LA NOSTALGICA RADICALE

Marco Pannella fumava le sigarette sottili, quelle da fighetti, e si incazzava perché nessuno aveva fatto uno sciopero della fame contro i Dpcm di Conte. Lo strano sogno di una nostalgica radicale. 

TESTO: NINFADORA TONKS FOTO: INTERNET

La notte scorsa, complice una peperonata più audace del solito, ho sognato Marco Pannella. Sulle prime non l’avevo riconosciuto. Era molto giovane e fumava una sigaretta fighetta, di quelle sottili.

«Ah, Marco, sei tu. Che roba fumi? I sigari dove sono?».
«È l’unica roba che ci passano, dove sto adesso».
«Ma soon quelle al mentolo, Gesù, che tristezza».
«Non sono così male, se ne fumi quindici contemporaneamente. Senti, hai un momento?».
«Tra due ore mi devo alzare per andare a lavorare».
« Ti rubo solo un minuto».
«Seee, quando mai..».
«C’è Massimo Bordin che si diverte a prendermi per il culo».
«Ma che dici! Perché dovrebbe?».
«Tutti i giorni, da quando è arrivato, mi fa la rassegna stampa. Ma non mi racconta tutto e non capisco perché. Per esempio, questa storia dei Dpcm..». «Ossignur…».
«Ricapitoliamo… C’è questo Giuseppi che sospende in scioltezza una decina di articoli della Costituzione a botte di propri decreti, atti amministrativi che non passano il vaglio né del parlamento, né del presidente della Repubblica».
«Eh, sembrerebbe di sì».
«…decidendo la privazione delle libertà personali con una fonte secondaria del diritto…».
«Taglia. Mi devo alzare tra poco».
«…uccidendo la forma e uccidendo altresì la sostanza e la sacralità del parlamento…».
«Vieni al punto, ti prego».
«E insomma, Bordin mi vorrebbe far credere che non s’è incatenato nessuno».
«Ehm, Marco…».
«Neanche un digiunino? Una raccolta firme? Un sit-in nella buvette? Un cazzo di cartello?».
«Marco, calmati».
«Bordin mi sta nascondendo qualcosa».
«Non ti sta nascondendo niente, Marco. Non stanno facendo niente. Stai bene?».
«Sono senza parole».
«Bè, questa è una notizia da prima pagina».
«Almeno Emma Bonino avrà parlato…».
«L’ultima volta che l’ho sentita parlare stava dando il benestare per mandare a processo un ministro per decisioni prese nell’esercizio delle sue funzioni».
«Questo Bordin non me l’aveva detto».
«Perché ti vuole bene. Però, in quel frangente, almeno un parlamentare della maggioranza s’è preso la briga di ricordare agli esimi colleghi che stavano creando un pericoloso precedente».
«Chi?».
«Pier Ferdinando Casini».
«Ho sentito abbastanza».

Così com’era venuto, è sparito, in una nuvola di fumo ed effluvi balsamici. Mi sono risvegliata in questo bislacco 2020 e tutto era al suo posto: la pila delle autocertificazioni sotto la gamba zoppa del tavolo, il cane ronfante sul letto, gli occhiali sul comodino, vicino agli occhiali le sigarett… Dove sono finite le Jps blu? Che ci fa sul mio comodino un pacchetto di sigarette al mentolo?

Qui il nostalgico leghista, il nostalgico democratico e il nostalgico di An

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