Ci sono suonerie del telefono insopportabili. A parte quelle più comuni, che hanno tutti (persone con poca fantasia), ci sono quelle personalizzate, che non ha nessuno (persone con troppa fantasia). A volte sei in ufficio e a un certo punto parte Giampiero Galeazzi: «Rispondi al telefono, ancora due colpi, andiamo a rispondere». Oppure sei al ristorante e, improvvisamente, senti l’inconfondibile tono di voce di Antonio Conte: «E’ agghiacciante che non rispondi al telefono, è un complotto bello e buono se non rispondi». L’ultima ad aver fatto tendenza è la suoneria di Guido Meda: «Ah, il telefono è lì, ultima curva, eccolo, Rossi c’è, Rossi c’è». Ma le più brutte, le più insopportabili, sono quelle che vengono pubblicizzate in televisione, dal pulcino Pio al gattino Virgola. Sei lì che stai guardando un talk show politico, D’Alema parla del Quirinale e le tue palpebre s’abbassano sempre di più, stai quasi per addormentarti ed ecco che parte a tutto volume questo pulcino dalla dubbia sessualità, con quella strana voce, acuta, stridula, fastidiosa. Già la suoneria del telefono è insopportabile di suo, soprattutto quando si sprigiona in un luogo silenzioso e uno non risponde. E te la devi sorbire tutta fino all’ultima nota. E poi, dopo un secondo, riparte ancora, e ancora, finché chi chiama non capisce che sta rompendo e che non gli vogliono rispondere. Ma l’armonia della pace, della tranquillità, è già stata interrotta. Poi ci sono quelli che cambiano suoneria. E te le fanno ascoltare tutte. Magari in treno. Alle 7 del mattino. Drin, din din, boing, pin, clacson, tromba, rombo del motore. Non è finita, perché pare ci sia anche chi il telefono lo tiene acceso con la suoneria in chiesa. Almeno così pare leggendo il cartello affisso sul portone della chiesa di Ziano