RECENSIRE TUTTO: COSO SI SPOSA

Abbiamo fatto un salto alla fiera “Piacenza Sposi” a Piacenza Expo per raccontarvi come il matrimonio sia cambiato dopo la comparsa sulla Terra di Enzo Miccio.

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TESTO: CATERINA MASCARETTI; FOTOGRAFIE: IDEM

Di solito l’orologio biologico di una donna comincia a ticchettare più velocemente attorno ai 30-35 anni. Invece mi ritrovo qui, una domenica pomeriggio, vicino a una bella ragazza di 22 anni alla fiera “Piacenza Sposi” a Piacenza Expo. Sono in mezzo a wedding planner, abiti bianchi e bomboniere. E questo per un solo motivo. La mia amica, nonostante sia giovane, bella, intelligente e combattiva (si deduce dal fatto che è riuscita a trascinarmi in questo luogo tetro) è stata anzitempo colta dalla maggiore e peggiore preoccupazione del genere femminile: il matrimonio. Personalmente, come avrete capito, non ho niente contro il matrimonio. Fate bene a sposarvi, ci mancherebbe, e fate bene a spettegolare sul matrimonio (“oh, ha sentito che coso si sposa?”).  E sono d’accordissimo sul fatto che le mie amiche si sposino. Anzi, il mio intento è piuttosto quello di incentivarle. E questo per almeno due motivi: 1) un vestito elegante nuovo; 2) un paio di scarpe costose nuovo. Se ne vogliamo aggiungere anche un terzo: 3) una borsa nuova che si abbini alle scarpe. Quello sul quale mi trovo a sindacare è il modo in cui farlo. Sì, perché adesso ci sono anche modi particolari in cui sposarsi. E siamo venute a questa fiera proprio per questo.

PRIMA E DOPO ENZO MICCIO

Direi che il modo di sposarsi dev’essere datato così: A.m. (avanti Miccio), e D.m (dopo Miccio). Prima  che intervenisse questo essere demoniaco a metà tra un organizzatore di eventi e un esattore delle imposte, sposarsi era una cosa semplice. Andavi in Comune, facevi affiggere le pubblicazioni, prendevi accordi con il prete, compravi due fedi, ti mettevi il vestito buono, andavi a sposarti e poi portavi gli invitati a mangiare al ristorante. Se avevi dei soldi da buttare, lasciavi una bomboniera come ricordo. Ma dopo Enzo Miccio nulla è stato più uguale. Se non hai almeno uno stormo di colombe che lasciano cadere un miliardo di petali di rose sui tuoi ospiti evita di sposarti. Dai vestiti da zarina al faraonico servizio di catering tutto deve essere studiato e grandioso. E questo per un unico motivo: perché lo vuole la sposa. Mentre la mia amica è rapita da un abito nuziale a dir poco inquietante, il mio spirito d’iniziativa mi conduce da una wedding planner: voglio poco romanticamente monetizzare il grande giorno. Così scopro che un matrimonio classico viene a costare 23.200 euro, mentre uno deluxe (come i panini del Mc Donald’s) anche 77.800”. E da ciò capisco anche come mai i manichini che rappresentano lo sposo hanno le sembianze stranite del maggiordomo Lurch della famiglia Addams.

