LA SOLITUDINE DEI NUMERI PIACENTINI

mura farnesiane (lambri) foto lunini.s

Meglio soli che nell’area vasta. Non ne possiamo più di sentir parlare di unità, di collaborazione, di forze congiunte. E prima l’area vasta, e poi i treni per Expo con Parma, e poi il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che parla di gestione unica delle fiere da qui alla Romagna. Unità, unità, unità. L’unica unità che ci piace è la festa con le bandiere rosse, la balera e quelli che credono di essere alla festa dell’unità e non a quella del Pd. E’ come a scuola, quando ti facevano fare i lavori di gruppo. Lo facevi solo perché speravi di poter lavorare gomito a gomito con la più bella della classe e puntualmente non accadeva. Inutili pure quelli. E sempre a proposito di scuola, ricordiamo ancora la storiella del pesciolino che per spaventare lo squalo si unisce agli altri e forma un branco enorme. Balle pure quelle. Uno squalo si mangia anche un branco di pesciolini. Ci siamo arrivati tardi ma ci siamo arrivati. E poi oggi non andrebbe così: oggi il pesciolino fonderebbe un partito con lo squalo e fregherebbe tutti i suoi compagni senza neppure andare a votare.
Piacenza deve rimanere da sola. Triste e sola, com’è nel suo destino. Ripristiniamo le mura e facciamoci i fatti nostri. Ci lascino stare Parma, Reggio Emilia e Modena. Non abbiamo bisogno di nessuno, noi. Ce la caviamo benissimo da soli. Per l’Expo organizziamo il Festival più palloso del mondo del Diritto, facciamo qualche mostra, qualche concerto e bon. Gli altri se la tirano perché fanno un sacco di cose in più? Bravi, complimenti. Non ci interessa. Non abbiamo nulla da spartire con nessuno. Siamo piacentini, è nella nostra solitudine che troviamo la pace eterna. Non vogliamo condividere niente con nessuno, non vogliamo unirci con nessuno, vogliamo stare per conto nostro a fare quel che più ci piace per valorizzare Piacenza: niente.

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