PRIMA I PIACENTINI

Mancano un paio di mesi alla fine del mandato. Cinque anni in cui il sindaco di Piacenza, Paolo Dosi, ha amministrato la città con la sua forza mite, col suo carattere mai sopra le righe e con la sua politica sempre incentrata sul dialogo. A due mesi dal commiato, però, Dosi ha preso una posizione netta. Perentoria. Dosi, per la prima volta, ha detto «no». No a 40 nuovi profughi in via Roma. «Sebbene l’amministrazione comunale non sia direttamente e formalmente coinvolta nelle scelte sulla collocazione dei rifugiati e richiedenti asilo, ci pare quantomeno assurdo che, dopo anni di progetti e iniziative di riqualificazione della zona, si vada ora a collocare in un’unica struttura, nel cuore di un quartiere, quello di via Roma che richiede particolare attenzione, un così alto numero di persone che non hanno seguito alcun percorso di integrazione».
E ancora: «Lascia sconcertati questa decisione, che è perlomeno avventata e, soprattutto, urta contro le scelte di condivisione e di inserimento che non sono mai venute meno in questi anni da parte dell’amministrazione, rischiando di incrementare la tensione sociale sull’intero territorio urbano».
Che cosa è successo a Dosi? Ora che è alla fine del mandato e non ha più niente da perdere ha finalmente mostrato la sua indole leghista? Lo vedremo con una felpa con scritto “via Roma” protestare contro il Pd? Oppure sfilerà in corteo ai comandi di una ruspa?

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