Mentre Roberto Reggi posa sorridente per il nuovo numero della rivista, il Pd piacentino esulta: che vinca Renzi o Bersani, l’ex sindaco starà fuori città per un bel po’.
FOTO: INTERNET
E’ tanto che aspettavano un’occasione così, ma certo non pensavano che ad offrirgliela su un piatto d’argento potesse arrivare all’improvviso un giovanotto di bell’aspetto proveniente dalla Toscana. A finire nel tritacarne del rottamatore Matteo Renzi, infatti, potrebbe essere il “playboy” Roberto Reggi, regista più o meno occulto della campagna elettorale del sindaco di Firenze per le primarie. E a goderne, a Piacenza, sarebbe gran parte del Partito Democratico, o Pd. Mentre Reggi posa sorridente in jeans e maglietta per un servizio sulla Nazionale Sindaci nel nuovo numero di Playboy – stavolta la copertina se l’è presa la lingerie di Katrina Darling, cugina di Kate e Pippa Middleton, ma Reggi può essere ugualmente soddisfatto per una foto a tutta pagina all’interno della rivista – a Piacenza aspettano l’esito delle primarie. Che Reggi sia figura scomoda nel partito di Bersani a casa di Bersani, è cosa fin troppo risaputa. C’è chi non ha digerito la candidatura di Marco Carini in Regione (Botti e bottiani in primis), di Paola De Micheli alla Camera (Calza e company), di Paolo Dosi a sindaco di Piacenza (cacciatoriani su tutti). Candidature certo vincenti, ma che hanno lasciato sotto traccia malcontenti non sempre sopiti e che potrebbero trovare “vendetta” proprio nella competizione a cui meno pensavano: le primarie.
DA ROTTAMATORE A ROTTAMATO
Eh già. Se Bersani dovesse vincere le primarie, cosa affatto inverosimile, per l’ex sindaco si prospetterebbero certo tempi bui all’interno del partito, con la De Micheli – una delle prime sostenitrici del segretario nazionale – a rivendicare la riconferma alla Camera, magari trascinandosi dietro qualche nuova leva dell’area Cacciatore (Fiazza? Romersi?). Se il giovane Renzi dovesse invece compiere il miracolo di vincere le primarie, allora per Reggi si aprirebbero corsie preferenziali per Roma, senza dover ricorrere a collegi, preferenze o quant’altro. In ogni caso, dunque, la liberazione di un bel peso per il Partito Democratico piacentino. E allora, anche se non si può dire, a Piacenza il Pd la sua sfida l’ha già vinta: rottamare l’ex sindaco e tornare a gestire il partito come prima dell’era Reggi, il “playboy” scomodo.
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