BALLANDO CON LE STELLE (DELLA GIUNTA DOSI)

Ieri abbiamo fatto un po’ di pulizia sul telefono. Tutti quei messaggi di ragazze che vogliono conoscerci rallentano il sistema e dopo un po’ la memoria ne risente. Cancellati i messaggi, siamo passati alle foto. Cancellate le foto, siamo passati ai video. E qui abbiamo rivisto un breve filmato che avevamo registrato a Capodanno in Piazza Cavalli, con alcuni assessori della giunta Dosi che ballavano sul palco. In particolare, abbiamo osservato con attenzione le movenze degli assessori per dare i voti ai loro stili di ballo.
Giulia Piroli 8: tipico stile da festa dell’Unità, simbolo di una sinistra che non c’è più: libero, rivoluzionario, spensierato. Le mani non seguono necessariamente il movimento delle gambe e la musica non ha troppa importanza. Così facendo si può ballare allo stesso modo sia su un pezzo dance di Gabry Ponte sia sulla Ballata dell’anarchico Pinelli.
Stefano Cugini 7: esuberante, leggermente scoordinato, saltellante, incontenibile. Cugini è l’amico che fingi di non conoscere quando si piazza in mezzo alla pista della discoteca e attorno a lui si forma un gruppo di curiosi col drink in mano che sussurra: «Ma quello che fa?».
Katia Tarasconi 9: sapere a memoria tutte le canzoni in inglese è da specialisti della discodance. Dagli Abba ai Bee Gees, non fa differenza: KT si dimena sul palco, trascina tutti e rischia la vita quando Cugini quasi la urta con lo zainetto durante una piroetta.
Giorgio Cisini 6,5: avete presente quei tipi che vanno in discoteca ma non sono a loro agio e in mezzo alla pista si molleggiano leggermente sulle gambe, occupano una sola mattonella e ogni tanto battono le mani senza un motivo preciso? Comunque, stoico e imperturbabile, Cisini è andato avanti a molleggiare per ore.
Paolo Dosi 6 politico: lo guardiamo e pensiamo a noi, che alla discoteca abbiamo sempre preferito il bancone di un bar. E quando i nostri amici ci trascinavano controvoglia al Caprice stavamo lì, fermi, con una mano in tasca, e non riuscivamo a capire che cosa ci fosse di così divertente, e le ragazze ci dicevano «dài, cosa fai lì impalato, balla!», e noi rispondevamo con un sorrisetto e pensavamo a Friedrich Nietzsche per fare gli intellettuali a disagio con la massa. L’unica differenza è che probabilmente Dosi pensava al bilancio del Comune.

(Da La Cronaca)

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