SPRANGHE, COLTELLI, BASTONI

Negli ultimi tempi i sudamericani hanno contribuito a riempire le pagine di cronaca cittadina. Ecco sei storie di alcol, botte e ospedali che li hanno visti protagonisti. Questa è l’ultima puntata di “Saludos amigos”, la nostra piccola inchiesta sui latinos a Piacenza.

FOTO: INTERNET

Alcuni usano le bottiglie per bere. Altri per spaccarle sulla testa dei poliziotti che chiedono di abbassare il volume dello stereo. C’è chi studia e chi si alza presto al mattino per andare a lavorare, ma c’è anche chi tende agguati e pesta sconosciuti che passano di lì per caso. Ultimamente i sudamericani sono stati protagonisti di diverse pagine di cronaca cittadina. Ecco sei storie di alcol, botte e ospedali che hanno visto i latinos al centro dell’attenzione.

 LA LAMA NEL TORACE

La lama entrò nel torace davanti alla moglie e al figlio. Lui, un uomo di 35 anni residente ad Arena Po, nel Pavese, si accasciò al suolo in via Fratelli Bandiera, a Castelsangiovanni. Poco prima stava camminando tranquillamente con la moglie e il figlio e qualche altra persona. Pare che a un certo punto un sudamericano piuttosto sbronzo cadde con la bicicletta. Lui si avvicinò e cercò di aiutarlo, ma altri quattro sudamericani non capirono le sue intenzioni e lo aggredirono. Volarono pugni e ceffoni. La cosa sembrò finire lì, ma poco dopo un dominicano di 17 anni si scagliò sul 35enne e, chissà perché, gli conficcò due volte la lama nel torace. Poi si dileguò. Un mese dopo i carabinieri individuarono il presunto colpevole e lo denunciarono al tribunale dei minori con l’accusa di lesioni aggravate. Domenica 7 ottobre 2012 in via Fratelli Bandiera, a Castelsangiovanni.

 IL CASTELLO DI PLASTICA

I giornali parlarono di una rissa da film. Corpi rotolanti a terra, calci, pugni, sputi, insulti. Alle 17,30, nei giardini di via Morselli, cinque sudamericani aveva già bevuto tre bottiglie di brandy, una bottiglia di limoncino e una di vodka. Il gruppetto era formato da un 18enne peruviano residente nel Lodigiano, da un 17enne ecuadoriano e da tre ragazze, anche loro di 17 anni, originarie di Perù ed Ecuador. A un certo punto, pare per questioni di donne, scoppiò una violenta rissa, in cui andò distrutto anche un castello di plastica con cui giocavano i bambini. Alcuni passanti, dopo aver assistito alla scazzottata, chiamarono i carabinieri. Un agente tentò di dividerli e fu ferito lievemente. Portati in questura, i due uomini furono denunciati per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale e sanzionati per ubriachezza.
Giovedì 4 marzo 2010, intorno alle 17,30 ai giardini di via Morselli.

 IL PESTAGGIO A UNO SCONOSCIUTO

Pestarono uno sconosciuto per dare prova di forza e virilità. Erano ecuadoriani e aveva soprannomi da battaglia: Il Vaca, il Gallinaccio e Pablito. Intorno alle 8 di mattina si trovavano ai giardini Merluzzo di via Roma. A un certo punto si alzarono dalle panchine e, chissà perché, pestarono a sangue un altro ecuadoriano di 32 anni che stava passando di lì per caso e lo mandarono all’ospedale con fratture al volto e sul resto del corpo. Secondo la questura, si trattava di una dimostrazione di forza e di passaggio dall’età adolescienziale all’età matura. Volevano dimostrare di essere veri uomini.
Intorno alle 8 di sabato 18 giugno 2011 ai giardini Margherita.

LA PALLOTTOLA A UN CENTIMETRO DAL CUORE

La pallottola calibro 22 si conficcò a pochi centimetri dal cuore. A terra c’era anche un’altra persona, accoltellata in una pozza di sangue. Intorno alle 20,45, in un tranquillo giardinetto di via Corneliana, un gruppo di sudamericani tese un vero e proprio agguato ad alcuni connazionali impegnati in una partita di pallone. Prima gliele diedero di santa ragione con spranghe e bastoni, poi uno degli aggressori estrasse un revolver da sotto la maglietta e fece fuoco su un ecuadoriano di 29 anni colpendolo al petto. Nel frattempo un peruviano di 21 anni fu accoltellato alla testa e al torace e si accasciò nel suo sangue. Fu caricato in auto da alcuni amici che volevano portarlo a casa, ma perse conoscenza dalle parti di Pontedellolio e furono costretti a chiamare l’ambulanza. L’ecuadoriano ferito dal colpo di pistola stava lottando tra la vita e la morte. La polizia individuò i colpevoli nel giro di 24 ore. Si trattava di tre ecuadoriani e un peruviano che in realtà spararono cinque colpi di pistola e non uno. Furono arrestati con l’accusa di tentato omicidio.
Intorno alle 20,45 del 17 maggio 2009, in un tranquillo giardinetto di via Corneliana.

LA BOTTIGLIA IN TESTA AL POLIZIOTTO

A una certa ora della notte la musica a tutto volume può dare fastidio. Proveniva da un appartamento di Corso Vittorio Emanuele e i vicini non ne potevano più. Aprirono la finestra, cercarono di capire da dove arrivasse quel frastuono infernale, poi decisero di chiamare la polizia. La chiamata arrivò alla centrale operativa della questura, che inviò sul posto tre agenti. Gli agenti arrivarono davanti all’appartamento e chiesero ai proprietari di aprire la porta. I proprietari, una giovane coppia di ecuadoriani, completamente ubriachi,  andarono ad aprire e, chissà perché, si scagliarono contro i poliziotti, spaccarono una bottiglia in testa a un agente e li mandarono tutti e tre all’ospedale. Il tutto davanti agli occhi di una connazionale incinta e di un bambino di tre anni.
La notte tra il 14 e il 15 maggio 2009 in un appartamento di Corso Vittorio Emanuele.

LE BOTTE AL GIORNALISTA

Dicono che il vero giornalismo sia quello di provincia. Bisognerebbe chiedere al cronista 33enne di una testata piacentina che venne colpito da un vetro mentre stava realizzando un’inchiesta alla discoteca Chikos di Borgotrebbia. La situazione si scaldò quando tre persone completamente sbronze si avvicinarono al giornalista, che stava parlando con alcuni sudamericani. Gli dissero che stava facendo troppe domande, un piccolo avvertimento prima di coprirlo di calci, pugni e spintoni. Il cronista tentò di allontanarsi, ma fu colpito dal vetro di una bottiglia rotta. Se la cavò con qualche giorno di prognosi per tagli e contusioni. Le autorità cittadine gli inviarono messaggi di auguri in ospedale.
Una sera dell’ottobre 2010 fuori dalla discoteca Chikos di Borgotrebbia.

Fonte: www.ilpiacenza.it

scrivania@labatusa.it

Share

Be the first to comment on "SPRANGHE, COLTELLI, BASTONI"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*


Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi