Vogliono togliere i bus da Piazza Cittadella. E’ come togliere Forza Italia a Renzi: non sta in piedi. I bus fanno parte dell’immaginario comune di Piazza Cittadella e se li togli scompare quel romanticismo che accompagna ogni adolescente e ogni liceale. Lo sappiamo, sembriamo pignoli: una buona volta che il Comune fa qualcosa per Expo non ci va bene neanche quella. Ma qui c’è di mezzo la letteratura di un luogo mistico che non può prescindere dai bus. Perché è lì, alla fermata del bus, che è nata la maggior parte degli amori piacentini. E’ lì, dopo la scuola, che vedevi il tuo primo – e spesso ultimo – amore. Vedevi la tua ragazza in lontananza, coi capelli al vento e lo zaino sulle spalle, con Vasco Rossi che pompava musica nelle orecchie e ti raccontava le sue menate esistenziali e ti sembravano pure belle, tanto era bella lei. E lei s’avvicinava e, quando era a pochi metri da te, ti sorrideva, ti salutava e saliva sul motorino del ripetente di turno. Il bus accendeva il motore, tu salivi e odiavi la vita. Ma anche questo, in fondo, era amore. Vero amore. Perché l’amore è anche sofferenza, pianto, disperazione. Un giorno sarebbe stata tua. Un giorno avrebbe capito che le impennate col motorino non sono poi così divertenti e vedere il tuo ragazzo che schiaccia le lattine con la fronte non è poi così interessante. Un giorno o l’altro avrebbe capito. E l’avrebbe fatto lì, alla fermata del bus di Piazza Cittadella. E ora potete anche applaudire.

(Da La Cronaca)