Sembra una vita fa. Eppure sono passati solo pochi giorni da quando, qui sulla Batusa, abbiamo iniziato a parlare del bando comunale per la sensibilizzazione dei giornalisti piacentini sul tema della sicurezza, una specie di percorso di rieducazione rivolto in particolare ai neristi, rei di usare titoli urlati e termini troppo forti nei loro articoli. Sembra trascorso un secolo, eppure è passata solo una settimana da quando il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, ha portato la questione del bando in Consiglio comunale dopo averla anticipata in una conferenza stampa convocata il sabato precedente. In aula Fori ha parlato di un “bando mutuato da Pol Pot, che si propone di rieducare i giornalisti” rei di usare “titoli a effetto, immagini appiattite su stereotipi e pregiudizi, amplificando un forte sentimento di insicurezza e di richieste di controllo”. Motivazioni che, secondo Foti, erano “offensive per i cittadini”.
BANDITE IL BANDO
Abbiamo fatto un giro di opinioni tra i giornalisti piacentini locali e nazionali, e anche loro hanno espresso la loro contrarierà alle finalità del progetto del Comune. La storia ha iniziato ad appassionare gli utenti di Facebook, sia giornalisti sia persone non direttamente interessate, ma che hanno comunque voluto dire la loro sull’iniziativa di Palazzo Mercanti. Cammina cammina, parla parla, giovedì anche Libertà (dopo aver pubblicato un box sull’intervento di Foti nella giornata di martedì) s’è accorta di ciò che stava accadendo, e Giorgio Lambri ha scritto un editoriale dal titolo “Caro sindaco Dosi, ai piacentini serve più sicurezza, non giornalisti che ‘addolciscano’ la situazione reale”. “Seguendo le istruzioni del collega ‘rabbonitore’ – ha scritto Lambri – e magari attraverso periodici tavoli di coordinamento, alla fine basteranno qualche titolo sussurrato anziché urlato e qualche luogo comune meno becero per tranquillizzare chi si trova i ladri in camera da letto, chi viene derubato di una bici la settimana, chi subisce scippi, aggressioni o ha il bancomat clonato dagli skimmer, quelli a cui orinano e rompono bottiglie sulla porta di casa, quelli a cui truffano e derubano i nonni. Caro sindaco Dosi, ci permetta di dubitarne. E di dubitare che lei stesso possa credere che nella partita della sicurezza pubblica (quella reale o quella percepita, decida lei) il ruolo più importante lo giochino i mass-media”.
ALTRO GIRO, ALTRO RIMPASTO
Poi, su Facebook e in un commento sulla Batusa, Giorgio A. Lambri ha fatto i nomi delle possibili vincitrici del bando comunale: “Sara Vigorita, Carla Chiappini, Sabrina Coronella. Mi hanno detto che la prescelta potrebbe essere una di queste tre autorevoli e apprezzate colleghe”. Pare però che anche alcuni giornalisti piacentini si siano interessati al progetto del Comune. Non solo. Sempre su Facebook s’è parlato di un “occulto suggeritore” che sarebbe stato il vero ideatore del bando comunale, ancora prima del sindaco Dosi. Il fatto che il bando comunale si rivolgesse ai giornali, e com’è noto a Piacenza di giornale ce n’è uno solo, ci ha riportato alla mente quello che noi avevamo scherzosamente chiamato “complottone”, vale a dire un paio di pezzi stranamente duri di Libertà rivolti a Dosi e alla sua giunta pubblicati lo scorso anno. Per pura ipotesi abbiamo pensato: non è che il bando ha un destinatario ben preciso? Contemporaneamente anche gli organi ufficiali come la Federazione nazionale della stampa italiana, o Fnsi, e l’Associazione della stampa dell’Emilia Romagna, o Aser, chiedevano – tramite una nota ufficiale – all’amministrazione comunale di Piacenza di “rimodulare gli obiettivi del progetto, concentrandolo sull’analisi della realtà piuttosto che sulla sua rappresentazione”. E così siamo arrivati alle 15,06 di venerdì, quando, su Piacenza24, Dosi ha annunciato che l’amministrazione era pronta a rimodulare il bando. “L’intento – ha spiegato il sindaco – non era quello di fare ingerenza nell’attività dell’informazione. Rivedremo, già in giornata, le modalità di accesso al bando. Credo, comunque, sia stata data un’enfasi eccessiva per un’iniziativa che appariva rivolta a svolgere un percorso di ricerca e condivisione con i giornalisti stessi e per avere un occhio di attenzione per un tema sensibile come quello della comunicazione intorno a episodi che generano insicurezza nella popolazione”. Come sarà il nuovo bando comunale?
Avete rotto le palle con ‘sto bando per i giornalisti della nera! Machissenefotte, che problema è?!! Io vi leggo sempre ma è una settimana che non parlate d’altro… ma che argomento è?!!???!! non ne accadono di altre cose carine a piacenza?
Batusa, ieri ho visto un piacentino medio, era nascosto dietro il bastione della Fodesta.