COLOMBA BIANCA VOLA

Ora, è vero che ormai in Italia ci si sposa tardi, quando si è raggiunta una certa stabilità economica, ma spendere 23.200 euro è comunque un comportamento sconvolgente, da qualsiasi punto di vista lo si consideri (soprattutto se si pensa che un matrimonio su quattro finisce in divorzio, persino quello di Andrea Pirlo). E poi cosa si compera con questi 23.200 euro? Cose piuttosto effimere. Le banali fotografie in bianco e nero di un album follemente caro, un abito bianco che non si indosserà più, completi medioevaleggianti per i paggetti, bianche colombe che subito dopo il lancio verranno predate dalle poiane, fiori che appassiscono al solo sguardo. E riso. Riso in quantità industriali, che da invitata mi sono ritrovata nei vestiti ad anni e anni di distanza dall’ultimo matrimonio al quale ho partecipato. Finalmente recupero la mia amica e la convinco a non prendere un paio di scarpe bianche, nonostante lei sia convinta che le potrà tingere di rosso e indossarle per altre occasioni. Siamo realisti, non lo farà mai. Ma lei insiste e poi le sento pronunciare la frase che mi rovina la giornata: “Ma dovrà essere il giorno più bello della mia vita!”.  Ok, probabilmente sarà il più bel giorno della tua vita della sposa. Ma solo di quella. Non nascondiamoci dietro a un bouquet di fiori di pisello odoroso: allo sposo non gliene è mai fregato un cazzo tubo di quella giornata. Se volete far cadere in depressione un uomo, parlategli per un minuto di sistemazione di tavoli, fiori, scarpe infiocchettate, gazebi o affitti di castelli. Se notate che mostra interesse vi consiglio di preoccuparvi. Se invece annuisce solamente qualsiasi cosa diciate vuol dire che ha le auricolari e sta ascoltando la radiocronaca della partita del Piacenza. Diciamoci la verità: matrimoni sono feste cui le spose invitano i mariti per cortesia.

BACI E CORSE TRA I PIOPPI: L’ALBUM DI NOZZE

Ma le vere vittime del sadismo delle spose sono gli ospiti.  I matrimoni non sono affatto divertenti per gli ospiti. A nessuno piace ritrovarsi in un castello pieno di spifferi, con una stola sulle spalle, a chiacchierare con un ubriaco molesto a un tavolo ricoperto di boa di struzzo e che nei piani di sistemazione è stato chiaramente ribattezzato “la feccia”. A nessuno piace stare 40 minuti ad attendere in chiesa una sposa che deve fare un ingresso più trionfale di Maria Antonietta. Nessuno gradisce di dover tirare fino alle 14 per poter iniziare un interminabile pranzo solo perché gli sposi devono fare 347 foto mentre si baciano sotto un salice piangente e 512 foto mentre si rincorrono tra i pioppi. Nessuna donna ama rovinare con del fango un paio di decolletè di raso albicocca per arrivare a piedi allo sperduto agriturismo dove deve tenersi il pranzo. E soprattutto a nessuno può piacere l’abominevole bomboniera a forma di gatto che viene regalata dopo aver speso 250 euro per un’insalatiera di cristallo di Boemia che era in lista nozze. Ma questo è il giorno più bello. Ormai sgomenta e afflitta pensando a quel che mi riserverà il futuro nel “più bel giorno della sua vita” (suo della mia amica), vedo uno spiraglio di luce. “Da 100 a 400 euro di sconto in occasione di Fiera Sposi per il vostro viaggio”. Direi che me lo sono meritata. Pensando a dove posso emigrare sfruttando il mio sconto, abbandono la mia amica e corro verso lo stand dell’agenzia viaggi. Un qualsiasi paradiso tropicale mi va bene. Mi siedo e comunico la mia decisione alla signorina dello stand. “Congratulazioni! A quando il grande giorno? E il futuro marito dov’è?”. Lo sconto vale solo per i viaggi di nozze e pare che per i viaggi di nozze occorra essere in due. E’ troppo. Se qualcuno mi parlerà ancora di abiti di pizzo bianco, bouquet, fedi, confetti e catering io annuirò. “Scarta tutti ed è rete!”. Scusate, stavo seguendo la partita del Piacenza.

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3 Comments on "RECENSIRE TUTTO: COSO SI SPOSA"

  1. Brava!!! hai centrato il pallone in porta!!

  2. Antonella Gonella | Dicembre 7, 2014 at 1:13 pm | Rispondi

    Adoro Caterina! Voglio leggerla spesso ! Antonella

  3. In effetti le cifre riportate per un matrimonio standard mi sembrano un po’ eccessive. Mi sono sposato parecchi anni fa, cerimonia in chiesa, pranzo con catering all’agriturismo Podere Casale di Vicobarone, bomboniere, vestiti etc etc ma alla fine abbiamo speso decisamente meno. Non sarà che i prezzi salgono per far guadagnare il wedding planner?

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