con l’amore viscerale per Gianni Cuperlo (di cui Piroli è stata capolista a Piacenza durante le primarie per l’elezione del segretario nazionale del Pd poi vinte da Matteo Renzi, roba di poche settimane fa): adesso è il suo turno. Piroli ha la possibilità di dimostrare che non è più una seconda scelta, l’attrice non protagonista della sinistra piacentina. Prima, se c’era un posto da deputata da assegnare arrivava Paola De Micheli; mancava un assessore donna? Ecco spuntare KT. La vita da mediano in consiglio comunale passata all’ombra di Giovanna Calciati a fare battaglie infinite per difendere Pulcheria o per sostenere i registri delle coppie di fatto sono solo ricordi. Tanti saluti a Cuperlo e Bersani: oggi o al massimo domani i fotografi del Comune potrebbero immortalare Giulia Piroli con le vesti da assessore insieme all’amico ritrovato, il buon Paolo Dosi, e ai nuovi assessori renziani Cisini e Cugini.

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